Ad Avignone due giornate per celebrare i 700 anni del soggiorno dei papi

Per due giorni sabato prossimo e domenica la città di Avignone rivive i fasti della corte papale. In occasione del VII centenario dell’inizio del “Soggiorno Avignonese” dei Romani Pontefici (1309-1377) l’Inviato Speciale del Santo Padre, il cardinale Paul Poupard, presidente emerito del Pontificio Consiglio della Cultura, presiede una serie di eventi. La storia ci ricorda che a causa della discesa di Enrico VII e della lotta tra le famiglie romane, della insicurezza, del degrado e dello spopolamento della città , Papa Clemente V, il francese Bertrand de Got, decise di risiedere ad Avignone, la prospera città provenzale situata ai margini del Contado Venassino, ceduto alla Chiesa nel 1229 da Raimondo VII di Tolosa.
Al momento dell’elezione (1305) il futuro Clemente V, Arcivescovo di Bordeaux, si trovava in visita nella sua provincia ecclesiastica, allorché apprese di essere stato eletto al Soglio di Pietro dai cardinali riuniti a Perugia. Incoronato a Lione, fece conoscere il suo progetto di ricondurre il papato nell’Urbs: da ricordare, infatti, che tra il 1100 e il 1304, i papi erano rimasti lontani da Roma per ben 122 anni. Dopo l’arresto dei Templari (1307) e la fine dell’Ordine, voluta da Filippo il Bello, il Papa convocò un Concilio a Vienne, nel Delfinato, nel quale difese con forza i diritti della Chiesa e la supremazia del potere pontificio su quello secolare di principi e re; per mantenere una maggiore libertà e autonomia si ritirò ad Avignone il 9 marzo 1309, risiedendo sia nel vescovato sia presso i domenicani. Fu allora che la sua salute cominciò a declinare per le preoccupazioni e le pressioni cui era sottoposto, soprattutto da parte della monarchia francese: dopo il Concilio di Vienne, si stabilì dunque ad Avignone, più per necessità che per scelta personale. Fatto nuovo, rispetto al papato itinerante di alcuni suoi predecessori, fu il trasferimento nella città provenzale della curia romana.
Il soggiorno avignonese dei pontefici si protrasse fino al 1377, allorché Gregorio XI decise di rendere definitivo il ritorno dei papi a Roma: non poca parte avevano avuto le insistenze e le ammonizioni di Santa Caterina da Siena nell’indurre il Pontefice a superare gli ostacoli provenienti dal sovrano e dai cardinali francesi e le resistenze opposte dalla Curia. Il periodo francese, che alcuni storici definirono “esilio” o “cattività”, fu tuttavia carico di conseguenze. Tra gli aspetti negativi, l’ingerenza dei sovrani francesi tendeva a condizionare le decisioni dei papi e a limitarne l’influenza, mentre l’Italia veniva abbandonata a disordini crescenti, che sfoceranno in alcuni momenti nella completa anarchia. Non mancarono comunque aspetti positivi, a partire dalla radicale riorganizzazione della Curia, in un contesto di sicurezza e di pace; è inoltre da ricordare la promozione dell’evangelizzazione e il forte slancio missionario impresso alla Chiesa. Del tempo avignonese è anche la canonizzazione di S. Tommaso d’Aquino, avvenuta il 18 aprile 1323 sotto Giovanni XXII. I sette Papi “avignonesi” – Clemente V, Giovanni XXII, Benedetto XII, Clemente VI, Innocenzo VI, Urbano V, Gregorio XI – tutti francesi, furono uomini di grande cultura teologica, canonistica e umanistica, che vollero circondarsi di letterati, saggi ed eruditi, dal Vescovo di Cavaillon, Philippe de Cabassole, con il suo amico Francesco Petrarca, al Vescovo di Saint-Paul, Jean Coti, specialista di Cicerone, da Zanobi da Strada, traduttore di S. Gregorio al pittore senese Simone Martini, uno dei massimi artisti del Trecento italiano.
Grazie al mecenatismo illuminato dei pontefici, la corte di Avignone divenne un importante centro di irradiamento culturale, che contribuì significativamente alla preparazione dell’umanesimo rinascimentale. Tra gli avvenimenti principali della due giorni commemorativa, la conferenza di Jean Favier “Pourquoi Avignon?” nel pomeriggio di sabato, presso il Comune cittadino e la Santa Messa solenne presieduta dal cardinale Poupard domenica 8 marzo alle 10 nella Cattedrale metropolitana di “Notre Dame des Doms”. In questo stesso tempio mariano, cuore spirituale della città, il papa Clemente V fece celebrare solennemente per la prima volta la festa del Santissimo Sacramento o Corpus Domini, istituita da Urbano IV, e qui ancora presiedette la canonizzazione del Papa Celestino V, il 5 maggio 1313.
Fonte: Radio Vaticana