Un film per vincere l’indifferenza

Dichiara guerra all’egoismo la XVII edizione del Tertio Millennio Film Fest, organizzato dalla Fondazione Ente dello Spettacolo e in programma a Roma dal 3 all’8 dicembre, che quest’anno si muoverà intorno al tema “Innocenti nella tempesta. Il cinema contro la globalizzazione dell’indifferenza”. Il titolo richiama un’espressione forte adoperata da Papa Francesco durante la sua visita a Lampedusa nel luglio scorso: “La globalizzazione dell’indifferenza ci rende tutti ‘innominati’, responsabili senza nome e senza volto”.
“Sono quegli innocenti costantemente in balia della tempesta, che ci interpellano senza sosta nel nostro grado di ospitalità” ha spiegato il vescovo Carlos Alberto Azevedo presentando l’iniziativa, cui il Pontificio Consiglio della Cultura, di cui è delegato, ha accordato il patrocinio. Come ha fatto il dicastero delle Comunicazioni Sociali presieduto da monsignor Claudio Maria Celli, che ha riflettuto: “Mi chiedo cosa succede all’uomo se si abbandona all’indifferenza, se lascia crescere in sé l’egoismo. Me lo chiedo attraverso le cronache di tanta povera gente che sperimenta ogni giorno il peso e la rovina di questa indifferenza”.
Obiettivo del Festival è quello di privilegiare opere non distribuite e invisibili, offrendo al pubblico l’opportunità di recuperare un cinema di qualità spesso trascurato dalle catene di distribuzione. Le attività del Festival, inoltre, prevedono anteprime e film restaurati – le proiezioni di Bellissima (1951) di Luchino Visconti e Nella città l’inferno (1959) di Renato Castellani – e un omaggio ad Anna Magnani.
Il film che aprirà questa edizione del Festival è All is lost – Tutto è perduto di J.C. Chandor: la storia di un uomo disperso nell’oceano, simbolo di quella “tempesta” che aggredisce l’uomo mettendolo dinanzi alla difficile prova della solitudine.
“Se forse non costituiscono, un’arca di salvezza, i film in rassegna sono almeno una scialuppa che nel suo guscio racchiude storie di vita e le consegna al pubblico con una domanda”, ha notato don Ivan Maffeis, che dirige l’Ente dello Spettacolo.
“Spero che il cinema ancora una volta sappia andare incontro all’uomo – ha concluso monsignor Celli –, calarsi nella sua realtà di oggi”, ma anche avere “la capacità di farci sognare e sperare”.