Papa Francesco al patriarca Sidrak: “Le intese di pace spesso paralizzate da contrapposti e oscuri interessi”

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Papa Francesco chiede con forza la ripresa delle intese di pace in Medioriente, spesso “paralizzate da contrapposti e oscuri interessi”, nell’omelia tenuta nella consueta messa del mattino nella Domus Sanctae Marthae e concelebrata dal patriarca di Alessandria dei copti Cattolici, Ibrahim Isaac Sidrak.

Eletto lo scorso 15 gennaio al posto del cardinal Antonios Naguib, che aveva rassegnato le dimissioni per ragioni di salute, Sidrak aveva ricevuto l’ecclesiastica communio da Benedetto XVI il 18 gennaio scorso. La Messa concelebrata con il Papa nella cappella di Santa Marta è l’occasione per suggellare questa speciale comunione con la Chiesa di Roma, che presiede le altre Chiese nella carità universale, come ricorda Papa Francesco all’inizio della sua omelia.

Le letture sono per Papa Francesco l’occasione per indirizzare il suo pensiero alla difficile situazione dell’Egitto, e – allargando gli orizzonti – al Medioriente. In quella regione, i cristiani vivono tempi difficili, e sono protagonisti di un “esodo nascosto” cui sono costretti dalle difficili situazioni sociali e territoriali.

Non ne è esente l’Egitto: negli ultimi mesi, sono stati 30 mila i cristiani copti che hanno abbandonato la terra del Nilo. Ma nel 2011, quando ci fu un’escalation di violenze culminata con gli attacchi alle Chiese, se ne andarono addirittura in 93 mila in pochi mesi.

Papa Francesco parte dalla prima lettura, in cui il profeta Isaia parla del ritorno glorioso del Signore. E commenta: “L’incoraggiamento agli smarriti del cuore lo sentiamo rivolto a quanti nella vostra amata terra egiziana sperimentano insicurezza e violenza, talora a motivo della fede cristiana”.

Ma è dal Vangelo che Papa Francesco trae lo spunto per il suo appello di pace. Commentando il brano di Luca (5,17-26) che presenta Cristo che vince le paralisi dell’umanità, il Papa sottolinea: “Le paralisi delle coscienze sono contagiose. Con la complicità della povertà della storia, e del nostro peccato, possono espandersi ed entrare nelle strutture sociali e nelle comunità fino a ribaltare popoli interi”.

La situazione, secondo il Papa, può essere ribaltata dall’ “Alzati e cammina” di Gesù. “Preghiamo con fiducia – afferma Papa Francesco – perché in Terra Santa e in tutto il Medio Oriente la pace possa sempre rialzarsi dalle soste troppo ricorrenti e talora drammatiche. Si fermino, invece, per sempre l’inimicizia e le divisioni. Riprendano speditamente le intese di pace spesso paralizzate da contrapposti e oscuri interessi”.

Papa Francesco ha negli occhi l’esodo nascosto dei cristiani dalle terre della Bibbia. Un problema di cui si era parlato diffusamente durante il sinodo per il Medio Oriente del 2011, e poi nell’esortazione post-sinodale di Benedetto XVI Ecclesia in Medio Oriente. “Per necessità, stanchezza o disperazione – scriveva Papa Benedetto –  dei cattolici nativi del Medio Oriente si decidono per la scelta drammatica di lasciare la terra dei loro antenati, la loro famiglia e la loro comunità di fede, altri, al contrario pieni di speranza, fanno la scelta di restare nel loro paese e nella loro comunità. Li incoraggio a consolidare questa bella fedeltà ed a rimanere saldi nella fede”.

Dice Papa Francesco davanti a Sidrak: “Siano date finalmente reali garanzie di libertà religiosa a tutti, insieme al diritto per i cristiani là dove sono nati, nella patria che amano come cittadini da duemila anni, per contribuire come sempre al bene di tutti.”

E torna l’esortazione dell’Evangelii Gaudium, quella di essere creativi nel cercare e raccontare Dio. “Se fosse necessario aprire un buco sul tetto per avvicinarci tutti al Signore – dice Papa Francesco – che la nostra immaginazione creativa della carità ci porti a questo: a trovare e a fare strade di incontro, strade di fratellanza, strade di pace”.

Le strade di pace sono ben presenti nel saluto del patriarca Sidrak. La Chiesa copta d’Egitto è stata spesso sotto attacco, stretta in una morsa di attentati che hanno avuto una escalation nel gennaio 2011, ma che in fondo non si sono mai fermati. Eppure, la Chiesa copta non ha messo fine alla sua tradizione di accoglienza. “Quell’angolo di terra tra il deserto e il Nilo – dice – ha conosciuto, e ancora conosce, il doloroso dramma di tante persone desiderose di essere ascoltate e ospitate. La nostra Chiesa è lì, pronta ad accogliere chiunque bussi alla porta, ad offrire ospitalità a chi chiede aiuto, a soccorrere i bisognosi, gli abbandonati e a testimoniare il Vangelo.”

(nella foto: Papa Francesco dice Messa a Santa Marta una domenica del Tempo Ordinario)

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