Il Presidente della Repubblica ha inaugurato YouTopic Fest 2025: Rondine straordinaria palestra di pace

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‘In questa cittadella vivete una straordinaria palestra di relazioni’: con queste parole il presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, accolto nell’Arena di Janine, spazio dedicato alla Senatrice a vita Liliana Segre, ieri ha aperto ufficialmente YouTopic Fest, l’ottava edizione del festival internazionale sul conflitto promosso da Rondine Cittadella della Pace.

Ad accoglierlo i figli della senatrice a vita Liliana Segre, Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, Alessandro Polcri, presidente della Provincia di Arezzo, Alessandro Ghinelli, sindaco di Arezzo, il prefetto Clemente Di Nuzzo, il vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, mons. Andrea Migliavacca; ed anche figure chiave nella storia di Rondine, dal card. Gualtiero Bassetti al segretario generale della CEI, mons. Giuseppe Baturi.

Quindi è stata un’apertura densa di significato con la partecipazione di migliaia di giovani, educatori, istituzioni e cittadini nella storica sede di Rondine, alle porte di Arezzo. Al termine della Marcia della Pace, che ha visto oltre 8.000 persone camminare da Arezzo alla Cittadella, portando con sé il desiderio di una nuova stagione di disarmo e dialogo, il presidente Mattarella ha aggiunto: “La pace è un progetto condiviso tra persone e istituzioni: dopo una guerra sanguinosa la nostra Costituzione è nata sotto l’insegna di una collaborazione internazionale. Un capovolgimento che ha unito il percorso dei Paesi europei.

In apertura della cerimonia il presidente e fondatore di Rondine Franco Vaccari aveva sottolineato il coraggio dei giovani di vivere la pace: “Qui i giovani internazionali di Rondine, provenienti da luoghi di guerra e post-conflitto, vivono il coraggioso programma biennale dello Studentato internazionale – World House, per superare l’inganno del nemico e spezzare la catena dell’odio. A questi giovani, che adesso sono qui sul palco con Lei, in un abbraccio ideale, si uniscono tutti i presenti per dare loro forza! Tutti i presenti hanno unito nella stessa direzione di pace i propri passi concreti, arrivando qui, a dieci chilometri da Arezzo. Hanno congiunto Arezzo con la Cittadella, considerandola come un giardino posto nel cuore non solo della nostra città di Arezzo, ma di ogni città del mondo, specialmente quelle ferite dalla guerra”.

Ed ha ricordato alcuni momenti di questa storia: “Che noi vogliamo la pace quasi non lo diciamo più: sta per sempre nel nostro nome. Qui, da anni, condividiamo le storie di ferite che provengono dai Balcani, dall’Africa, dal Medio Oriente, dalla Russia e dal Caucaso, e dal 23 febbraio 2022 accogliamo anche il dolore dei giovani ucraini. Da tre anni… e non vediamo la fine!

In questo stesso prato, rideva e scherzava, rifletteva con gli amici palestinesi, progettava un Medio Oriente in pace, Shani, una delle giovani israeliane uccise il 7 ottobre, nel Negev. Da allora condividiamo ogni giorno, con i tanti amici israeliani e non solo, il tormento e l’angoscia per gli ostaggi israeliani.

Così come ogni giorno condividiamo il dolore per le orribili e inaccettabili stragi con decine di migliaia di morti, specialmente civili, che avvengono a Gaza, e che si aggiungono ad anni e anni di sofferenze del popolo palestinese. Penso a Loai, il primo studente palestinese arrivato a Rondine più di 20 anni fa, e che da qualche mese ha dovuto lasciare la Cisgiordania con tutta la famiglia per rifarsi un futuro”.

Quindi ha sottolineato il ‘coraggio’ alla pace di questi giovani, che hanno scelto di dedicarsi alla pace: “Ma questo luogo, signor Presidente, è soprattutto testimone del coraggio di giovani che, provenienti da terre lacerate dai conflitti armati, non colpevoli delle guerre, ma eredi dell’evidente fallimento delle leadership dei loro Paesi, non si rassegnano alla logica dell’odio e del nemico, né all’inevitabilità della guerra. Al contrario, si mettono in gioco, vivendo insieme per due anni, giorno dopo giorno, trasformando l’inimicizia ereditata in amicizia praticata. Così diventano liberi e responsabili!”

E’ una storia di pace iniziata 30 anni fa: “Questi giovani aspiranti leader incarnano la visione che annunciammo esattamente trent’anni fa, al Cremlino, nell’ultimo giorno della mediazione di pace che realizzammo, ottenendo la prima tregua di 72 ore nel conflitto armato in Cecenia… Da allora è iniziata una storia di fiducia, che pratichiamo quotidianamente nelle relazioni. Cerchiamo di essere ospitali nei confronti dei giovani che vogliono spezzare la catena dell’odio, coinvolgendoci nei loro dolori e nei loro sogni, facendoli diventare un po’ nostri. Impariamo a stare nei conflitti senza paura e a costruire fiducia, perché la fiducia non si compra nei centri commerciali. E il dolore non evapora, va condiviso: non vogliamo che diventi rabbia, rancore, vendetta. Ma non vogliamo neanche difenderci dal dolore, diventando indifferenti”.

Inoltre il presidente della Repubblica italiana è stato accolto dalle parole di Bernadette Sidibé, proveniente dal Mali, che ha raccontato la guerra: “Quel giorno, la guerra ha bussato alla nostra porta. Da allora, la paura ha sostituito la spensieratezza. I giochi in strada hanno lasciato il posto al silenzio delle case sbarrate. Ho visto famiglie spezzate, volti segnati per sempre. La guerra mi ha rubato l’allegria, l’infanzia, la sicurezza. Ma non ha vinto sulla mia speranza. Oggi sono qui, davanti a voi, per portare la voce della gioventù del mio Paese. Una gioventù coraggiosa, resiliente, che aspira a una pace autentica!”

Concludendo il discorso ha chiesto la pace: “Per tutto questo, a nome dei miei compagni (in particolare russi, ucraini, israeliani e palestinesi) sono qui a chiedere a lei Signor Presidente e a tutta la comunità internazionale di compiere passi concreti verso una pace duratura sia in Ucraina che a Gaza e in tutti gli altri conflitti dimenticati: cessate il fuoco, liberate gli ostaggi e i prigionieri, accesso agli aiuti umanitari, riconoscimento reciproco e dei diritti di tutti i popoli, smettere di investire nelle armi per educare nuovi leader di pace! E’ ora di condannare fermamente i crimini di guerra e ogni forma di odio, promuovendo la convivenza, la riconciliazione e il perdono”.

A conclusione dei saluti è seguito un dialogo in cui due giovani del Quarto Anno Rondine, Lorenzo Rampi e Chiara Cometto, hanno rivolto due domande sul ruolo dell’Europa e sulla partecipazione giovanile nei processi di pace, a cui il presidente Mattarella ha risposto: “Per i padri dell’Europa i confini non erano punti di separazione ma di incontro, sono insensate le guerre tra vicini…

Gli ultimi anni hanno stravolto il continente. Il ruolo dell’Europa è di difendere le regole del diritto internazionale e frenare la volontà di dominio sugli altri popoli, ricostruendo un sistema di rapporti internazionali e facendo dell’Europa il perno del dialogo, un sistema nel quale tutti si riconoscano”.

(Foto: Rondine – Cittadella della Pace)

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