Convegno di studi a Napoli sulla responsabilità personale e sociale in San Tommaso d’Aquino a 800 anni dalla nascita
[Korazym.org/Blog dell’Editore, 06.10.2025 – Vik van Brantegem] – Quest’anno ricorre l’Ottavo Centenario della nascita di San Tommaso d’Aquino, noto per aver cercato di armonizzare la fede Cristiana con la ragione filosofica, in particolare riprendendo il pensiero di Aristotele. Cercò di conciliare la filosofia aristotelica con la teologia agostiniana. Impiegò sia la ragione che la fede nello studio della metafisica, della filosofia morale e della religione. Pur accettando l’esistenza di Dio per fede, offrì cinque prove dell’esistenza di Dio a sostegno di tale convinzione.
Venerdì 10 ottobre 2025, presso la sala San Tommaso del convento di San Domenico Maggiore in Vico San Domenico Maggiore 18 a Napoli, si svolgerà il convegno di studi dal tema L’attualità della riflessione etica di Tommaso d’Aquino. La responsabilità tra morale, diritto e politica. Il programma è diviso in due sessioni, una mattutina e una pomeridiana, con interventi di diversi professori e avvocati. I lavori saranno coordinati dal Prof. Giovanni Turco dell’Istituto Filosofico San Tommaso d’Aquino di Napoli e conclusi dal Prof. Miguel Ayuso dell’Università Pontificia Comillas di Madrid. Si tratta di un evento di livello universitario e di respiro internazionale, che ha di mira l’approfondimento di alcuni aspetti notevoli dell’Etica elaborata da San Tommaso d’Aquino, nella prospettiva dell’intelligenza di una questione di notevole attualità – quella della responsabilità personale e sociale – il cui rilievo richiede una riflessione capace di coniugare morale, diritto e politica, in una considerazione capace di indagare l’esperienza, di sondare ordinamenti, di valutare tesi e di cogliere principi.
Il Convegno si svolge nell’Ottavo Centenario della nascita di San Tommaso d’Aquino, al culmine del triennio che ha visto ricorrere il Settimo Centenario della canonizzazione (2023), i 750 anni dalla morte (2024) nonché gli 800 anni, appunto, dalla nascita (2025). Ricorrenze in occasione delle quali, nelle più diverse aree culturali, si sono svolte iniziative di studio – relative a temi qualificanti del pensiero tommasiano – a cura di numerose e varie istituzioni accademiche.
Il Convegno è promosso dal Consiglio di studi ispanici Filippo II di Madrid, dall’Unione internazionale Giuristi Cattolici di Roma, dalla Sezione di Napoli della Società Internazionale Tommaso d’Aquino, con la collaborazione dell’Istituto filosofico “San Tommaso d’Aquino” di Napoli, con il patrocinio morale del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli e della Fondazione dell’Avvocatura Napoletana per l’Alta Formazione Forense.
Il Convegno si colloca nel contesto di un complessivo progetto di studi che ha previsto lo svolgimento di tre convegni internazionali – durante il medesimo anno 2025 – tra loro connessi intenzionalmente quanto alla prospettiva di indagine e all’intenzione di approfondimento della filosofia pratica tomista, nella sua autenticità teoretica, annodandone i versanti morale, giuridico e politico. In ispecie, merita di essere segnalato che il Convegno celebrato a Madrid sulla Attualità politica di San Tommaso d’Aquino si è svolto in occasione della IX Giornata Ispanica di Diritto Naturale e ha avuto la collaborazione del Gruppo Internazionale “Politica postmoderna e crisi attuale” della Federazione Internazionale delle Università Cattoliche di Parigi, della Real Academia de Jurisprudencia y Legislación e della Confederación Española de Juristas Católicos. Analogamente, il Convegno tenutosi a Parigi sulla Attualità giuridica di San Tommaso d’Aquino ha visto la cooperazione dell’Institut de philosophie comparée (presso la cui sede si è tenuto), dell’Université catolique de l’Ouest, del Circolo Affectio Societatis, del Centro San Louis e del Centro Saint Thomas.
