Solennità del Corpus Domini. prendete e mangiate: questo è il mio corpo!

La solennità del Corpus Domini corona tutte le feste dell’anno liturgico, è un giorno particolare perché il popolo santo di Dio ringrazia Gesù che mantiene la promessa: “Non vi lascerò orfani, prendete e mangiate, questo è il mio corpo, prendete e bevete: questo è il mio sangue; fate questo in memoria di me”. Resta con noi, Gesù, facci dono di te e dacci quel pane che ci nutre per la vita eterna; libera il mondo dal veleno del male, della violenza, dell’odio, della guerra. La processione, che segue la celebrazione della messa, non è la solita processione nella quale si porta in giro una immagine di un Santo o della Croce; oggi nella processione è Gesù, vivo e vero, che attraversa le strade per benedire il suo popolo: piccoli e grandi, ricchi e poveri, deboli e fragili.
Questa festa è stata istituita nell’anno 1264 da papa Urbano IV come festa della Chiesa. Fu celebrata per la prima volta ad Orvieto dove si conserva ancora il corporale intriso di sangue con le tracce del miracolo di Bolsena. La festa di oggi ci pone di fronte Cristo Gesù, unico ed eterno sacerdote sacrificato sull’altare, come cibo e nutrimento dell’anima: ‘Prendete e mangiate. questo è il mio corpo … Questo è il mio sangue’; queste parole risuonano con potenza oggi, solennità del Corpus Domini. Esse ci conducono idealmente nel cenacolo e ci fanno rivivere il clima di quella notte, quando Gesù istituendo l’Eucaristia anticipò quasi il sacrificio della croce, che si sarebbe svolto tra poche ore.
Con l’espressione: ‘sangue della Nuova Alleanza’ rende manifesto il piano divino: Gesù costituisce un’alleanza con l’uomo basata sulla fedeltà e sull’amore infinito di Cristo, che si è fatto uomo per salvare l’umanità; muore in Croce per sancire l’Alleanza con il prezzo del suo sangue: una morte accettata per amore. L’antica Alleanza, sancita sul monte Sinai con il rito sacrificale di animali, era stata subito violata dal popolo di Dio con la costruzione di un vitello d’oro; quel popolo non si dimostrò mai fedele al patto sancito tra Dio e il suo popolo.
Oggi noi, riuniti attorno all’altare, vogliamo ribadire la nostra fedeltà all’amore di Cristo Gesù, morto in croce e risorto. L‘Eucaristia è il sacramento dell’umano pellegrinaggio; la nostra vita è infatti un cammino verso la grande meta: il cielo. Gesù stesso ci invita oggi a prendere parte con fede e amore a questo convito, consapevoli che siamo deboli, e fragili: ‘Siete stanchi, affaticati, oppressi, venite a me ed io vi ristorerò’; questo è l’invito del Signore. Il nostro camminare insieme a Gesù ha uno scopo ben preciso: raggiungere la propria pienezza. Gesù, tu sei la via che ci conduce al Padre; tu ci guidi nel quotidiano pellegrinaggio.
L’Eucaristia è la fonte e il culmine della nostra vita perché Cristo Gesù si è fatto nutrimento del suo popolo. Quanti ci nutriamo del corpo e sangue di Gesù siamo riuniti dallo Spirito Santo in un solo corpo per formare il popolo santo di Dio. Diceva sant’Agostino: come diversi chicchi di grano formano il pane, e diversi acini di uva formano lo stesso vino, così popoli diversi per cultura, nazionalità, carismi e talenti costituiscono, grazie a Gesù, il popolo santo di Dio. Il Vangelo oggi ci presenta l’episodio della moltiplicazione dei pani; l’Eucaristia è il pane per coloro che sono al buio, che hanno bisogno per nutrirsi: Gesù ebbe compassione del popolo affamato e quando uno offrì cinque pani, sfamò una moltitudine di ben cinque mila persone.
Consapevoli di essere fragili, deboli, pentiti dai peccati, nutriti di questo pane vivo disceso dal cielo, dimostriamo il nostro amore a Cristo Gesù testimoniando nella città, nel campo del lavoro, nei rapporti sociali l’amore di Dio con una carità vera, autentica, facendo della nostra vita ‘pane spezzato per tutti’. La Madonna ci aiuti ad essere solidali e solleciti verso tutti; questa è la carità di cui ci parla Gesù; questo ci insegna la festa di oggi.