Eletto Presidente della Polonia il Cattolico e conservatore Nawrocki, che rispetta i valori della dignità, della tradizione, della fede e dei principi della Chiesa

Nawrowski
Condividi su...

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 02.06.2025 – Jan van Elzen] – A seguito del nostro articolo del 31 maggio 2025, alla vigilia delle elezioni presidenziali in Polonia che si sono svolti ieri – Cosa sta succedendo in Polonia? L’Unione Europea e Avvenire fanno il tifo per i nemici della Chiesa – 31 maggio 2025 [QUI], con cui abbiamo riportato il contributo Elezioni presidenziali in Polonia: la UE tifa contro i conservatori. Le oligarchie UE premono sull’elettorato polacco per un risultato contrario all’identità culturale e religiosa della nazione di Włodzimierz Rędzioch pubblicato su Alleanzacattolica.org, e il contributo Come Avvenire difende il Cattolicesimo polacco: un articolo de facto anticattolico sul ballottaggio presidenziale di domenica. Avvenire (31 maggio 2025) sostiene in polonia i nemici della Chiesa. Ma non si vergogna? di Giuseppe Rusconi su Rossoporpora.org – oggi, il giorno successivo alle elezioni, riportiamo i commenti di Renzo Puccetti in un post su Facebook, di Luca Volontè pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiano e di Adam Sosnowski in un post su Facebook.

Una buona notizia per la Polonia e per l’Europa
di Renzo Puccetti
Facebook, 2 giugno 2025

Buongiorno, una buona notizia per la Polonia e per l’Europa. Il vomitevole Tusk non potrà avere mano libera per la sua azione abortista, bellicista e secolarista. San Giovanni Paolo II c’ha messo una pezza. E siccome, come diceva il cardinale Giacomo Biffi, Dio ha un gran senso dell’umorismo, la vittoria è coronata dalla figura cacina del candidato di Tusk, il quale, messa da parte ogni minima cautela, sulla base dei soli exit poll che lo davano avanti dello 0,3%, è andato in TV annunciando la sua vittoria. Poi sono arrivate le proiezioni e i voti veri. Resterà negli annali come il candidato degli exit-pollo.

Polonia, colpo alle lobby: vince il Cattolico Nawrocki
di Luca Volontè
La Nuova Bussola Quotidiana, 2 giugno 2025

Dopo un lungo testa a testa nella notte i risultati del ballottaggio alle presidenziali polacche vedono prevalere, seppure di poco, il Cattolico conservatore Nawrocki contro il candidato della sinistra liberal Trzaskowski, fortemente sostenuto da Brussel.

Elezioni al cardiopalma ieri in Polonia, dopo un iniziale vantaggio di pochissimi voti del candidato liberal abortista, sostenuto dal mondo intero delle lobby e delle istituzioni europee Rafal Trzaskowski, nella notte profonda e alla prime luci di oggi appare consolidarsi il ribaltone, Karol Nawrocki sarebbe il vincitore delle elezioni e Presidente della Repubblica con il 50.7% dei voti.

Ieri si è svolto il voto di ballottaggio presidenziale in Polonia tra Rafal Trzaskowski, sostenuto dal partito di governo “Coalizione Civica” del Primo Ministro Donald Tusk e dall’intera coalizione liberal socialista di governo – pro abortista e favorevole alla promozione, anche in ambito educativo dell’indottrinamento LGBTQ – e Karol Nawrocki, difensore dei valori cattolici tradizionali polacchi e della identità e sovranità del Paese, nei confronti della svendita a favore del centralismo europeo e delle lobby transatlantiche liberal. ll ballottaggio segue il primo turno, molto combattuto, del 18 maggio scorso e da noi descritto su La Bussola, in cui Trzaskowski aveva ottenuto poco più del 31% e Nawrocki quasi il 30%.

Ieri i seggi sono stati aperti in tutta la Polonia dalle 7 alle 21 ed i primi risultati, rilevati da exit-polls nella notte, avevano assegnato la vittoria di misura al sindaco liberale di Varsavia Rafal Trzaskowski. Un exit poll realizzato da Ipsos per le emittenti TVN, TVP e Polsat ha mostrato che Trzaskowski, della Coalizione Civica (KO) al governo, avrebbe ottenuto il 50,3% dei voti. Il suo rivale, uno storico conservatore e pugile dilettante, Karol Nawrocki, sostenuto dai nazionalisti di Diritto e Giustizia (PiS), si è fermato al 49,7%. Un exit poll separato, realizzato dall’agenzia OGB per l’emittente conservatrice Republika, mostrava i due ancora più vicini, con Trzaskowski al 50,2% e Nawrocki al 49,8%. Margini troppo stretti per dichiarare il vincitore.