Questi Convegni sono coordinati da un Comitato direttivo composto da: Miguel Ayuso (Madrid), Michel Bastit (Dijon) y Danilo Castellano (Udine).
Il Comitato scientifico è costituito da: Fernán Altuve-Febres (Lima), Miguel Ayuso (Madrid), Jacek Bartyzel (Toruń), Michel Bastit (Dijon), Danilo Castellano (Udine), Ricardo M. Dip (São Paulo), Frank Judo (Bruxelles), Brian McCall (Oklahoma), Alejandro Ordóñez (Santafé de Bogotá), Michael Rainer (Salzburg), Juan Fernando Segovia (Mendoza) y José Luis Widow (Santiago de Chile).
Il Comitato esecutivo è composto da: Basile Merand (Nantes), Javier F. Sandoval (Sevilla) e Giovanni Turco (Napoli).
Convegno di studi
L’attualità della riflessione etica di Tommaso d’Aquino
La responsabilità tra morale, diritto e politica
Programma
Prima Sessione
Indirizzi di saluto
Avv. Carmine Foreste, Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli
Avv. Alfredo Sorge, Presidente della Fondazione dell’Avvocatura Napoletana per l’Alta Formazione Forense
Interventi
La virtù della prudenza in colui che è chiamato a governare: Dott. Don Samuele Cecotti dell’Osservatorio Internazionale Cardinale Van Thuân
Questione di coscienza: la scelta del soggetto morale tra natura e autodeterminazione: Avv. Prof. Francesco Biuso dell’Université Paris I
Problemi bioetici e biolegali attuali: Avv. Prof. Rudi Di Marco dell’Istituto Universitario San Domenico di Roma
Seconda Sessione
Interventi
Lealtà, obbedienza e resistenza: Prof. Giovanni Turco dell’Istituto Filosofico San Tommaso d’Aquino di Napoli
Il problema del male minore: aspetti morali: Prof. Danilo Castellano dell’Università di Udine
Conclusioni
Prof. Miguel Ayuso dell’Università Pontificia Comillas di Madrid

Decorava il dormitorio del convento di San Domenico a Fiesole e venne staccato e venduto all’epoca delle soppressioni napoleoniche, quando gran parte dei tesori artistici vennero dispersi. L’affresco venne asportato durante le spoliazioni napoleoniche, spedito in Francia e venduto ai Russi.
Tommaso d’Aquino
Ottocento anni di luce
«Luce alta sui monti e stella orientatrice del cammino della Chiesa e dei popoli è stato ed è il pensiero di san Tommaso d’Aquino, di cui in quest’anno giubilare ricorre l’800° anniversario della nascita: 1225-2025. Egli è stato dalla Chiesa chiamato in vari modi: Doctor Angelicus, Doctor Communis, Doctor Humanitatis, etc. Giovanni Paolo II nel discorso all’Unesco (giugno 1980) lo indicò come uno dei più grandi geni del cristianesimo, non solo teologo ma pure filosofo. Da quasi due secoli e con alterne vicende il Tommaso filosofo e metafisico è ritornato ad essere meditato, sia pure fiocamente, dai filosofi che cercano sin dai tempi più lontani la verità dell’essere. Dico fiocamente in quanto rimane in una parte della cultura, forse però in declino, una diffidenza quasi sprezzante per il Medioevo e per l’Aquinate, in specie nell’area continentale, e in minor misura in ambito anglosassone. Meditare sull’essere, la vita, Dio, l’uomo e la verità fu il suo itinerario, mosso dallo stupore e dalla sete di conoscenza; coloro che anche oggi lo seguono provano lo stesso sentimento. (…)
