Santità, canonizzazioni, culto dei santi; e non solo per Carlo Acutis

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Chi santifica è lo Spirito Santo mentre il papa canonizza ossia riconosce canonicamente la santità di un determinato cristiano così da essere venerato pubblicamente. L’inizio del processo di canonizzazione è una decisione umana/ecclesiale in cui vi sono diverse motivazioni e scopi non sempre raggiunti.

Alcune comunità religiose sperano che dalla beatificazione e poi canonizzazione dei fondatori ne derivi una crescita vocazionale, esito che pure ad una valutazione veloce sembra rimanere frustrato. Così che possa determinare una vitalità ecclesiale: diocesi che investono energie non solo economiche per canonizzare un fedele e nel frattempo si estinguono.

Quindi riconoscere modelli di santità e non altri è una scelta ecclesiale, o almeno così dovrebbe essere perché purtroppo a volte è di gruppi autoreferenziali e con finalità non sempre le più encomiabili.

Attualmente l’espressione santi della porta accanto sta creando problemi dovuto al fraintendimento tra chiamata universale alla santità  (Lumen Gentium n. 5) – che papa Francesco ha denominato santi della porta accanto non canonizzabili (Gaudete et exultate, n. 6-9) – e santità canonizzabile che richiede le virtù eroiche (Gaudete et exultate, n. 5).

Un intervento chiarificatore in cui si riafferma che la santità canonizzabile comporta non un ordinario esercizio ma l’eroicità delle virtù che deve emergere dalla vita e non dagli scritti – da giovani, negli scritti siamo tutti santi e mistici – è riporto nel sito stesso del Dicastero per i santi: Padre-Maurizio-FAGGIONI—Santita-canonizzabile.pdf. E naturalmente gli scritti vanno raccolti tutti in modo scientifico e valutati nell’insieme, non per singoli brani.

Poi c’è da distinguere la santità certificata dalla Chiesa mediante un iter perfezionato nei secoli e l’uso che si fa del culto dei santi o come si manifesta. Se in certi periodi storici lo smembramento dei resti mortali era diffuso oggi suscita perplessità. E la canonizzazione di un determinato cristiano non significa consacrarne gli scritti e il pensiero neppure le azioni che sono pur sempre condizionate dal periodo storico.

San Francesco d’Assisi andava a Messa per vedere l’Eucarestia e poche volte per comunicarsi; secoli dopo san Pio X incoraggiava la comunione quotidiana. Questo mostra che nessun santo esaurisce e ha in sé tutti i carismi; anche in questo vale quanto espresse Hans Urs von Balthasar ossia che la verità è sinfonica.

Quindi anche circa le canonizzazioni nonché il culto dei santi ci vuole nei fedeli e nei pastori sapienza per distinguere onde non confondere; e a volte anche qualche indicazione delle competenti autorità per dire che per certi possibili candidati non è il caso non solo di procedere ma neppure d’iniziare.

(Tratto da Il Cattolico)

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