IOR, cosa cambia con il nuovo direttore generale
La nomina di Rolando Marranci a direttore generale dell’IOR non cambia sostanzialmente le cose all’interno del Torrione Niccolo V. Finora vicedirettore generale, Marranci si è mosso bene e con efficienza come vice di Ernst von Freyberg, finora allo stesso tempo presidente del Consiglio di Sovrintendenza dell’Istitituto e direttore generale ad interim. Di fatto, la sua promozione non cambia gli equilibri dell’Istituto, né la sua operatività. Ma cambia molto per la Pontificia Commissione di Referenza sulle attività dell’Istituto delle Opere di Religione, che da tempo aspetta la nomina di un direttore generale per poter valutare l’operatività dell’Istituto.
Mentre lo screening dei conti portata avanti dagli “esperti” americani del Promontory Group sembra stare per arrivare ad un termine, l’Istituto va così a completare una casella dell’organigramma mancante. Alla commissione è stato chiesto di aspettare prima di dare una valutazione, perché potesse finire l’operazione “anagrafica” dei conti e si potesse avere una “geografia” precisa della clientela dell’IOR.
In realtà, l’IOR aveva cominciato da tempo una anagrafica della clientela, e già Angelo Caloia, per quasi un ventennio presidente del Consiglio di Sovrintendenza, aveva sottolineato che “il know your customer” era operativo da tempo all’interno delle Mura Leonine. Ma la campagna mediatica vuole anche usare in qualche modo l’effetto Francesco per spiegare che tutto è cambiato. In realtà, qualunque attività che viene svolta adesso (dallo screening dei conti alla pubblicazione del bilancio) era stata preparata con grande anticipo, nel percorso di evoluzione dell’Istituto che era cominciato già sotto Benedetto XVI.
Alcuni scandali e le campagne mediatiche hanno forse portato a pensare che si doveva rispondere con gli stessi mezzi. Da quando Ernst von Freyberg è diventato presidente del Consiglio di Sovrintendenza, è stata sottolineata la discontinuità con il passato, e i media hanno ritenuto di attribuire il tutto all’ “effetto Francesco”.
Il caso Scarano ha portato poi alla necessità di marcare la discontinuità in maniera ancora più netta. Per questo, lo scorso 1 luglio il direttore generale Paolo Cipriani e il suo vice Massimo Tulli si sono dimessi, von Freyberg ha preso l’interim dell’incarico di Cipriani e Marranci ha sostituito Tulli, mentre veniva ufficializzato l’arrivo degli esperti del Promontory Financial Group.
Intanto, Papa Francesco aveva pensato di nominare una commissione referente sull’Istituto delle Opere di Religione, al centro delle discussioni pre-conclave dei cardinali. L’Istituto va verso una evoluzione, il suo chirografo risale ormai all’inizio degli anni Novanta, alcuni lamentano il fatto che non sia una banca perché non può concedere i presti, altri parlano della possibilità di trasformarlo in una banca etica. Il dibattito è apertissimo. La commissione deve capire soprattutto in che forma l’IOR può servire alla missione della Chiesa.
Ma la commissione voleva vedere l’IOR operativo un direttore generale, e d’altro canto dall’IOR facevano capire alla commissione che avrebbero voluto terminare lo screening dei conti prima di ascoltare le proprie conclusioni. Per questo la nomina del nuovo direttore si è protratta il più a lungo possibile.
Ora Marranci, una carriera nella Banca Nazionale del Lavoro, fedelissimo di von Freyberg, è diventato direttore generale. “Negli ultime tre mesi Rolando Marranci si è dimostrato un Vice Direttore Generale particolarmente efficiente. Siamo lieti che abbia accettato di rilevare la nuova carica”, ha affermato Ernst von Freyberg, Presidente del Consiglio di Sovrintendenza.
Alla fine, l’idea è che cambi tutto per non cambiare niente. Ma intanto Papa Francesco ha nominato il suo segretario particolare Alfred Xuereb come suo delegato per le commissioni referenti sullo IOR e sulle amministrazioni vaticane. Un modo per essere più presente e più aggiornato sul dibattito in corso.