Il rapporto del soggetto con la realtà: qui Tommaso non fu né un cartesiano né un hegeliano o un’idealista ante litteram. Egli afferma il primato del piano reale dove vivono ed operano solo gli enti reali, gli individui e le sostanze individuali. L’Aquinate aborre dall’assumere che il piano reale sia quello delle Idee, di modo che l’approccio alla realtà diventa essenzialmente logico. Il reale non è una deduzione dell’idea, ma è la cosa stessa da cui si deve partire, e il reale è composto di individui concreti. Non si può modellare il mondo concreto sul pensiero; occorre viceversa prendere le mosse dal mondo di vita, dagli enti che si danno e che stupiscono. Tommaso non poteva prevedere che una parte più che consistente della filosofia moderna avrebbe preso la via senza uscita del primato dell’idea e della deduzione dell’esistenza dall’essenza, ossia la schematizzazione logica del Tutto. Ci ha però fornito gli strumenti essenziali per rigettare l’identità hegeliana di Logica e di Metafisica. Bisogna dimenticarsi di sé e delle categorie a priori quando ci si confronta con l’oggetto. Questo è ciò che ci sta dinanzi e con cui occorre fare i conti. Allontanare il proprio narcisismo e lasciare il campo ad un ‘puro guardare’: nel nostro connaturale desiderio di conoscere il primato compete perciò all’ente e all’essere che dovunque ci circondano Proprio su questi aspetti spicca il contributo preziosissimo dell’Aquinate che contemplando le cose e il cosmo, intende che una corrente universale di vita e di esistenza percorre il tutto. Il suo fu un esistenzialismo metafisico: la grande scoperta dell’atto d’essere (actus essendi) che vivifica dall’interno ogni esistente concreto. Siamo così posti dinanzi alla questione di Dio quale esse ipsum per se subsistens che è causa di tutto l’essere diveniente. Dio abbraccia tutto e niente lo può abbracciare. La cultura tardo moderna e contemporanea manifesta in genere una considerevole indifferenza verso Dio, già notata da Nietzsche. Nella “civiltà della Tecnica” in cui siamo immersi fino al collo, col palpabile rischio di essere da essa soverchiati, il pensiero dell’Aquinate rappresenta l’oltrepassamento di tutte le chiusure cui spesso ci inchiniamo e una rivendicazione della dignità umana: non siamo solo soggetti di consumo o oggetti di manipolazione tecnica. Anche per questo la sua “filosofia dell’essere e dell’uomo” è in potenza attiva verso il futuro» (Vittorio Possenti – Avvenire, 28 maggio 2025).

Il dipinto raffigura San Tommaso d’Aquino in piedi al leggio, affiancato da pensatori Cristiani che discutono del filosofo musulmano Averroè (1126–98) addormentato. Collocando San Tommaso direttamente sopra la figura prona, l’artista eleva simbolicamente gli insegnamenti di Tommaso a quelli di Averroè.
Originariamente una copertina per i registri del tesoro senese, questo pannello includeva nella metà inferiore gli emblemi araldici delle famiglie dei funzionari del tesoro. La parte superiore di alcune insegne è appena visibile lungo il bordo inferiore tagliato del pannello.
Itinerario angelico di un uomo
Breve biografia di San Tommaso d’Aquino
di Rodrigo Siqueira Pinto Ferreira
da Rivista Cattolica
Tra i suoi, la famiglia domenicana annovera un sole di incomparabile grandezza. Spettava a quest’astro beneficare la Chiesa con la luce del suo insegnamento e, soprattutto, con il calore della sua santità.
Tommaso nacque nei dintorni di Aquino alla fine del 1224 o all’inizio dell’anno successivo da una delle famiglie più illustri del Regno di Sicilia. Tra i suoi parenti figurano l’Imperatore Barbarossa, suo zio, e Federico II del Sacro Impero, suo cugino.
Desiderosi di vedere uno dei loro rampolli sul trono abbaziale del Monastero di Montecassino, situato nelle vicinanze del feudo di famiglia, i suoi genitori provvidero all’ingresso del piccolo Tommaso nella vita religiosa. A soli sei anni, era già sui sentieri del grande San Benedetto. Dotato di uno spirito profondo e allo stesso tempo elevato, rifletteva sulle verità della Fede che ascoltava. Già all’inizio della sua formazione, si distinse perché chiese ai suoi confratelli una spiegazione completa di chi fosse Dio.
