Papa Leone XIV ai politici cattolici: una sana laicità per il dialogo interreligioso

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“Promuovere il dialogo tra le culture e le religioni è un obiettivo qualificante per un politico di ispirazione cristiana, e grazie a Dio non mancano personalità che hanno dato buona testimonianza in questo senso. Essere uomini e donne di dialogo significa rimanere ben radicati nel Vangelo e nei valori che ne promanano e, nello stesso tempo, coltivare l’apertura, l’ascolto, il confronto con quanti provengono da altre ispirazioni, ponendo sempre al centro la persona umana, la sua dignità e la sua costituzione relazionale e comunitaria”: questa mattina papa Leone XIV ha ricevuto in udienza i membri del ‘Working Group on Intercultural and Interreligious Dialogue’, organismo del Parlamento europeo, ribadendo l’importanza del dialogo promosso dai politici di ispirazione cristiana.

Per il papa tale ‘lavoro’ significa riconoscere il valore della religione: “Lavorare per il dialogo interreligioso comporta, di per sé, riconoscere che la religione è un valore sia a livello personale sia in ambito sociale. La parola stessa religione contiene il riferimento al legame quale elemento originario dell’umano. Perciò la dimensione religiosa, quando è autentica e ben coltivata, conferisce qualità ai rapporti interpersonali e aiuta molto a formare le persone a vivere in comunità e nella società. E quanto è importante oggi dare valore e significato ai rapporti umani!”

E’ stato un richiamo alla laicità, ricordando l’esempio di De Gasperi, Adenauer e Schumann: “Le istituzioni europee hanno bisogno di persone che sappiano vivere una sana laicità, cioè uno stile di pensiero e di azione che affermi la valenza della religione preservando la distinzione (non separazione né confusione) rispetto all’ambito politico. Anche su questo, più delle parole, vale l’esempio di Robert Schuman, Konrad Adenauer e Alcide De Gasperi”.

Inoltre per la ricorrenza della LX Giornata perle Comunicazioni Sociali che in molti Paesi si celebra il 17 maggio del prossimo anno, solennità dell’Ascensione, papa Leone XIV ha scelto di sottolineare l’importanza di salvaguardare ‘le capacità unicamente umane di empatia, etica e responsabilità morale’ davanti a tecnologie come l’Intelligenza Artificiale con il tema ‘Custodire voci e volti umani’:

“Negli ecosistemi comunicativi odierni, la tecnologia influenza le interazioni in modo mai conosciuto prima, dagli algoritmi che selezionano i contenuti nei feed di notizie fino all’intelligenza artificiale che redige interi testi e conversazioni. Il genere umano ha oggi possibilità impensabili solo pochi anni fa”.

Però si sottolinea che tali strumenti non possono sostituire il ‘giudizio’ umano: “Ma sebbene questi strumenti offrano efficienza e ampia portata, non possono sostituire le capacità unicamente umane di empatia, etica e responsabilità morale. La comunicazione pubblica richiede giudizio umano, non solo schemi di dati. La sfida è garantire che sia l’umanità a restare l’agente guida. Il futuro della comunicazione deve assicurare che le macchine siano strumenti al servizio e al collegamento della vita umana, e non forze che erodono la voce umana”.

Ciò comporta opportunità, ma anche rischi: “Abbiamo grandi opportunità. Allo stesso tempo, i rischi sono reali. L’intelligenza artificiale può generare contenuti accattivanti ma fuorvianti, manipolatori e dannosi, replicare pregiudizi e stereotipi presenti nei dati di addestramento, e amplificare la disinformazione simulando voci e volti umani.

Può anche invadere la privacy e l’intimità delle persone senza il loro consenso. Un’eccessiva dipendenza dall’IA indebolisce il pensiero critico e le capacità creative, mentre il controllo monopolistico di questi sistemi solleva preoccupazioni circa la centralizzazione del potere e le disuguaglianze”.

Per questo è necessario un’educazione all’uso dell’Intelligenza Artificiale: “E’ sempre più urgente introdurre nei sistemi educativi l’alfabetizzazione mediatica, alla quale si aggiunge anche l’alfabetizzazione nel campo di IA (MAIL ovvero Media and Artificial Intelligence Literacy). Come cattolici possiamo e dobbiamo dare il nostro contributo, affinché le persone (soprattutto i giovani) acquisiscano la capacità di pensiero critico e crescano nella libertà dello spirito”.

(Foto: Santa Sede)

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