Fraternità: fondamento e via per la pace

Tra fine ed inizio anno la Chiesa cattolica ci ha donato due straordinarie celebrazioni: il ‘Te Deum’ (31 dicembre) come ringraziamento a Dio per l’anno concluso e la festa (1^ gennaio) dedicata a Maria, Madre di Dio (Theotokos). Fra queste due grandi celebrazioni, dal 1968 la Chiesa ha inserito la celebrazione della Giornata della Pace con un messaggio apposito.
Nel suo primo messaggio per la Giornata Mondiale della pace, papa Francesco affronta il tema della fraternità e lo rivolge a tutti, perché nel “cuore di ogni uomo e di ogni donna alberga, infatti, il desiderio di una vita piena, alla quale appartiene un anelito insopprimibile alla fraternità, che sospinge verso la comunione con gli altri, nei quali troviamo non nemici o concorrenti, ma fratelli da accogliere ed abbracciare”. Il tema scelto dal papa può essere abbastanza pericoloso, in quanto andiamo con la nostra mente alla ‘fraternitè’ della Rivoluzione francese e tutti conosciamo la storia!
Però ad una lettura profonda del messaggio, risalta agli occhi che il tema della fraternità è sempre presente nella vita della Chiesa: era stato trattato nel messaggio della Giornata Mondiale della Pace del 1971 da papa Paolo VI, ‘Ogni uomo è mio fratello’. Anche papa Benedetto XVI aveva svolto nel messaggio per la Giornata della Pace del 2009 (‘Combattere la povertà, costruire la pace’), il tema della fraternità. In linea con l’insegnamento dei papi precedenti, papa Francesco ci ricorda che “la fraternità è una dimensione essenziale dell’uomo, il quale è un essere relazionale… La famiglia è la sorgente di ogni fraternità, e perciò è anche il fondamento e la via primaria della pace, poiché, per vocazione, dovrebbe contagiare il mondo con il suo amore”.
Il centro della fraternità è la famiglia, dove ci si educa ad instaurare rapporti di condivisione per costruire una cultura di solidarietà, fondata sui diritti umani: “In tante parti del mondo, sembra non conoscere sosta la grave lesione dei diritti umani fondamentali, soprattutto del diritto alla vita e di quello alla libertà di religione. Il tragico fenomeno del traffico degli esseri umani, sulla cui vita e disperazione speculano persone senza scrupoli, ne rappresenta un inquietante esempio. Alle guerre fatte di scontri armati si aggiungono guerre meno visibili, ma non meno crudeli, che si combattono in campo economico e finanziario con mezzi altrettanto distruttivi di vite, di famiglie, di imprese”.
Invece il ‘principio’ di fraternità richiama un riconoscimento alla paternità, ovvero essere figli di Qualcuno: “In pari tempo appare chiaro che anche le etiche contemporanee risultano incapaci di produrre vincoli autentici di fraternità, poiché una fraternità priva del riferimento ad un Padre comune, quale suo fondamento ultimo, non riesce a sussistere… A partire dal riconoscimento di questa paternità, si consolida la fraternità tra gli uomini, ovvero quel farsi ‘prossimo’ che si prende cura dell’altro”. Questa ‘cura’ è una riconoscenza che noi siamo stati creati per la reciprocità, la comunione ed il dono: “La radice della fraternità è contenuta nella paternità di Dio. Non si tratta di una paternità generica, indistinta e storicamente inefficace, bensì dell’amore personale, puntuale e straordinariamente concreto di Dio per ciascun uomo… In particolare, la fraternità umana è rigenerata in e da Gesù Cristo con la sua morte e risurrezione”.
E traccia alcune linee per vivere seriamente la fraternità, affinchè tutti possano avere l’opportunità di realizzare il proprio progetto di vita attraverso nuovi stili di vita secondo l’insegnamento della Dottrina Sociale della Chiesa: “Il succedersi delle crisi economiche deve portare agli opportuni ripensamenti dei modelli di sviluppo economico e a un cambiamento negli stili di vita. La crisi odierna, pur con il suo grave retaggio per la vita delle persone, può essere anche un’occasione propizia per recuperare le virtù della prudenza, della temperanza, della giustizia e della fortezza”. Questo pensiero della nuova economia ricorre anche nell’Esortazione Apostolica, ‘Evangelii Gaudium’:
“Dietro questo atteggiamento si nascondono il rifiuto dell’etica e il rifiuto di Dio. All’etica si guarda di solito con un certo disprezzo beffardo. La si considera controproducente, troppo umana, perché relativizza il denaro e il potere. La si avverte come una minaccia, poiché condanna la manipolazione e la degradazione della persona. In definitiva, l’etica rimanda a un Dio che attende una risposta impegnativa, che si pone al di fuori delle categorie del mercato. Per queste, se assolutizzate, Dio è incontrollabile, non manipolabile, persino pericoloso, in quanto chiama l’essere umano alla sua piena realizzazione e all’indipendenza da qualunque tipo di schiavitù”.
Concludendo il messaggio il papa precisa che è solo l’amore di Dio a farci vivere la fraternità attraverso uno ‘sviluppo umano integrale e di pace’:“Noi cristiani crediamo che nella Chiesa siamo membra gli uni degli altri, tutti reciprocamente necessari, perché ad ognuno di noi è stata data una grazia secondo la misura del dono di Cristo, per l’utilità comune. Cristo è venuto nel mondo per portarci la grazia divina, cioè la possibilità di partecipare alla sua vita… Cristo abbraccia tutto l’uomo e vuole che nessuno si perda… Il servizio è l’anima di quella fraternità che edifica la pace”.