Contatto con l’Ordine dei Predicatori
A causa di alcuni dissensi intercorsi tra il Sacro Impero e Roma, i suoi genitori lo mandarono a Napoli all’età di quattordici anni, per studiare le arti liberali nell’università che era stata appena fondata. È in questo periodo che sbocciò la sua vera vocazione. Quando entrò in contatto con l’Ordine dei Predicatori da poco fondato da San Domenico di Guzman, ne fu molto attratto e si unì a loro.
Tuttavia, essendo mendicante, l’Ordine andava contro gli standard mondani dell’epoca, soprattutto contro gli obiettivi di realizzazione umana dei suoi genitori. La madre ordinò quindi agli altri figli di rapire Tommaso e riportarlo a casa.
Maestro a Parigi
Terminata la prigionia tra i suoi nel 1245, il giovane religioso fu condotto dallo stesso superiore generale dei domenicani all’allora capitale del pensiero cristiano: Parigi, la “nuova Atene”. Fu nel Convento di Saint-Jacques che trovò l’ambiente di raccoglimento e di meditazione necessario per il buon rendimento dei suoi studi. Per frequentare il corso di Teologia entrò all’università, dove ebbe come compagno il Dottore Serafico, San Bonaventura, e come guida e maestro Sant’Alberto Magno, il Dottore Universale, che seguì tre anni dopo a Colonia.
Nel 1252, all’età di ventisette anni, tornò a Parigi come baccelliere e iniziò a insegnare al fine di ottenere il titolo di maestro. Nel marzo 1256, ricevette la licentia docendi insieme a San Bonaventura. In questo periodo scrisse i commenti al libro delle Sentenze di Pietro Lombardo, come pure al Vangelo di Matteo e al Libro di Isaia. Quattro anni dopo scrisse la Somma contro i gentili, opera in cui vengono discussi i principi filosofici che sostengono la fede cristiana.
Il suo prestigio di saggio e di santo aveva raggiunto i più alti circoli ecclesiastici. Nel periodo tra il 1259 e il 1268 fu convocato ad accompagnare la corte pontificia nei viaggi attraverso l’Italia come teologo-consulente del Papa. Conciliava il suo nuovo incarico con la magistratura a Parigi.
Ardente devoto del Santissimo Sacramento
Tommaso nutriva un amore così grande per il Pane degli Angeli che era il primo a svegliarsi di notte e a prostrarsi davanti al tabernacolo. Quando la campana suonava il Mattutino, tornava di nascosto nella sua cella, in modo che nessuno lo notasse. La Divina Provvidenza, tuttavia, dispose gli eventi in modo tale da manifestare al mondo l’ardore eucaristico che traboccava dal cuore di questo grande uomo.
Si narra che Urbano IV, al fine di creare un ufficio proprio per la solennità del Corpus Domini appena istituita, chiese che ciascuno dei suoi principali teologi elaborasse una proposta, in modo da scegliere quella più adeguata. Scaduto il termine, tutti si riunirono dal Papa e, non senza riluttanza, San Tommaso fu il primo a leggere il proprio lavoro. L’ascolto delle lodi provenienti dal cuore dell’Aquinate provocò un turbamento generale. San Bonaventura, anch’egli presente, rimase talmente impressionato dal contenuto della composizione del Dottore Angelico che stracciò i suoi scritti, e gli altri seguirono il suo esempio. Un atteggiamento di insolita umiltà, purtroppo raro nei circoli intellettuali…
Dalla sequenza Lauda Sion, le cui lodi saranno sempre inferiori ai meriti, sembra salire al cielo il grido più puro e devoto di quanti trovano nel Sacramento dell’Altare la Presenza Reale di quello stesso Gesù che, trionfante, percorse la Galilea dopo la Risurrezione per incoraggiare i suoi Apostoli.