Nella notte e alle prime luci dell’alba il ribaltone che va consolidandosi, Trzaskowski al 49.3% e Nawrocki al 50.7%. I risultati reali consolidati del mattino, con gli exit polls aggiornati, combina i dati degli exit poll con i risultati ufficiali parziali del 90% dei seggi elettorali ed un margine di errore di soli 0,5 punti percentuali. Il risultato finale si avrà nella tarda mattinata di oggi, ma l’impegno dei candidati cattolici, sovranisti e conservatori e le milioni di preghiere salite al Cielo, perché i santi protettori della Polonia, Giovanni Paolo II in primis, intervenissero ad evitare la devastazione del Paese, sembrano aver portato l’effetto sperato.

L’affluenza alle urne per il secondo turno delle elezioni presidenziali polacche ha raggiunto il 54,91% alle ore 17 di domenica, ha dichiarato la Commissione elettorale nazionale (PKW) in una conferenza stampa alle 18.30. L’affluenza più alta è stata registrata nella provincia di Mazowieckie, nella Polonia centrale, dove ha raggiunto il 58,51% alle 17:00, mentre quella più bassa nella provincia di Opolskie, nella Polonia sud-occidentale, dove ha raggiunto il 48,05%.

Come avevamo previsto, negli ultimi giorni di campagna elettorale, in funzione di condizionare il maggior numero di elettori Polacchi all’estero, la macchina del fango della stampa il-liberal ha affondato i suoi artigli contro il candidato Cattolico e conservatore Nawrocki. Egli è stato sottoposto a un’intensa campagna di menzogne, accuse e falsità che lo hanno collegato alla criminalità organizzata, a gruppi neonazisti e a violenti hooligan di calcio, a controversi incidenti che hanno coinvolto l’appartamento di un anziano in patria e, addirittura, al procacciamento di prostitute in un hotel in cui lavorava. Tutto ciò fondato sul “si dice”. Eppure negli ultimi giorni, dopo l’ordine impartito in settimana da Le Monde e Reuters, di cui abbiamo scritto su queste pagine, France 24, la Süddeutsche Zeitung, il The Telegraph si sono anch’essi resi protagonisti di infamie e discredito. Ovviamente Donald Tusk, un uomo senza alcun senso politico e rispetto istituzionale, il giorno prima del voto ha voluto mostrare tutte le sue qualità, insultando l’attuale Presidente della repubblica Andrzej Duda, il candidato cattolico delle opposizioni e il leader del partito Diritto e Giustizia (PiS) Jarosław Kaczyński, in un solo tweet.

Per altro verso, le speranze di una vittoria di Nawrocki  erano state espresse alla conferenza ungherese dei conservatori americani CPAC (Conservative Political Action Conference) di questa settimana, dal Primo Ministro Viktor Orbán, che aveva denunciato anche come il governo di Donald Tusk stia attualmente calpestando la Costituzione polacca, con l’aiuto di Bruxelles. A conferma dello schieramento deciso dei conservatori americani per il candidato cattolico, ci sono anche le pubbliche affermazioni del Segretario per la Sicurezza Interna degli Stati Uniti Kristi Noem, durante l’edizione polacca del famoso forum repubblicano americano CPAC in Polonia nei giorni scorsi.

Gli ultimi sondaggi elettorali, pubblicati venerdì 30 maggio, avevano rilevato come il risultato fosse troppo ravvicinato tra i due candidati per essere evidenziato senza margine di errore: Trzaskowski era stato in testa nei sondaggi per gran parte della campagna elettorale, ma i sondaggi più recenti davano in leggero vantaggio Nawrocki (51%). Nella nottata di ieri, come detto, gli exit poll davano in testa, seppure con un margine risicatissimo, il candidato liberal che aveva già ringraziato gli elettori e cantato vittoria: «…È un momento speciale nella storia della Polonia e sono convinto che ci aiuterà ad andare avanti come un siluro, a concentrarci soprattutto sul futuro». I siluri però pare abbiano cambiato direzione e come più saggiamente aveva detto Karol Nawrocki ai suoi sostenitori nella notte, «attendiamo i risultati reali, il conteggio reale».

