“La Scomunica” – Episodio 10: Il conto da pagare – Il caso Rupnik e il caso Zanchetta

Rupnik e Zanchetta
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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 22.06.2025 – Ivo Pincara] – Appena eletto, nel discorso di grande impatto morale e civile per la sua prima Udienza alla stampa mondiale il 12 maggio 2025 [QUI], Papa Leone XIV ha ribadito con forza l’importanza della libertà di stampa e della lotta contro ogni forma di abuso, sottolineando che una democrazia autentica non può esistere senza una stampa libera e indipendente. Le parole del Papa si inseriscono in un dibattito globale urgente e necessario. In un mondo in cui i diritti fondamentali sono spesso calpestati, la voce del Santa Padre si leva ancora una volta in difesa della verità, della giustizia e della dignità umana. Un richiamo che invita credenti e non credenti a non restare indifferenti davanti agli abusi e al silenzio imposto a chi cerca di raccontare la realtà.

«Il 13 ottobre 2025 il Dicastero della Dottrina della Fede vuole chiudere questa vicenda o con la presenza di Rupnik o senza la sua presenza perché vuole chiudere questa vicenda orrenda e scandalosa che certamente verrà chiusa con la riduzione allo stato laicale del sacerdote gesuita che dovrà rinunciare allo stato clericale» (Luis Badilla).

La Scomunica – Episodio 10: Il conto da pagare
La rimozione delle immagini di Rupnik dai siti vaticani, il processo d’appello del gesuita, il ritorno del vescovo abusatore Zanchetta in Argentina: i primi segnali della svolta di Prevost
di Stefano Feltri, Giorgio Meletti, e Federica Tourn
Appunti, 20 giugno 2025

La resa dei conti sugli abusi può avere impatto anche sul tentativo dei vescovi italiani di proteggere il miliardo di euro che ottengono dall’8 per mille. Soldi che sono stati usati anche per pagare i mosaici di Rupnik e comprare il silenzio delle vittime di abusi.

Il 13 ottobre 2025 si aprirà il processo d’appello a Marko Rupnik, l’ex gesuita coperto a lungo dal suo amico Papa Francesco nonostante da decenni in tanti sapessero dei suoi abusi su almeno 30 donne.

Per Papa Leone XIV sta arrivando il momento di pagare il conto delle scelte di Jorge Mario Bergoglio che è riuscito a creare l’immagine di una Chiesa intransigente sulla pedofilia e sugli abusi che però proteggeva potenti abusatori e insabbiatori.

Il caso Rupnik è il prisma attraverso il quale misurare il cambio di fase o la continuità: appena Papa Francesco ha smesso di fare paura, le cose hanno iniziato a cambiare. Il vescovo di Lourdes ha coperto i mosaici di Rupnik appena Bergoglio è stato ricoverato al Gemelli.

Solo dopo la morte di Francesco, però, e soltanto dopo un incontro con il nuovo Pontefice Prevost il Prefetto per la Comunicazione Paolo Ruffini ha fatto rimuovere le immagini dei mosaici di Rupnik dai siti di Vatican News.

Già si registra la tensione in Vaticano sull’eredità di Francesco, sulle responsabilità dei suoi più stretti collaboratori come il Segretario di Stato Pietro Parolin, e sulla discontinuità che Papa Leone XIV potrebbe iniziare a portare in una Chiesa che è schiacciata dal peso delle proprie contraddizioni, ipocrisie e omertà.

Il Vescovo Argentino Zanchetta, a lungo protetto dal suo connazionale Bergoglio in Vaticano, è dovuto tornare in patria per scontare la sua pena per abusi sessuali. Con Prevost il clima sembra cambiato.

La resa dei conti sugli abusi può avere impatto anche sul tentativo dei vescovi italiani di proteggere il miliardo di euro che ottengono dai contribuenti grazie all’8 per mille. Soldi che sono stati usati anche per pagare i mosaici di Rupnik e comprare il silenzio delle vittime di abusi.

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