Lo scandalo Rupnik. Vatican News ha rimosse le opere dell’artista e teologo ex Gesuita

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 10.06.2025 – Vik van Brantegem] – Kristina Millare ha riferito su Catholic News Agency il 9 giugno 2025 [QUI], che Vatican News rimosso le riproduzioni dei mosaici dell’ex Gesuita Don Ivan Rupnik dalle pagine del suo sito ufficiale. La scrittrice Amy Welborn ha pubblicato su X alcuni screenshot dell’articolo di Vatican News intitolato Memoria della Beata Vergine Maria, Madre della Chiesa, prima e dopo la rimozione delle opere di Rupnik dal sito, avvenuto il 9 giugno 2025, senza alcuna spiegazione, quasi un anno dopo che Prefetto del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, Dott. Paolo Ruffini, aveva difeso a spada tratta il continuo utilizzo delle immagini da parte del suo dicastero, nonostante le continue proteste pubbliche.
Vittime e sostenitori hanno accolto con cauto favore la notizia della rimozione delle riproduzioni dei mosaici di Rupnik, spesso utilizzate da Vatican News per illustrare gli articoli sulle festività liturgiche, ma hanno osservato come gli sviluppi evidenziano quanta strada sia ancora da fare alla Santa Sede e nella Chiesa, per giungere ad una vera riforma della tutela della cultura e del sistema di giustizia ecclesiastica.
L’artista e teologo Rupnik era stato espulso dalla Compagnia di Gesù nel giugno 2023 per il suo «ostinato rifiuto di osservare il voto di obbedienza». È stato accusato da circa due dozzine di donne, per lo più ex suore, di abusi spirituali, psicologici e sessuali, che sostengono siano stati commessi negli ultimi trent’anni, emersi a partire dal 2021. Rupnik avrebbe abusato delle sue vittime come parte del suo “processo creativo”; un fatto che – secondo i sopravvissuti, difensori delle vittime e osservatori ecclesiastiche – rende gli abusi di Rupnik inseparabili dalle sue opere “artistiche”, che si trovano nei santuari e nelle cappelle di tutto il mondo, fino a persino nel Palazzo Apostolico. Alcune vittime e sostenitori hanno definito l’opera di Rupnik “arte dello stupro”, chiedendo che venisse rimossa dai spazi sacri.
Kristina Millare ha osservato, che le recenti modifiche al sito di Vatican News del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede sono state apportate poco dopo l’Udienza concessa da Papa Leone XIV lo scorso 5 giugno ai membri della Pontificia Commissione per la Protezione dei Minori. L’incontro, durato un’ora, ha segnato un momento significativo di riflessione, dialogo e rinnovamento dell’impegno incrollabile della Chiesa per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili [QUI]. Già una settimana dopo la sua elezione, il 14 maggio Papa Leone XIV aveva ricevuto in Udienza il Presidente della Commissione, il Cardinale Seán Patrick O’Malley, OFM Cap, Arcivescovo emerito di Boston.
Diversi leader ecclesiastici e gruppi Cattolici di tutto il mondo hanno chiesto con sempre maggiore insistenza la rimozione dei mosaici realizzati dall’ex Gesuita, amico protetto da Papa Francesco. Il 31 marzo, il Santuario di Nostra Signora di Lourdes in Francia ha annunciato la decisione di coprire i mosaici di Rupnik che si trovano all’ingresso della basilica di Nostra Signora del Rosario [QUI].
Invece, fino a sabato pomeriggio, le riproduzioni dei mosaici di Rupnik erano ancora presenti sulle pagine ufficiali del calendario liturgico di Vatican News, comprese quelle di alcune feste del presente mese di giugno 2025. Che le immagini sarebbero mai state rimosse era tutt’altro che scontato, finché non è diventato un fatto compiuto. Anzi, la loro presenza era una questione di politica dichiarata da parte del Prefetto del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, nonostante le persistenti proteste globali contro il loro utilizzo.
Ricordiamo, che il Prefetto del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, Dott. Paolo Ruffino – definito da Luigi Casalini sul blog MiL-Messainlatino.it [QUI] «un nuovo vergognoso difensore di Rupnik» – ha difeso l’uso dell’opera del sacerdote sloveno sui media della Santa Sede, in risposta alle domande dei giornalisti sull’uso continuato delle immagini di Rupnik da parte del suo dicastero, dopo aver pronunciato il discorso principale il 21 giugno 2024 in Atlanta, nell’ultimo giorno della Catholic Media Conference 2024, il principale evento annuale della Catholic Media Association negli Stati Uniti.
