In Siria Natale sotto le bombe

Almeno 300 morti, fra cui 87 bambini, 30 donne e 30 combattenti, in otto giorni di raid aerei: è questo il bilancio delle vittime attribuito ad operazioni aeree condotte dal governo su settori controllati dai ribelli nella città e nella provincia di Aleppo, la più popolosa della Siria con quasi 2.000.000 di abitanti.
Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani (Osdh), organizzazione non governativa basata a Londra ma con una fitta rete di contatti sul territorio: solo fra il 15 e il 22 dicembre si sono contati 301 morti provocati, stando alla stessa fonte, da contenitori imbottiti di esplosivo Tnt sulle aree occupate dai ribelli. La città è in preda alle violenze dall’estate 2012, con i quartieri occidentali in mano all’esercito e la zona orientale ampiamente sotto il controllo degli insorti. E mentre le associazioni per i diritti umani lanciano allarmi per l’aggravarsi di una crisi umanitaria da molti definita ‘senza precedenti’, nel paese continuano i sequestri e le sparizioni forzate.
Mons. Antoine Audo, vescovo gesuita caldeo di Aleppo, ha riferito: “Ho appena finito una riunione di coordianmento con i medici chirurghi rimasti che si muovono in tutta la città per assistere le persone che hanno bisogno di interventi operatori. Continua il lavoro della Caritas, e anche le iniziative pastorali in vista del Natale. La scorsa settimana ho iniziato un corso biblico, e c’erano più di cinquanta ragazzi. Sembra una contraddizione incredibile. Ma cerchiamo di incoraggiare in ogni modo il nostro popolo cristiano a vivere iniziative concrete che sono anche un segno forte della volontà di non cedere, di continuare a sperare pur nella situazione assurda in cui ci troviamo a vivere.
Con questo spirito ci apprestiamo a vivere il Natale. Non faremo la veglia di notte, per motivi di sicurezza. La celebrazione liturgica avverrà nel pomeriggio”. E l’arcivescovo maronita, mons. Samir Nassar, all’agenzia Fides ha detto che i bambini siriani invidiano la stalla dove è nato Gesù: “In Siria a Gesù Bambino non mancano i compagni: migliaia di bambini che hanno perso le loro case vivono sotto tende povere come la stalla di Betlemme.
Gesù non è solo nella sua miseria. L’infanzia siriana, abbandonata e segnata dalle scene di violenza, sogna di essere al posto di Gesù, che ha sempre con sé i suoi genitori che lo circondano e lo accarezzano… Alcuni invidiano il Bimbo divino che ha trovato una stalla per nascere e ripararsi, mentre tra questi bambini disgraziati c’è chi è nato sotto le bombe o lungo il cammino della fuga.
Anche Maria non è più sola, nelle sue difficoltà: tante mamme infelici e sfortunate vivono nella povertà estrema e si caricano tutte le responsabilità familiari da sole, senza i loro mariti… La presenza rassicurante di Giuseppe presso la Sacra Famiglia suscita gelosia tra le migliaia di famiglie private del papà. Un’assenza che alimenta la paura, l’angoscia e l’inquietudine”.