Il ruolo della Curia e la stagione dei processi

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 09.06.2025 – Andrea Gagliarducci] – In due Udienze la scorsa settimana, una con la Curia Romana [QUI] e l’altra con i superiori e i funzionari della Segreteria di Stato [QUI], Papa Leone XIV ha iniziato a delineare le sue aspettative nei confronti dei suoi collaboratori. Il suo approccio è stato generalmente positivo, mostrando un evidente apprezzamento per il loro lavoro, senza tuttavia omettere di menzionare alcuni dei problemi significativi che hanno interessato gli uffici della Santa Sede negli ultimi anni.
In particolare, Leone XIV ha citato un’antica massima romana: i Papi passano, ma la Curia rimane, un’affermazione non di poco conto. Siamo appena usciti da un pontificato in cui la leadership veniva sempre prima del lavoro della Curia e in cui il lavoro della Curia non veniva quasi mai considerato, se non nella misura in cui riguardava più o meno direttamente e personalmente il Papa stesso. Il riconoscimento da parte di Leone XIV dell’importanza della struttura attorno al Papa, beh, ha evidenziato l’importanza della Curia come Istituzione.
Nell’incontro con i superiori e i funzionari della Segreteria di Stato, Leone ha espresso la sua sentita gratitudine per il lavoro che svolgono. «È evidente che il Papa da solo non può andare avanti», ha detto. Ha poi fatto riferimento a un discorso di San Paolo VI, che disse: «Questo luogo non sia inquinato da ambizioni o antagonismi; siate, invece, una vera comunità di fede e di carità, “di fratelli e di figli del Papa”, che si spendono generosamente per il bene della Chiesa».
Leone XIV ha iniziato il suo pontificato neanche da un mese e, finora, ha incontrato principalmente i responsabili dei vari dicasteri. Si tratta delle cosiddette “Udienze di tabella” [*], che però permettono al Papa anche di capire come viene gestito il lavoro, quali questioni sono sul tavolo e quali cambiamenti sono necessari. Il Papa non vuole rimanere isolato dalla Curia e dai suoi collaboratori.
L’impressione, finora, è che questo non sarà un pontificato a due velocità: non sarà, in altre parole, un pontificato in cui ci saranno scelte estemporanee e improvvise, difficili da gestire dal punto di vista diplomatico, come è stato con Papa Francesco. Sarà piuttosto un pontificato durante il quale il Papa cercherà di lavorare a stretto contatto con i suoi collaboratori. Leone XIV sa di dover delegare e fidarsi. Sta cercando, prima di tutto, di dare una scialuppa di salvataggio a coloro che, negli ultimi anni, hanno lavorato ai margini o addirittura contro. Deciderà poi quanti e quali collaboratori mantenere e quali persone faranno parte della sua squadra.
L’approccio di Leone XIV è cauto. Tuttavia, sembra esserci una notevole agitazione intorno a lui. C’è un mondo vaticano che ha vissuto completamente nelle dinamiche del precedente pontificato e ora teme di perdere la propria influenza. Come sempre accade in Vaticano, tutti si sono riposizionati. Anche la stagione dei processi in Vaticano non sarà più la stessa. In Sede Vacante, lo scorso 29 aprile, Francesca Immacolata Chaouqui, l’ex membro della Pontificia commissione referente di studio e di indirizzo sull’organizzazione della struttura economico-amministrativa (COSEA) della Santa Sede, poi processata in Vaticano, è stata convocata in Vaticano con l’accusa di traffico di influenze e manomissione di prove [QUI e QUI].
La notizia è stata diffusa quasi un mese dopo. La convocazione di Chaouqui è seguita alla pubblicazione di intercettazioni telefoniche che hanno rivelato il suo ruolo nella manipolazione delle prove e nella consulenza ai magistrati nel processo riguardante la gestione dei fondi della Segreteria di Stato della Santa Sede, noto come “processo Becciu” [QUI].
Ma perché l’incriminazione arriva solo ora? Al di là delle intercettazioni, il ruolo di Chaouqui era già emerso durante il “processo Becciu”, quando fu chiamata a testimoniare. All’epoca, le dichiarazioni di Chaouqui non portarono a un arresto né a un sospetto.
Nel frattempo, la stagione dei processi in Vaticano è proseguita con un altro, quello a Daniele Pergolizzi, dipendente della Fabbrica di San Pietro, per estorsione ai danni del Cardinale Mauro Gambetti. Pergolizzi è stato arrestato perché avrebbe tentato di vendere alla Fabbrica di San Pietro un antico documento, che aveva precedentemente rubato. Arrestato anche grazie al Cardinal Gambetti, è rimasto detenuto senza conoscere le accuse e, soprattutto, sembra che alcuni dei suoi interrogatori non siano disponibili né al tribunale né ai suoi avvocati difensori. A prescindere dall’accuratezza delle accuse, il processo apparentemente presenta – ma sono necessarie ulteriori informazioni per valutarlo con certezza – alcune significative carenze procedurali, simili a quelle del “processo Becciu”.
C’è poi il processo contro gli ex Direttori dell’Istituto per le Opere di Religione (IOR), Paolo Cipriani e Massimo Tulli [QUI], che ha portato al sequestro totale delle loro pensioni a titolo di risarcimento dei danni che sarebbero stati causati dalla loro “mala gestio”, la cattiva gestione per la quale sono stati condannati. La pensione è un diritto acquisito del lavoratore; può essere ridotta di un quinto per motivi di risarcimento, ma non può essere sospesa integralmente.
I due hanno presentato ricorso contro la decisione. Dopo due gradi di giudizio favorevoli, la Corte di Cassazione vaticana (composta dai Cardinali Zuppi, Lojudice e Farrell, nominati da Papa Francesco) ha invece stabilito che la sospensione della pensione era legittimo.
Sarà difficile districare il groviglio dei processi vaticani.
Allo stesso tempo, attendiamo l’appello per il processo sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato, previsto per il prossimo 22 settembre. Dovrebbe esserlo, perché tutte queste situazioni potrebbero anche indurre a considerare il rinvio dell’appello.
Leone XIV ascoltò attentamente tutte queste situazioni e lesse i dossier. Per prendere le decisioni migliori, ha bisogno della Curia, e questo significa che ha bisogno di funzionari curiali non corrotti e di una Segreteria di Stato non invischiata in antagonismi interni.
Queste considerazioni, in sintesi, sono state tra quelle che hanno portato alla sostanza dei recenti discorsi. Il Papa, tra le altre cose, non ha ancora una squadra di governo personale. Ha deciso di fidarsi di coloro che ci sono finora. Alcuni stanno prendendo in considerazione l’idea di tagliare i rami secchi per mantenere il potere. Tuttavia, non sarà così. La percezione è che si verifichi un cambio di stagione generale, i cui effetti non saranno del tutto evidenti, almeno non nell’immediato.
Questo articolo nella nostra traduzione italiana è stato pubblicato dall’autore in inglese sul suo blog Monday Vatican [QUI].
[*] Un’Udienza di tabella papale è un incontro di lavoro con il Papa per i vari dicasteri della Curia Romana, di solito con una cadenza regolamentata, come un incontro di lavoro.