Consigliere del Re
Al suo ritorno a Parigi nel 1269, fu nominato da San Luigi IX suo consigliere personale.
Una volta il santo monarca lo invitò a mangiare alla sua tavola. Senza preoccuparsi del prestigio che tale invito comportava, rifiutò con la motivazione che stava dettando la Somma Teologica, lavoro che non poteva essere facilmente interrotto. Il re si rivolse allora al superiore del Santo, che in nome dell’obbedienza gli ordinò di partecipare.
Mentre i commensali erano impegnati in un’animata conversazione, Fra Tommaso rimaneva in disparte, immerso nelle proprie riflessioni. I cortigiani, divertiti e incuriositi, osservavano il singolare commensale, che improvvisamente colpì il tavolo, esclamando a gran voce: «Modo conclusum est contra hæresim Manichæi!» [1]. Aveva appena trovato l’argomento decisivo contro l’eresia dei manichei e non riusciva a trattenere la gioia. Stupefatto, il superiore lo rimproverò, avvertendo che era in presenza del re e dei nobili. Tuttavia, San Luigi, che condivideva gli stessi ideali di conquista della verità e di servizio a Dio, ordinò al suo segretario personale di prendere nota dell’argomento appena spiegato.
Visione misteriosa
Due anni prima della sua morte, l’obbedienza lo rimandò nella sua terra natale per fondarvi un grande centro teologico domenicano, come quello che c’era a Roma. Nel poco tempo che gli rimaneva, si dedicò alla stesura della terza parte della Somma Teologica, che alla fine risultò incompleta…
Dopo la festa di San Nicola, Reginaldo de Piperno, suo fedele segretario, notò che Tommaso aveva smesso di scrivere ed era più silenzioso del solito. Gli chiese allora il motivo di tale atteggiamento. «Non posso più», rispose il maestro. Dopo molte insistenze da parte di Reginaldo, finalmente disse, con una richiesta di riserbo: «Tutto ciò che ho scritto finora mi sembra solamente paglia rispetto a ciò che ho visto e a ciò che mi è stato rivelato».
«Lascio tutto alla correzione della Santa Chiesa»
Pochi mesi dopo, Papa Gregorio X convocò un concilio ecumenico a Lione, al quale avrebbe dovuto partecipare il Dottore Angelico. Questi, sempre più concentrato sulle realtà soprannaturali e distaccato dal mondo, fu fermato a metà del viaggio da una malattia mortale.
Sono degne di nota le sue parole dopo aver ricevuto il viatico: «Ti ricevo, pegno del riscatto della mia anima; Ti ricevo, viatico del mio pellegrinaggio. Per amore Tuo ho studiato, ho viaggiato, ho lavorato; ho predicato e insegnato Te. Non ho detto nulla contro di Te, ma se l’ho fatto senza saperlo, non mi ostino nei miei giudizi; se ho parlato male di questo e degli altri Sacramenti, lascio tutto alla correzione della Santa Chiesa Romana, nella cui obbedienza parto ora dal mondo» [2].
Il 7 marzo 1274, dopo aver ricevuto piamente gli ultimi Sacramenti, consegnò la sua anima. E poté finalmente contemplare senza veli Colui che fin dall’infanzia aveva cercato di conoscere e amare, e della cui causa aveva fatto il suo futuro. ◊
Note
[1] Dal latino: «La confutazione contro l’eresia dei manichei è così conclusa!» (GUGLIELMO DA TOCCO. Ystoria Sancti Thome de Aquino, c.43. Toronto: PIMS, 1996, p.174-175).
[2] AMEAL, João. São Tomás de Aquino. Iniciação ao estudo da sua figura e da sua obra. 3.ed. Porto: Tavares Martins, 1947, p.154.
Foto di copertina: Carlo Crivelli, San Tommaso d’Aquino (dettaglio), 1476, tempera su tavola di pioppo, 61×40 cm, National Gallery, Londra.



























