Papa Leone XIV ai movimenti: l’apostolato è incoraggiato dal Concilio Vaticano II

Mattina intensa di lavoro per papa Leone XIV che ha ricevuto i partecipanti ai capitoli generali della Società delle Missioni Africane, del Terz’Ordine di san Francesco e dei formatori dei Servi del Paraclito, indicando l’impegno della conversione, l’entusiasmo della missione ed il calore della misericordia come le ‘dimensioni luminose’ della Chiesa: “Preghiamo dunque prima di tutto il Signore per i vostri Istituti e per tutte le persone consacrate, perché ‘avendo di mira unicamente e sopra ogni cosa Dio, uniscano la contemplazione, con cui aderiscono a Dio con la mente e col cuore, e l’ardore apostolico, con cui si sforzano di collaborare all’opera della redenzione’. Voi qui rappresentate tre realtà carismatiche nate in momenti diversi della storia della Chiesa, in risposta ad esigenze contingenti di varia natura, ma unite e complementari nella bellezza armonica del Corpo mistico di Cristo”.
Ed ha passato in rassegna la ‘vita’ dei tre Ordini: “La fondazione più antica, tra quelle qui presenti, è quella del Terzo Ordine Regolare di San Francesco, i cui inizi risalgono allo stesso Santo di Assisi, salva poi l’elevazione a Ordine avvenuta in seguito ad opera di Papa Niccolò V. I temi che affrontate nel 113° Capitolo Generale (vita comune, formazione e vocazioni) riguardano un po’ tutta la grande Famiglia di Dio. E’ però importante che, come dice il titolo che avete dato ai vostri lavori, voi li affrontiate alla luce del vostro carisma ‘penitenziale’. Questo infatti ci ricorda che, secondo le parole stesse di San Francesco, solo attraverso un costante cammino di conversione possiamo offrire ai fratelli ‘le fragranti parole del Signore nostro Gesù Cristo’, come scriveva nella Prima lettera ai fedeli”.
Poi agli aderenti alla Società delle Missioni Africane ha sottolineato la bellezza della missione: “Di datazione più recente è la Società delle Missioni Africane, fondata l’8 dicembre 1856 dal Venerabile Vescovo Melchior de Marion Brésillac, segno di quella missionarietà che è al cuore stesso della vita della Chiesa. La storia del vostro Istituto, cari fratelli, ben testimonia questa verità: la fedeltà alla missione, infatti, facendovi superare nel tempo mille difficoltà interne ed esterne alle vostre comunità, vi ha permesso di crescere, traendo anzi dalle avversità occasione e ispirazione per partire verso nuovi orizzonti apostolici in Africa e poi in altre parti del mondo”.
Ed ha ricordato l’esortazione del loro fondatore: “E’ bellissima, in proposito, l’esortazione lasciatavi dal Fondatore a mantenervi fedeli, nell’annuncio, alla semplicità della predicazione apostolica e, al tempo stesso, sempre pronti ad abbracciare la ‘follia della Croce’: semplici e tranquilli, anche di fronte alle incomprensioni e alle derisioni del mondo. Liberi da qualsiasi condizionamento perché ‘ripieni’ di Cristo, e capaci di portare i fratelli all’incontro con Lui perché animati da un’unica aspirazione: annunciare a tutto il mondo il suo Vangelo. Che grande segno per tutta la Chiesa e per tutto il mondo!”
Infine agli aderenti dell’associazione ‘Servi del Paraclito’ ha sottolineato il compito affidato dal fondatore per la ‘cura’ dei sacerdoti in difficoltà: “Anche la vostra presenza ci ricorda una cosa importante: e cioè che tutti noi, pur chiamati ad essere per i fratelli e le sorelle ministri di Cristo, medico delle anime, siamo prima di tutto a nostra volta malati bisognosi di guarigione”.
Infine ecco le dimensioni a cui le associazioni sono chiamate: “Carissimi, grazie per la vostra visita, che oggi in questa sala ci mostra la Chiesa in tre dimensioni luminose della sua bellezza: l’impegno della conversione, l’entusiasmo della missione e il calore della misericordia. Grazie per il tanto lavoro che fate, in tutto il mondo. Vi benedico e prego per voi, in questa novena della Pentecoste, perché possiate essere sempre più strumenti docili dello Spirito Santo secondo i progetti di Dio”.
Mentre ai moderatori, responsabili internazionali e delegati delle aggregazioni ecclesiali il papa ha sottolineato che queste realtà ‘hanno un ruolo fondamentale per l’evangelizzazione’, esortandoli a ‘collaborare’ con il papa: “Perciò desidero anzitutto ringraziarvi per il servizio di guida e di animazione che svolgete. Sostenere e incoraggiare i fratelli nel cammino cristiano comporta responsabilità, impegno, spesso anche difficoltà e incomprensioni, ma è un compito indispensabile e di grande valore. La Chiesa vi è grata per tutto il bene che fate”.
