Papa Leone XIV: parlare al cuore degli studenti

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“Come sappiamo, la Chiesa è Madre e Maestra, e voi contribuite a incarnarne il volto per tanti alunni e studenti alla cui educazione vi dedicate. Grazie infatti alla luminosa costellazione di carismi, metodologie, pedagogie ed esperienze che rappresentate, e grazie al vostro impegno ‘polifonico’ nella Chiesa, nelle Diocesi, in Congregazioni, Istituti religiosi, associazioni e movimenti, voi garantite a milioni di giovani una formazione adeguata, tenendo sempre al centro, nella trasmissione del sapere umanistico e scientifico, il bene della persona”: questa mattina papa Leone XIV ha incontrato insegnanti e studenti  per il Giubileo del mondo educativo, esortando i maestri ad entrare in contatto con ‘l’interiorità’ degli studenti.

Nel discorso è partito dall’essere stato insegnante: “Anch’io sono stato insegnante nelle Istituzioni educative dell’Ordine di Sant’Agostino e vorrei perciò condividere con voi la mia esperienza, riprendendo quattro aspetti della dottrina del Doctor Gratiae che considero fondamentali per l’educazione cristiana: l’interiorità, l’unità, l’amore e la gioia. Sono principi che vorrei diventassero i cardini di un cammino da fare insieme, facendo di questo incontro l’inizio di un percorso comune di crescita e arricchimento reciproco”.

E’ stato un invito a scoprire il ‘vero maestro’: “Circa l’interiorità, sant’Agostino dice che ‘il suono delle nostre parole percuote le orecchie, ma il vero maestro sta dentro’, ed aggiunge: ‘Quelli che lo Spirito non istruisce internamente, se ne vanno via senza aver nulla appreso’. Ci ricorda, così, che è un errore pensare che per insegnare bastino belle parole o buone aule scolastiche, laboratori e biblioteche. Questi sono solo mezzi e spazi fisici, certamente utili, ma il Maestro è dentro. La verità non circola attraverso suoni, muri e corridoi, ma nell’incontro profondo delle persone, senza il quale qualsiasi proposta educativa è destinata a fallire”.

Quindi il maestro è colui che parla al cuore dei ragazzi: “Noi viviamo in un mondo dominato da schermi e filtri tecnologici spesso superficiali, in cui gli studenti, per entrare in contatto con la propria interiorità, hanno bisogno di aiuto. E non solo loro. Anche per gli educatori, infatti, frequentemente stanchi e sovraccarichi di compiti burocratici, è reale il rischio di dimenticare ciò che san John Henry Newman sintetizzava con l’espressione: cor ad cor loquitur (‘il cuore parla al cuore’) e che sant’Agostino raccomandava, dicendo: ‘Non guardare fuori. Ritorna a te stesso. La verità risiede dentro di te’.

Sono espressioni che invitano a guardare alla formazione come a una via su cui insegnanti e discepoli camminano insieme, consapevoli di non cercare invano ma, al tempo stesso, di dover cercare ancora, dopo aver trovato. Solo questo sforzo umile e condiviso, che nei contesti scolastici si configura come progetto educativo,  può portare alunni e docenti ad avvicinarsi alla verità”.

Perciò è necessaria l’unità, parola che ha scelto come motto papale, decidendo di continuare il progetto del Patto Educativo Globale: “Questa dimensione del ‘con’, costantemente presente negli scritti di Sant’Agostino, è fondamentale nei contesti educativi, come sfida a ‘decentrarsi’ e come stimolo a crescere…  E se ciò è vero in senso generale, lo è a maggior ragione nella reciprocità tipica dei processi educativi, in cui la condivisione del sapere non può che configurarsi come un grande atto d’amore”.

Quindi per portare avanti l’educazione è necessario l’amore: “In campo formativo, allora, ciascuno potrebbe chiedersi quale sia l’impegno posto per intercettare le necessità più urgenti, quale lo sforzo per costruire ponti di dialogo e di pace, anche all’interno delle comunità docenti, quale la capacità di superare preconcetti o visioni limitate, quale l’apertura nei processi di co-apprendimento, quale lo sforzo di venire incontro e rispondere alle necessità dei più fragili, poveri ed esclusi. Condividere la conoscenza non è sufficiente per insegnare: serve amore”.

E’ con amore che si valorizza lo studente: “Solo così essa sarà proficua per chi la riceve, in sé stessa e anche e soprattutto per la carità che veicola. L’insegnamento non può mai essere separato dall’amore, ed una difficoltà attuale delle nostre società è quella di non saper più valorizzare a sufficienza il grande contributo che insegnanti ed educatori danno, in merito, alla comunità. Ma facciamo attenzione: danneggiare il ruolo sociale e culturale dei formatori è ipotecare il proprio futuro, e una crisi della trasmissione del sapere porta con sé una crisi della speranza”.

Ma tutto ciò deve essere fatto con gioia: “Oggi, nei nostri contesti educativi, preoccupa veder crescere i sintomi di una fragilità interiore diffusa, a tutte le età. Non possiamo chiudere gli occhi davanti a questi silenziosi appelli di aiuto, anzi dobbiamo sforzarci di individuarne le ragioni profonde. L’intelligenza artificiale, in particolare, con la sua conoscenza tecnica, fredda e standardizzata, può isolare ulteriormente studenti già isolati, dando loro l’illusione di non aver bisogno degli altri o, peggio ancora, la sensazione di non esserne degni”.

Quindi quattro parole che devono diventare ‘punti cardine’: “Perciò, carissimi, vi invito a fare di questi valori (interiorità, unità, amore e gioia) dei ‘punti cardine’ della vostra missione verso i vostri allievi”.

Anche nell’incontro con i membri  dell’ ‘Organización de Universidades Católicas de América Latina y el Caribe’ papa Leone XIV aveva evidenziato la necessità dell’istruzione cattolica: “Oggi, l’università cattolica, come ha affermato papa Francesco, rimane uno dei migliori strumenti che la Chiesa offre al nostro tempo, ed è espressione di quell’amore che anima ogni azione della Chiesa, ovvero l’amore di Dio per la persona umana”.

Da qui l’importanza delle Università cattoliche in America Latina: “Fin dalle origini della vita universitaria in America Latina, la Chiesa è stata una forza trainante nell’educazione. Le prime università del continente, come quelle di Santo Domingo, San Marcos a Lima, in Messico, e molte altre, sono nate dall’iniziativa di vescovi, religiosi e missionari convinti che annunciare Gesù Cristo, ‘Via, Verità e Vita’, ‘sia parte integrante del messaggio cristiano di salvezza’… Siete ben consapevoli delle sfide che l’educazione deve affrontare oggi. Con creatività, e sapendo che la grazia vi sostiene, proseguite nella missione che la Chiesa vi affida”.

(Foto: Santa Sede)

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