Il nostro amico Jorge: la storia di Papa Francesco raccontata da Buenos Aires

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Chi meglio di Buenos Aires può raccontare la vita di Jorge Mario Bergoglio? Infatti è proprio Baires come la chiamano gli argentini che a volte la definiscono anche “Grande mela” come i nord americani fanno con New York, la protagonista del bellissimo racconto di Jeanne Perego. E il giorno del compleanno di Jorge Mario Bergoglio è perfetto per tutti i bambini, per conoscerlo meglio .

Giornalista e scrittrice, italiana in Baviera, Jeanne ha al suo attivo altro due bellissimi libri per bambini che raccontano la vita di Papa Benedetto. Joseph e Chico, la vita di Ratzinger raccontata dal gatto dei vicini, e Max e Benedetto, la giornata del Papa raccontata da un uccellino. Ora ecco Il nostro amico Jorge, e stavolta a svelare la vita di Bergoglio sono i luoghi della città che hanno visto la quotidianità della sua vita. A cominciare dall’ arrivo dei nonni del Papa a Buenos Aires.

Così Jeanne Perego da voce al faro del porto, alla cupola della Basilica di San José de Flores, al lampione di Plaza de Mayo, o alla  cappella del centro missionario Nostra Signora di Luján.

I libri di Jeanne hanno una caratteristica particolare: le illustrazioni. Belle, colorate, de veri quadri che danno forza alla storia . Nei due libri dedicati a Benedetto XVI le è stata compagna Donata dal Molin Casagrande, questa volta a dipingere la città del Papa è stato Giovanni Manna che ha reso vivi gli angoli della capitale argentina. Cosa c’è di meglio per fare gli auguri al Papa per i suoi 77 anni se non entrare a casa sua, nella sua città e rivederlo bambino?

Lasciamoci accompagnare nel quartiere Flores dove si trova la casa abitata dai Bergoglio appena arrivati a Buenos Aires, dopo la crisi degli anni trenta la famiglia ricomincia da capo, il papà e lo zio di Jorge rimettono in piedi gli affari …

“ Gli affari presero una buona piega e qui nel nostro quartiere ritrovarono la serenità. Io lo so bene perché sono la casa di calle Membrillar 531 in cui venne a vivere Mario con Regina, la bella ragazza che aveva preso in moglie, e con il primo dei loro figli, Jorge Mario, che era nato il 17 dicembre del 1936 a pochi passi da qui. Dopo la nascita di Jorgito, Mario

aveva voluto una casa comoda in cui crescere il primogenito e tutti gli altri figli che sarebbero arrivati. A voler essere sinceri tanto comoda poi non la ero, perché, anche se oggi mi presento su due piani e guardo un po’ dall’alto in basso molte delle costruzioni dei dintorni, allora ero una casetta tutta su un piano, come gran parte di quelle del quartiere. E lo spazio era piuttosto angusto per una famiglia con cinque figli, visto che dopo Jorge vennero al mondo, uno dopo l’altro,

Alberto, Oscar, Marta e Maria Elena. Chi veniva in visita allora mi vedeva con una sala, una cucina e un bagno; ai genitori offrivo una camera da letto, ai tre ragazzi un’altra e le bambine dovevano dormire su delle poltrone letto in sala. Non era certo il massimo della comodità!

Ma anche se c’era poco spazio, qui abbondavano l’armonia e la serenità. Più che di mobili, sono stata riempita di abbracci, baci, risate e allegria, ma anche di regole severe per quanto riguardava l’educazione dei figli. Come dovrebbe accadere in ogni famiglia, sei d’accordo?”

Ai Bergoglio non mancava nulla, benché non fossero certo una famiglia ricca. Mario, che nel frattempo era andato a lavorare come contabile in un calzificio a due passi da qui, si poteva permettere perfino qualche capriccio a tavola: pensa che non voleva vedere nel piatto per due volte di fila la stessa pietanza!

Per cui se quell’ottima cuoca che era Regina a pranzo preparava delle cotolette alla milanese, alla sera doveva trasformare quelle avanzate in cotolette alla napoletana con pomodoro e formaggio. Ah, come cucinava bene Regina! Mi pare ancora di sentire il profumino delizioso dei suoi piatti. Quello del pollo arrosto con patate che portava in tavola la domenica, quello della pasta con il sugo di stufato… Hai mai visto una casa con l’acquolina in bocca? Beh, quella sono io, se mi vengono in mente i pranzi felici di quegli anni. Mi sembra ieri quando penso alle tranquille serate qui in casa, quando papà Mario tornava dal lavoro e riuniva i bambini per recitare insieme il rosario. Non ho scordato neppure le musiche suonate tra le mie pareti: bellissime! Era Regina quella che amava la musica, ma anche i ragazzi stavano spesso attorno al grammofono e alla radio per godersi arie e canzoni.

Le note dell’opera italiana e del tango sciamavano spesso dalle finestre e arrivavano fino alla piazzetta dove anche i miei tanos giocavano a calcio.”

Cope-Italia

E per vedere Buenos Aires con gli occhi di Jorge …..basta cliccare  qui : Il nostro amico Jorge

 

 

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