Papa Leone XIV e il valore della comunicazione

Papa Leone XIV
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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 23.06.2025 – Andrea Gagliarducci] – Con la sua visita al Centro di radiodiffusione a onde corte della Radio Vaticana a Santa Maria di Galeria, Papa Leone XIV ha compiuto un gesto altamente simbolico. Non tanto perché quell’area sia oggetto di una controversia con il governo italiano a causa del presunto inquinamento ambientale del centro, quanto perché la grande riforma della comunicazione della Santa Sede è iniziata, in modo simbolico, a Ponte Galeria.

Leone XIV non solo si è fermato a benedire i locali, ma anche un progetto ambientale. Leone XIV ha anche sottolineato – come affermato in una nota della Sala Stampa della Santa Sede – il valore missionario della comunicazione. Leone ha ricordato come, durante la sua opera missionaria in America Latina e Africa, le trasmissioni a onde corte della Radio Vaticana siano state preziosissime. Le onde corte rientravano infatti nella prospettiva dell’evangelizzazione. Non essendo ancora regolamentate, non potevano essere bloccate o censurate in alcun modo dai governi locali, e questo ha permesso alla Radio Vaticana di essere presente in Paesi in cui era generalmente presente la censura delle onde radio.

Parole importanti, soprattutto alla luce dei piani di eliminazione graduale e definitiva cessazione di tutti i servizi di radiodiffusione a onde corte. Questi piani furono annunciati all’inizio del regno di Papa Francesco e colsero gli osservatori piuttosto di sorpresa. Sebbene le trasmissioni a onde corte non siano cessate del tutto, la prevista eliminazione graduale esiste ancora sulla carta. La decisione faceva parte di un processo di riforma iniziato nel 2012 e poi confluito nella riforma della comunicazione della Santa Sede. Le onde corte rimasero, tuttavia, su specifica richiesta di Padre Federico Lombardi, SI, per anni Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, della Radio Vaticana e del Centro di Produzione Televisiva.

Sebbene il processo di riforma fosse stato attentamente ponderato negli anni precedenti l’annuncio del 2016, una chiusura completa delle trasmissioni a onde corte non era mai stata presa in considerazione, poiché le onde corte dovevano rimanere per motivi di evangelizzazione. Nel 2016, tuttavia, prevalse l’idea della riforma a tutti i costi, con una riorganizzazione dei media della Santa Sede, che coinvolse L’Osservatore Romano, il Centro Televisivo Vaticano, la Radio Vaticana e tutti i dipartimenti delle comunicazioni della Santa Sede.

Le onde corte avrebbero dovuto essere mantenute per motivi di evangelizzazione. Eppure, come in molte altre cose, l’efficienza e la necessità di riformare a tutti i costi hanno prevalso. La burocratizzazione veniva posta prima dell’evangelizzazione. E alla fine, ci siamo trovati di fronte a un pontificato che ha dovuto bilanciare spin doctor e Vangelo.

Con Leone XIV stiamo assistendo ad un bilanciamento, più che ad un cambio di prospettiva. Leone XIV desidera conoscere il Vaticano e si è impegnato a incontrare tutti e a visitarne il più possibile in questo mese e mezzo di pontificato.

Allo stesso modo, il Papa sembra percepire il valore della Romanitas. Da qui non solo la decisione di tornare a vivere nel Palazzo Apostolico Vaticano, una volta terminati i lavori di ristrutturazione, ma anche quella di tornare per un periodo di vacanza a Castel Gandolfo, la storica residenza papale abbandonata da Papa Francesco.

Ma non siamo di fronte ad un cambio di paradigma totale. Sempre questa settimana, Leone XIV ha nominato Mons. Shane Mackinlay Vescovo di Brisbane, che si è distinto per le sue posizioni molto aperte, tanto che alcuni hanno persino messo in dubbio la sua Cattolicità. Insieme ad altre scelte episcopali, Leone XIV si è finora posto in continuità con il pontificato di Papa Francesco.

E, al termine della visita a Ponte Galeria, Leone XIV è sceso dall’auto per rispondere alle domande del TG1, il principale telegiornale italiano, in una mossa improvvisa, che sembra andare contro il normale comportamento del Papa, che si rifiuta sempre, ad esempio, di scattare selfie.

Significa forse che Leone XIV è un Papa che segue le orme di Papa Francesco? Significa forse che l’ecologia, così come la pace incondizionata, torneranno ad essere al centro dell’agenda diplomatica della Santa Sede, se mai fossero abbandonate? Sì e no, allo stesso tempo.

Sì, perché l’agenda di Leone XIV è chiara, le sue priorità sono comprese e si sa molto anche del mandato che ha ricevuto dal Collegio Cardinalizio: quello di riportare un’armonia che era andata perduta.

No, perché in realtà Leone XIV è un Papa molto diverso da Papa Francesco. Questo si riflette anche nei vescovi, nel cambio di atteggiamento e nella nuova attenzione ai simboli. Leone XIV porta con sé tutti i simboli del pontificato e vuole che tutti facciano lo stesso. Come sempre accade in Vaticano, l’adattamento è stato improvviso, con il ritorno e la proliferazione di croci d’oro mai presenti durante il pontificato di Papa Francesco.

Pertanto, i grandi dibattiti dottrinali potrebbero essere assorbiti proprio dalla presenza di Papa Leone XIV, come sempre accade in Vaticano. Ciò significa, che posizioni come quelle del nuovo Vescovo di Brisbane sul diaconato femminile non saranno espresse, semplicemente perché si comprenderà che non è il momento di farlo, che il pontificato è cambiato e che le prospettive sono cambiate.

Leone, tuttavia, non è chiamato solo ad assorbire posizioni personali, ma è piuttosto chiamato a creare un cambio di mentalità. Dopotutto, se la mentalità non cambia, tutti i problemi tipici del Vaticano, ma di tutti i piccoli luoghi in generale, rimarranno. Per questo motivo, la visita alla Radio Vaticana a Ponte Galeria, area extraterritoriale, è una dichiarazione molto chiara sulle intenzioni di Leone XIV. Il Papa vuole tornare alla tradizione, senza troppi fronzoli. Ma ora dobbiamo vedere come gestirà alcune delle questioni più urgenti di questo pontificato. Se non lo farà con mano ferma, il pontificato potrebbe in definitiva portare più problemi che soluzioni.

Questo articolo è stato pubblicato dall’autore sul suo blog Monday Vatican [QUI].

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