Le richieste di vittime e sostenitori della riforma si sono intensificate in seguito alle dichiarazioni di Ruffini, non solo per la rimozione delle immagini, ma anche per le sue dimissioni o il suo licenziamento. Ruffini, tuttavia, è rimasto al suo posto, così come le immagini di Rupnik, fino alla loro scomparsa lo scorso fine settimana.
Ruffini è rimasto sempre sulla sua posizione, anche dopo la lettera del Cardinal O’Malley del 28 giugno 2024, chiedendo ai Dicasteri della Curia Romana di non esporre opere dei presunti abusatori [QUI e QUI].
Laura Sgrò, una avvocato che esercita sia in ambito civile che ecclesiastico, e che rappresenta diverse vittime di Rupnik, sia a livello civile che canonico, ha dichiarato al sito Crux, che la rimozione delle immagini di Rupnik dal sito di Vatican News è un fatto positivo: «I miei clienti hanno accolto la notizia con favore. L’uso di tali immagini è stato ripetutamente denunciato dalle vittime che rappresento, che ne hanno ritenuto quantomeno inopportuno l’uso, in quanto fonte di ulteriore dolore per i miei assistiti». Sgrò ha affermato anche, che i suoi clienti «ripongono grande fiducia in Papa Leone XIV» e sono fiduciosi che Rupnik verrà rapidamente processato. Per molto tempo non è stato affatto certo che Rupnik avrebbe mai affrontato la giustizia per i suoi presunti crimini.
Anne Barrett Doyle di Bishop Accountability ha dichiarato al sito Crux, che considera la rimozione delle immagini di Rupnik dal sito di Vatican News «un piccolo ma positivo passo». Ha aggiunto: «Speriamo che questo sia solo l’inizio. Esortiamo Papa Leone XIV a ordinare una rapida conclusione del caso canonico contro Rupnik», definendo il ritardo nella giustizia nel caso di Rupnik «crudele e inutile», riaffermando che «Rupnik dovrebbe essere rimosso dal sacerdozio e il Papa dovrebbe sanzionare pubblicamente i suoi complici nella Curia, nella Diocesi di Roma, nei Gesuiti e nella Chiesa slovena». Anche se ha affermato, che «è improbabile che si verifichi un’azione così decisa», tuttavia, ha aggiunto che vede qualche motivo per sperare che Papa Leo XIV veda le somiglianze tra la presunta manipolazione pseudo-mistica e psicologica delle sue vittime da parte di Rupnik e «gli abusi sadici perpetrati dal Sodalitium Christianae Vitae», un gruppo peruviano violento soppresso per ordine di Papa Francesco solo una settimana prima della sua morte, avvenuta nell’aprile di quest’anno. Quando il Cardinal Prevost era Prefetto del Dicastero per i Vescovi, avrebbe avuto un ruolo significativo nel garantire la soppressione del Sodalitium, che conosceva bene dai tempi in cui era vescovo in Perù.
Rupnik era protetto da Papa Francesco e pare che le cose stanno cambiando con Papa Leone XIV. «La rimozione delle opere d’arte di Rupnik dal sito della Santa Sede è una correzione molto necessaria alla sconcertante riluttanza di Papa Francesco a sostenere pubblicamente le vittime di Rupnik», ha affermato Barrett Doyle, sottolineando come Papa Francesco abbia continuato a consentire l’esposizione delle opere d’arte di Rupnik non solo sulle piattaforme digitali ufficiali della Santa Sede, ma anche come sfondo ad alcuni dei suoi discorsi videoregistrati dal suo alloggio privato. Ha fatto riferimento all’utilizzo da parte di Papa Francesco di un brano di Rupnik in un videomessaggio registrato per i partecipanti ad un Congresso mariano ad Aparecida, in Brasile, nel giugno del 2023, anni dopo che le raccapriccianti rivelazioni sulle depravazioni di Rupnik erano diventate di dominio pubblico. «Si trattava di atti insensibili che infliggevano ulteriore dolore alle vittime di Rupnik», ha sottolineato Barrett Doyle: «Sembrava che Francesco volesse esprimere simpatia per l’artista e scetticismo riguardo alle affermazioni delle sue vittime».
Articolo collegato
La Scomunica – Episodio 8. La presunzione di innocenza che non è per tutti – 6 giugno 2025 [QUI]