Convegno di studi all’Università di Bologna sulla criticità emergenti nella giustizia penale nella Chiesa Cattolica e nello Stato della Città del Vaticano

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 17.10.2025 – Ivo Pincara] – Mercoledì 15 ottobre 2025 alle ore 17.00 si è svolto – presso l’Alma Mater Studiorum-Università di Bologna, nella Sala Armi del palazzo Malvezzi in via Zamboni 22 – un convegno di studio dal titolo La giustizia penale nella Chiesa Cattolica e nello Stato della Città del Vaticano: criticità emergenti, nell’ambito del ciclo di incontri I mercoledì di Ippolito Marsili. Storia e attualità della giustizia criminale organizzato dal Centro per la Storia della Giustizia criminale (CISGC). I provvedimenti legislativi operati dalla Suprema Autorità della Chiesa nell’ultimo periodo sono stati al centro del convegno, soprattutto per quanto riguarda l’ambito della giustizia penale. Il dibattito multidisciplinare ha riguardato i due ambiti che ricadono sotto la responsabilità del Sommo Pontefice, quello dell’ordinamento canonico del corpo ecclesiale e quello civile dello Stato della Città del Vaticano, di cui il Papa è Sovrano.

La riflessione ha preso avvio dagli studi della Prof.ssa Geraldina Boni e dei suoi collaboratori, il Prof. associato Manuel Ganarin e il Ricercatore Alberto Tomer pubblicati nei volumi Il «processo Becciu». Un’analisi critica (Marietti1820, Bologna, 2025) e La lesione dei principi di legalità penale e del giusto processo nell’ordinamento canonico. Quali ripercussioni giuridiche nel diritto italiano? (Bologna University Press, Bologna, 2025).

Dopo i saluti istituzionali, e l’Introduzione del Prof. Marco Cavina, Direttore del Centro interuniversitario per la storia della giustizia criminale dell’Università di Bologna, ne hanno discusso – moderati dal Prof. Andrea Zanotti, canonista dell’Università di Bologna – Prof. Michele Caianello, Ordinario di Diritto processuale penale presso l’Università di Bologna; Prof. Giuseppe Comotti, Ordinario di diritto canonico dell’Università degli Studi di Verona; Prof. Vittorio Manes, Ordinario di diritto penale dell’Università di Bologna; e il Vescovo Giuseppe Sciacca, Presidente emerito dell’Ufficio del Lavoro della Sede Apostolica e Segretario emerito del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica.

Prof. Vittorio Manes: “Sono studi che mettono in luce, con grande acume e con grande vigilanza, anche critica, le torsioni che il sistema delle garanzie della legalità e del giusto processo hanno subito nelle più recenti esperienze della giustizia vaticana e mettono in luce anche tutta la preoccupazione che questo desta. Un sistema di giustizia, come il vaticano appunto, dovrebbe sempre rispettare i postulati fondamentali e i criteri di legittimazione del diritto punitivo, e non dovrebbe mai rinunciare – anche di fronte ai crimini più gravi – al rispetto dei diritti, delle libertà e delle garanzie fondamentali”.

Prof. Manuel Ganarin: “Abbiamo potuto analizzare alcuni punti di criticità: per esempio il diritto di deroga alla prescrizione, che viene riconosciuta al dicastero per la dottrina della fede e ad una particolare vicenda giudiziaria, oggi è sottoposta al giudizio della Corte d’Appello dello Stato della Città del Vaticano e che presenta alcune problematicità che investono non solamente lo Stato del Vaticano, ma rischiano di avere in futuro anche delle ricadute a livello europeo e internazionale”.

Prof.ssa Geraldina Boni: “In realtà alcune modifiche normative che sono avvenute negli ultimi anni, sia nell’ordinamento canonico che in quello vaticano, hanno sollevato delle perplessità sulla loro conformità, con i corollari imprescindibilmente legati al principio capitale del giusto processo, sancito in carte costituzionali e in dichiarazioni internazionali. Nella Chiesa e nell’ordinamento vaticano (nel quale il diritto canonico, lo ricordo, è la prima fonte normativa), è il primo criterio di riferimento interpretativo, e affonda le radici in verità nel diritto divino naturale che nessuna autorità umana può violare o derogare, neppure il Titolare del potere supremo sulla Chiesa universale e il Sovrano del Vaticano”.

Nella reciproca e totale autonomia tra diritto italiano, rispetto a quelli canonico e vaticano, il dibattito ha fatto emergere la seria preoccupazione che le criticità che emergono nelle modifiche apportate da Papa Francesco, possano generare conseguenze sul piano internazionale, rispetto a procedure che collidono con le esigenze del giusto processo così come stabilito dagli accordi internazionali.

Ad esempio, il frequente ricorso al processo amministrativo nel dicastero per la Dottrina della Fede, rispetto alla via giudiziaria, pone interrogativi riguardo tanto alla tutela delle vittime, quanto ai diritti di difesa della parte inquisita.

Prof. Vittorio Manes: “La modificazione del regime della prescrizione dei reati che è stata adottata, mentre si svolgevano i processi, ma anche l’applicazione retroattiva, ha procurato una grave ferita al secolare principio di legalità”.

Prof.ssa Geraldina Boni: “C’è un’istanza etica. Penso che ad animarci – me e i miei allievi che hanno collaborato – sia questo: il tentativo di riuscire a migliorare l’applicazione del giusto processo nella chiesa. Per realizzare quella che era un’aspirazione detta molto bene da San Giovanni Paolo II: la Chiesa deve essere un luminoso ed esemplare «speculum iustitiæ»”.

Il giusto processo si basa sui pilastri del contraddittorio tra le parti, della parità delle condizioni e della terzietà del giudice: questo è l’obiettivo che la ricerca presentata intende perseguire ed è importante che anche una Università statale se ne occupi.

Prof. Vittorio Manes: “È di straordinaria importanza perché le università sono delle stanze di discussione, delle camere di discussione. Il confronto tra le diverse esperienze dell’ordinamento secolare e dell’ordinamento vaticano può arricchire la coscienza critica non solo degli studenti, ma anche dei docenti”.

Prof. Manuel Ganarin: “L’incontro di oggi è stato particolarmente proficuo, perché abbiamo potuto promuovere anche un approccio, una riflessione di carattere interdisciplinare, che spero potrà essere all’insegna della reciprocità arricchente non solo per i cultori del diritto della Chiesa e del diritto vaticano”.

Fonte: 12Porte, settimanale televisivo dell’Arcidiocesi di Bologna a cura dell’Ufficio Comunicazioni Sociali.

Indice – Caso 60SA
Rassegna stampa sul “caso Becciu”

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