Ha quindi ricordato la loro importanza per la Chiesa: “Le realtà aggregative a cui appartenete sono molto diverse tra loro, per natura e per storia, e tutte sono importanti per la Chiesa. Alcune sono nate per condividere uno scopo apostolico, caritativo, di culto, o per sostenere la testimonianza cristiana in ambienti sociali specifici. Altre, invece, hanno preso origine da una ispirazione carismatica, un carisma iniziale che ha dato vita a un movimento, a una nuova forma di spiritualità e di evangelizzazione”.
Tale ‘apostolato’ è stato sollecitato dal Concilio Vaticano II: “L’apostolato associato dei fedeli è stato vivamente incoraggiato dal Concilio Vaticano II, in particolare con il Decreto sull’apostolato dei laici, dove, tra l’altro, si afferma che esso ‘è di grande importanza anche perché sia nelle comunità ecclesiali, sia nei vari ambienti, spesso richiede di essere esercitato con azione comune. Infatti le associazioni erette per un’attività apostolica in comune sono di sostegno ai propri membri e li formano all’apostolato, ordinano e guidano la loro azione apostolica, così che possono sperarsi frutti molto più abbondanti che non se i singoli operassero separatamente’…
Dunque, tutto nella Chiesa si comprende in riferimento alla grazia: l’istituzione esiste perché sia sempre offerta la grazia, i carismi sono suscitati perché questa grazia sia accolta e porti frutto. Senza i carismi, c’è il rischio che la grazia di Cristo, offerta in abbondanza, non trovi il terreno buono per riceverla! Ecco perché Dio suscita i carismi, perché questi risveglino nei cuori il desiderio dell’incontro con Cristo, la sete della vita divina che Lui ci offre, in una parola, la grazia!”
E’ stato un invito ad essere ‘lievito’ nell’unità, come scriveva san Paolino di Nola a sant’Agostino: “Tutti voi fate continuamente l’esperienza della comunione spirituale che vi lega. È la comunione che lo Spirito Santo crea nella Chiesa. E’ un’unità che ha il suo fondamento in Cristo: Lui ci attrae, ci attrae a sé e così ci unisce anche fra noi…
Questa unità, che voi vivete nei gruppi e nelle comunità, estendetela ovunque: nella comunione con i Pastori della Chiesa, nella vicinanza con le altre realtà ecclesiali, facendovi prossimi alle persone che incontrate, in modo che i vostri carismi rimangano sempre a servizio dell’unità della Chiesa e siano essi stessi ‘lievito di unità, di comunione e di fraternità’ nel mondo così lacerato dalla discordia e dalla violenza”.
Eppoi ha sottolineato l’importanza della missione: “La missione ha segnato la mia esperienza pastorale e ha plasmato la mia vita spirituale. Anche voi avete sperimentato questo cammino. Dall’incontro con il Signore, dalla nuova vita che ha invaso il vostro cuore, è nato il desiderio di farlo conoscere ad altri. Ed avete coinvolto tante persone, dedicato molto tempo, entusiasmo, energie per far conoscere il Vangelo nei posti più lontani, negli ambienti più difficili, sopportando difficoltà e fallimenti. Tenete sempre vivo tra voi questo slancio missionario: i movimenti anche oggi hanno un ruolo fondamentale per l’evangelizzazione”.
Ed ha invitato ad essere evangelizzatori: “Tra voi ci sono persone generose, ben formate, con esperienza “sul campo”. Si tratta di un patrimonio da far fruttificare, rimanendo in ascolto della realtà odierna con le sue nuove sfide. Mettete i vostri talenti a servizio della missione, sia nei luoghi di prima evangelizzazione sia nelle parrocchie e nelle strutture ecclesiali locali, per raggiungere tanti che sono lontani e, a volte senza saperlo, attendono la Parola di vita”.
Quindi il carisma deve attrarre a Cristo: “Tenete sempre al centro il Signore Gesù! Questo è l’essenziale, e i carismi stessi servono a questo. Il carisma è funzionale all’incontro con Cristo, alla crescita e alla maturazione umana e spirituale delle persone, all’edificazione della Chiesa. In questo senso, tutti siamo chiamati a imitare Cristo, che spogliò sé stesso per arricchire noi. Così, chiunque persegue con altri una finalità apostolica o chiunque è portatore di un carisma è chiamato ad arricchire gli altri, spogliandosi di sé. E questo è fonte di libertà e di grande gioia”.
(Foto: Santa Sede)