Papa Francesco: i cristiani non si meravigliano del martirio, ma l’ingiustizia va denunciata ed eliminata

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Nel martirio la violenza è vinta dall’amore. Papa Francesco spiega così prima della preghiera di mezzogiorno il martirio di Santo Stefano che  la liturgia propone oggi.

Sembra fuori luogo parlare di martiri nel clima gioioso del Natale, dice il Papa:”Il Natale infatti è la festa della vita e ci infonde sentimenti di serenità e di pace; perché turbarne l’incanto col ricordo di una violenza così atroce? In realtà, nell’ottica della fede, la festa di santo Stefano è in piena sintonia col significato profondo del Natale. Nel martirio, infatti, la violenza è vinta dall’amore, la morte dalla vita. La Chiesa vede nel sacrificio dei martiri la loro “nascita al cielo”. Celebriamo dunque oggi il “natale” di Stefano, che in profondità scaturisce dal Natale di Cristo. Gesù trasforma la morte di quanti lo amano in aurora di vita nuova!”

E’ l’eterna lotta “tra il bene e il male, tra l’odio e il perdono, tra la mitezza e la violenza, che ha avuto il suo culmine nella Croce di Cristo.”

E così viene purificata anche la immagine del Natale che non è una “immagine fiabesca e sdolcinata” che infatti “nel Vangelo non esiste!” Invece la “liturgia ci riporta al senso autentico dell’Incarnazione, collegando Betlemme al Calvario e ricordandoci che la salvezza divina implica la lotta al peccato, passa attraverso la porta stretta della Croce. Questa è la strada che Gesù ha indicato chiaramente ai suoi discepoli, come attesta il Vangelo di oggi: «Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato» (Mt 10,22).”

Oggi si ricordano i martiri di tutti i tempi, “i cristiani che subiscono discriminazioni a causa della testimonianza resa a Cristo e al Vangelo.”

Il Papa li paragona a Stefano perché “vengono accusati ingiustamente e fatti oggetto di violenze di vario tipo, e sono sicuro che sono più che ai primi tempi della Chiesa, sono tanti.”

Un problema di libertà di culto e di libertà religiosa. Anche in “paesi e ambienti che sulla carta tutelano la libertà e i diritti umani, ma dove di fatto i credenti, e specialmente i cristiani, incontrano limitazioni e discriminazioni.”

Poi il Papa ha chiesto una preghiera silenziosa per tutti i martiri e ha recitato una Ave Maria solo per loro.

Ma il vero cristiano non si meraviglia di questo “perché Gesù lo ha preannunciato come occasione propizia per rendere testimonianza.” Ma c’è un altro piano che il Papa mette in evidenza: “sul piano civile, l’ingiustizia va denunciata ed eliminata.”

C’è una invito che il Papa fa a tutti: “La sosta di questi giorni presso il presepio per ammirare Maria e Giuseppe accanto al Bambino” perché  “possa suscitare in tutti un generoso impegno di amore vicendevole, affinché all’interno delle famiglie e delle varie comunità si viva quel clima di intesa e di fraternità che tanto giova al bene comune.”

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