Chi è Papa Leone XIV veramente?

Papa Leone XIV
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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 27.10.2025 – Andrea Gagliarducci] – Il 23 ottobre 2025 Papa Leone XIV ha pronunciato un Discorso ai partecipanti all’Incontro Mondiale dei Movimenti Popolari, riportando in primo piano una domanda centrale: chi è veramente Leone XIV? È una domanda che praticamente tutti si sono posti, fin dall’inizio del suo pontificato ancora giovanissimo, ed è più che giusto dire che le osservazioni di Leone XIV in quell’occasione lo hanno fatto assomigliare molto al suo controverso predecessore.

Il discorso ai movimenti popolari ricordava, sotto ogni aspetto, un discorso di Papa Francesco. Tutti i punti di forza del Papa sudamericano erano presenti, dall’idea che il centro si vede meglio dalle periferie, al sostegno della Chiesa alle lotte dei movimenti popolari per la terra, la casa e il lavoro, all’esaltazione della ricerca di soluzioni dal basso da parte dei movimenti di base, perché le soluzioni non possono essere prerogativa delle élite.

Questa è la seconda volta nell’ultimo mese, che Leone XIV parla come Papa Francesco. La prima volta fu con la pubblicazione di Dilexi te, un’altra Esortazione tipicamente “francescana”, nel tono e nell’approccio. In quell’occasione, tuttavia, Leone XIV aveva chiarito di aver ereditato un progetto dal suo predecessore e che tutto doveva essere adattato a un clima, un ambiente e un’educazione diversi.

Nel caso del discorso ai movimenti popolari, tuttavia, le osservazioni furono di Leone XIV – o almeno dei suoi ghostwriter – che sempre più spesso infarciscono i loro discorsi di citazioni di Papa Francesco. Chiunque abbia scritto il discorso, tuttavia, lo fece approvare e leggere dal Papa, e quindi si deve supporre che Leone XIV ne condividesse il contenuto e il tono.

Il fatto è, che il discorso ai movimenti popolari è allo stesso tempo in continuità e in contraddizione con quello che è stato il pontificato di Leone XIV fino a oggi.

Rivolgendosi ai movimenti popolari, Leone XIV scelse di rivolgersi a un mondo sudamericano unico, che alcuni hanno riassunto come “il Social Forum portato in Vaticano”. Lo fece dalla prospettiva di un vescovo missionario in Sud America. Tuttavia, egli abbracciò anche quelle lotte, rivendicando la cultura originaria dei popoli che si impegnavano nei movimenti popolari.

Inviando un Messaggio alle reti dei popoli originari e dei teologi di teologia indigena in occasione dell’Anno Giubilare lo scorso 14 ottobre, Leone XIV aveva effettivamente affermato l’importanza delle culture originarie. Tuttavia, aveva anche sottolineato che “ogni nostro discernimento storico, sociale, psicologico o metodologico trova il suo senso ultimo nel mandato supremo di far conoscere Gesù Cristo”.

Manca un riferimento a Cristo nei discorsi ai movimenti popolari, il che è interessante, perché Leone XIV ne ha costantemente ribadito la centralità nei suoi scritti e nelle sue osservazioni a braccio – si veda, ad esempio, il suo dialogo con i partecipanti al Giubileo delle Equipe sinodali. Si fa riferimento alla civiltà dell’amore voluta da Gesù, ma questa civiltà dell’amore sembra avere una costruzione specificamente sociale, piuttosto che reale.

Ovviamente, il discorso ai movimenti popolari ha risvegliato coloro che cercano a tutti i costi una continuità tra Papa Francesco e Leone XIV. Immediatamente, si sono affrettati a considerare le osservazioni rivolte ai movimenti popolari come prova incontrovertibile di perfetta continuità, e a sostenere che chi ha notato una reale differenza tra Papa Francesco e Leone XIV ha frainteso almeno l’uomo nuovo.

Eppure le discontinuità sono tutte lì, nei simboli costantemente negati durante il pontificato di Francesco, dalla mozzetta rossa indossata da Leone XIV fin dalla sua prima apparizione sulla Loggia delle Benedizioni, al cerimoniale di stato accettato e attuato durante la sua visita al Quirinale, residenza del Presidente della Repubblica italiana, lo scorso 14 ottobre.

Al Quirinale, Leone XIV aveva anche utilizzato il titolo di Primate d’Italia, mentre nel libro Leone XIV: Cittadino del Mondo, Missionario del XXI Secolo, aveva anche dato una diversa definizione di sinodalità, il che dimostra che non intende adottare tutte le strutture e gli schemi in materia sinodale, messi in atto da Papa Francesco.

Chi è, dunque, veramente Leone XIV?

È il Papa occidentale che conosce i simboli e vive la dottrina della Chiesa secondo la tradizione? Oppure è il successore di Francesco, in qualche modo influenzato dalla sua esperienza di vescovo missionario in America Latina, di cui comprende molto bene i temi e i problemi? Leone XIV è il Papa che mette Cristo al centro o il Papa che riafferma il suo sostegno ai movimenti popolari senza menzionare Cristo?

Qui, vale la pena fare una parentesi, una digressione.

All’inizio del pontificato, Francesco ereditò la tradizione secondo cui, a ogni incontro con i vescovi durante le loro visite ad limina, il Papa pronunciava un discorso, solitamente preparato dalla Segreteria di Stato. Nel 2015, durante la visita ad limina dei vescovi tedeschi, Papa Francesco pronunciò il suo discorso preparato, che fu pubblicato dalla Sala Stampa della Santa Sede, come di consueto. Il discorso conteneva una severa invettiva contro la Chiesa tedesca, con particolare attenzione alla perdita di fedeli.

Papa Francesco non voleva attaccare frontalmente la Chiesa tedesca. Il processo sinodale 2021-2024 stesso è stato, in un certo senso, la risposta di Francesco al Cammino Sinodale del Popolo di Dio in Germania. Francesco probabilmente credeva che porre la Chiesa in uno stato permanente di sinodo avrebbe assorbito le esplosioni progressiste tedesche. Si sbagliava.

Il risultato di quella situazione, tuttavia, fu che Francesco decise di smettere di preparare qualsiasi discorso. Tenne solo incontri a porte chiuse con i vescovi, parlando a tutti, evitando così testi che, redatti al di fuori della sua cerchia di seguaci fedeli, avrebbero potuto tradire il suo pensiero.

Leone continua – finora – a lavorare con la struttura che lo ha preceduto, con gli stessi ghostwriter di Papa Francesco, con un mondo che, oggi, non vuole fare un passo indietro, perché qualsiasi passo indietro significherebbe un troncamento se non un tradimento del lavoro portato avanti.

Leone non ha ancora un suo team di scrittori. Non ha ancora una squadra, non proprio. È facile per il Papa, di fronte a così tante questioni, affidarsi semplicemente a un testo scritto, con o senza prima controllarlo o revisionarlo.

La domanda iniziale rimane: chi è veramente Leone XIV? Le decisioni del governo non lo hanno ancora definito – è stato scelto un solo capo dicastero, il Vescovo Filippo Iannone, che gli è succeduto al Dicastero per i Vescovi – mentre la luna di miele con i media sembra a rischio ogni volta che il Papa parla a braccio.

Leone XIV è un papa di nuova-generazione, ma a volte si ritrova a pensare come la generazione precedente. Cosa farà Leone XIV per avere una sua squadra, compresi coloro che scrivono i suoi discorsi?

Questo articolo nella nostra traduzione italiana è stato pubblicato dall’autore in inglese sul suo blog Monday Vatican.

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