L’auspicio di una “restitutio in integrum” per il processo Becciu

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 13.06.2025 – Ivo Pincara] – Nella nota Veleni e giustizia tra le mura vaticane nella sua rubrica Cronache celesti su Il Venerdì di Repubblica di oggi 13 giugno 2025, Filippo Di Giacomo cita il famoso monito di Sant’Agostino, per dire che se la giustizia è tenuta ai margini e non perseguita, ovvero negata, uno Stato si riduce a una grande associazione a delinquere: Remota itaque iustitia quid sunt regna nisi magna latrocinia? [Negata la giustizia che cosa sarebbero gli Stati se non grandi bande di ladri?]» (De Civitate Dei, IV, 4).

Anche in tema di giustizia terrena, il pensiero di Sant’Agostino attualissimo. Nella sua prima Enciclica Deus caritas est del 25 dicembre 2005, Papa Benedetto XVI ha rammentato, per individuare il fine generale della politica e metterne a fuoco il rapporto con la giustizia, quel famoso detto di Sant’Agostino. Universalizzando il contenuto della frase agostiniana – che riflette evidentemente un giudizio, anche se espresso in forma di domanda retorica – Benedetto XIV scrive: «La giustizia è lo scopo e quindi anche la misura intrinseca di ogni politica. La politica è più che una semplice tecnica per la definizione dei pubblici ordinamenti: la sua origine e il suo scopo si trovano appunto nella giustizia e questa è di natura etica».
Quindi, per sanare lo scandalo della giustizia negata nel processo Becciu, Filippo Di Giacomo ricorda, che Papa Leone XIV – che è dottore in diritto canonico – ha a disposizione l’istituto giuridico della restitutio in integrum, locuzione latina che significa “ripristino alla situazione originaria”. Si tratta di un rimedio giuridico volto a riportare le parti in una situazione che era stata alterata da un atto o da un fatto giuridico. In sostanza, la restitutio in integrum mira a cancellare gli effetti di un atto o di un fatto che ha pregiudicato la situazione giuridica di una parte.
Nella sua tipica applicazione, l’integrum restitutio era nel diritto romano un provvedimento del magistrato col quale si metteva nel nulla un effetto giuridico verificatosi a danno di una persona, reintegrando lo stato di diritto anteriore al suo verificarsi. Era un rimedio straordinario, che mirava a eliminare, in casi singoli, in considerazione di particolari ragioni, un’iniquità dell’applicazione rigorosa dei principî del diritto. Essa derivava dall’ampio potere discrezionale inerente all’imperium del magistrato romano, condizione che oggi rimane ancore nei poteri assoluti del Romano Pontefice.
Indice – Caso 60SA [QUI]
Foto di copertina: Antonello da Messina, Sant’Agostino, 1472-1473, tempera grassa su tavola trasportato su tela, 46×35,5 cm, Galleria regionale di Palazzo Abatellis, Palermo.