Leone XIV tra verità e inclusione

Papa Leone XIV firma Lettera apostolica
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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 03.11.2025 – Andrea Gagliarducci] – La prima Lettera apostolica di Leone XIV è dedicata al sessantesimo anniversario della dichiarazione conciliare Gravissimum educationis. Si intitola Disegnare nuove mappe di speranza e rivela, nel contenuto e nel linguaggio, gran parte della tensione ideologica con cui si confronta il neoeletto Papa Leone XIV.

Da un lato, l’ultima cosa che Leone XIV desidera, è essere visto accantonare l’eredità di Papa Francesco. E questo è normale, perché la storia dimostra, quanto sia importante la “riforma nella continuità” per la vita della Chiesa, anche e soprattutto quando la continuità viene onorata nella breccia. Allo stesso tempo, tuttavia, dal documento emergono tre caratteristiche particolarmente – persino peculiari – leonine.

La prima caratteristica: essere frate. Leone XIV sostiene i sette percorsi del Patto Educativo Globale lanciato da Papa Francesco cinque anni fa. I percorsi sono: porre la persona al centro; ascoltare i bambini e i giovani; promuovere la dignità e la piena partecipazione delle donne; riconoscere la famiglia come principale educatrice; essere aperti all’accoglienza e all’inclusione; rinnovare l’economia e la politica al servizio dell’umanità; e proteggere la nostra casa comune.

Tuttavia, Leone XIV aggiunge tre priorità a questi percorsi. La prima di queste priorità è “la vita interiore, perché i giovani esigono profondità”. La seconda è il cosiddetto tema dell'”umano digitale”. E la terza è “la pace disarmata e disarmante”. Queste tre priorità nascono non solo dall’esperienza personale del Papa, ma anche dalla sua vita e dalla sua riflessione interiore. Tuttavia, parlano anche di un passaggio da una sfera puramente sociale – che era quella in cui Papa Francesco operava più efficacemente – a una più spirituale, dove il digitale diventa “umano digitale” e dove la pace diventa un dono che proviene in qualche modo da Cristo, in ultima analisi sia nell’eschaton [*], che qui, nel corso della storia.

La seconda caratteristica è direttamente collegata alla prima: l’esempio dei santi. Come nella sua Esortazione Dilexi te (iniziata da Francesco), la prima Lettera apostolica di Leone XIV presenta numerosi esempi di santi Cattolici e opere, che si sono occupati del campo dell’educazione. È un messaggio chiaro: la Chiesa si fonda su una storia, un’esperienza, una tradizione e sulle vite dei santi e dei grandi profeti. La novità risiede nella profezia, che fa parte dell’esistenza umana fin dall’inizio dei tempi.

La terza caratteristica riguarda la verità. Leone XIV parlò di una diplomazia della verità fin dal suo primo discorso al Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede, e ha costantemente mantenuto il tema della verità centrale nei suoi discorsi.

In Disegnare nuove mappe di speranza, Leone XIV ci esorta anche a “fare attenzione a non cadere nell’illuminismo di una fides che fa pendant esclusivamente con la ratio. Occorre uscire dalle secche col recuperare una visione empatica e aperta a capire sempre meglio come l’uomo si comprende oggi per sviluppare e approfondire il proprio insegnamento. Per questo non si devono separare il desiderio e il cuore dalla conoscenza: significherebbe spezzare la persona”. Le tre caratteristiche di Leone XIV devono essere in qualche modo “temperate” con la personalità e la storia del Papa.

Leone XIV è il primo Papa di una nuova generazione e si trova a gestire un’eredità ingombrante. Molti dei suoi discorsi sembrano ancora provenire dal “vecchio mondo” dell’era di Francesco, ma il nuovo mondo di Leone XIV non sarà necessariamente molto diverso dal vecchio. Sarà probabilmente una sintesi dei due mondi, in cui il Papa pronuncerà discorsi molto “sociali” ai movimenti popolari e, allo stesso tempo, invierà saluti al mondo tradizionalista, che si riunisce per il pellegrinaggio Parigi-Chartres.

La Lettera apostolica si muove in una direzione, ma resta da vedere come il Papa gestirà questa nuova direzione. Per ora, tutti sono stati soddisfatti di una cosa in particolare, o di una serie di cose, che il Papa ha fatto. Il discorso ai movimenti popolari ha esaltato il mondo progressista, mentre il mondo tradizionalista ha apprezzato il ritorno dei simboli. La Messa del Motu proprio Summorum Pontificum, celebrata in San Pietro, ha almeno indicato l’assenza di pregiudizi nei confronti di coloro che erano legati alla Messa usus antiquior.

Il linguaggio, tuttavia, presenta i suoi problemi. Disegnare nuove mappe di speranza parla anche di “inclusione”, una parola che sembra essere utile in ogni stagione. Sebbene il termine abbia un profondo significato Cristiano e implichi che nessuno sia escluso dalla salvezza, il tema dell’inclusione è stato anche sfruttato, ad esempio, per promuovere l’accettazione di specifiche pressioni da parte della comunità LGBT.

Ci troviamo, in definitiva, di fronte a un Papa ancora da decifrare, e i suoi prossimi documenti riveleranno molto.

Ci sarà un documento del Dicastero per la Dottrina della Fede sulla cooperazione di Maria alla salvezza, avviato sotto Papa Francesco, che ha respinto completamente il termine “corredentrice”. Ma resta da vedere, se Leone XIV abbia deciso di mantenere tale approccio o, invece, abbia adottato una direzione diversa. Quel documento sarà probabilmente il primo banco di prova che rivelerà davvero fino a che punto Leone XIV sia realmente in continuità con il suo predecessore.

C’è anche una controversia in fermento, derivante dal processo sinodale dei vescovi italiani, sul quale si è registrato un significativo disaccordo su punti non solo morali e antropologici, ma anche ecclesiologici, riguardanti l’organizzazione e l’esercizio del potere di governo all’interno dell’episcopato.

In sintesi: l’assemblea sinodale italiana ha respinto ad aprile un primo documento, il che ha spinto i vescovi italiani a rinviare la discussione e anche la loro assemblea plenaria. Successivamente, l’assemblea sinodale ha approvato un documento, che chiede ai vescovi di sostenere anche le manifestazioni anti-omofobe. Dopo la pubblicazione del testo, si è anche cercato di rendere obbligatorie le raccomandazioni dell’assemblea, il che crea un enorme problema: nessun organo amministrativo, nemmeno una conferenza episcopale, può obbligare un vescovo a prendere determinate decisioni. Resta da vedere se Papa Leone XIV interverrà nella questione, ma è difficile immaginare una situazione in cui possa restarne completamente fuori, anche se desiderasse mantenere le distanze.

Non sono solo Leone XIV e il suo pontificato a rimanere oggi sospesi tra il desiderio di una verità trasparente e la necessità di “includere” tutti, in qualche modo. È l’ufficio papale stesso. Potrebbe volerci del tempo prima di vedere, attraverso la nomina del personale proprio di Leone XIV in posizioni chiave all’interno del governo della Chiesa, quale direzione prenderanno le cose.

Questo articolo nella nostra traduzione italiana è stato pubblicato dall’autore in inglese sul suo blog Monday Vatican.

[*] Il termine eschaton, dal greco eskhatos (ultimo), indica i tempi ultimi, il periodo finale della storia, gli “ultimi giorni” prima della fine dei tempi e del ritorno di Cristo secondo le profezie, il Giorno del Giudizio e il destino ultimo dell’uomo, dell’umanità e dell’universo.

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