Sono lieto che abbia vinto Karol Nawrocki
di Adam Sosnowski
Facebook, 2 giugno 2025

(Nostra traduzione italiana dal polacco)

Sono lieto che abbia vinto Karol Nawrocki. È un candidato con valori che mi sono profondamente vicini: dignità, tradizione, fede, rispetto per gli insegnamenti della Chiesa. Il suo avversario era un uomo dell’apparato di potere, proveniente da un ambiente che rifiuta sempre più qualsiasi valore duraturo. Per me, la scelta era chiara: non si trattava solo della persona, ma della direzione che la Polonia avrebbe potuto prendere. Se Nawrocki avesse perso, c’era il rischio concreto che queste elezioni potessero essere le ultime per molto tempo.
Nawrocki doveva vincere anche perché l’intera potente infrastruttura dell’establishment liberal-di sinistra è dall’altra parte: i media, i tribunali, l’amministrazione pubblica, le amministrazioni locali, influenti fondazioni straniere, il grande capitale e persino Brussel.
Da tempo esiste una visione del mondo – spesso molto lontana da ciò che è importante per la maggior parte dei polacchi – come vediamo: fede, famiglia, nazione, tradizione. Se aggiungessero a tutto questo il Palazzo Presidenziale, avrebbero assolutamente tutto.
Per un Cattolico, Nawrocki era l’unica scelta possibile, non come candidato ideale, ma come l’unico la cui visione dello Stato non contraddice gli insegnamenti della Chiesa. Ciò è confermato dal Vademecum Elettorale pubblicato dall’Episcopato, che ci ricorda che un Cattolico non può sostenere candidati che violano apertamente i principi morali fondamentali. Per me, gli insegnamenti della Chiesa sono sempre stati e rimangono la guida più importante, non solo nella vita privata, ma anche in quella civile. È la fede che precede la scelta politica, non il contrario.
La vittoria di Nawrocki è anche un’opportunità per non cedere il pieno potere a persone come Tusk, Sikorski, Giertych o Nitras – persone senza scrupoli politici, che hanno dimostrato più volte di non avere limiti. Sono anche contento che Trzaskowski, che per due ore si è sentito il Presidente, ora – dopo quanto ha dimostrato – si sia esposto al ridicolo. Ha lavorato duramente per diventare un meme e lo ha fatto con piena consapevolezza.
Ma d’altra parte, la democrazia a volte può essere brutale e insensata. Forse persino malsana. Durante quelle due ore del mandato di Trzaskowski, ho provato profondo dolore, rassegnazione, dubbio. E so che circa 10 milioni di Polacchi provano lo stesso oggi, solo che loro sono “quegli altri”, provenienti dall’altra bolla.
Tuttavia, non dobbiamo seguire la strada del disprezzo per i nostri avversari. Un Cattolico disprezza il peccato e ama il peccatore. A differenza di molti rappresentanti del PO, celebrità e dei loro circoli, non credo che gli elettori che votano diversamente da me siano idioti, ignoranti, “fascisti” o “persone di colore”. Ci sono persone del genere in ogni gruppo e da ogni parte. Ma la stragrande maggioranza è semplicemente gente comune con cui viviamo fianco a fianco, ci incrociamo ogni giorno, lavoriamo insieme. Finché desiderano il bene della Polonia, anche se lo intendono diversamente, meritano rispetto. Solo un’azione consapevole contro la Polonia e le sue fondamenta, come quella che stanno facendo Tusk o Giertych, mette qualcuno al di fuori dei confini della nostra comunità nazionale. I vincitori non dovrebbero seguire la strada dell’orgoglio anche nei confronti di coloro che hanno contribuito notevolmente a questa vittoria. Grzegorz Braun – cosa che non mi aspettavo assolutamente – ha incoraggiato direttamente la gente a votare per Nawrocki. Krzysztof Bosak ha fatto lo stesso. E molti altri che “non sono sostenitori del PiS”, ma hanno fatto riferimento alla loro coscienza cattolica, che sarebbe stata calpestata e distrutta dal potere monolitico del PO.
L’ultimo mese è stato speciale per me, perché ho avuto l’opportunità di osservare due elezioni completamente diverse: laica ed ecclesiastica. Da un lato, le elezioni presidenziali in Polonia: tensione, caos, guerre mediatiche. Dall’altro, l’elezione del nuovo Papa, che ho osservato molto, molto da vicino. E che si è svolta in silenzio, preghiera, pace e rispetto per 2000 anni di tradizione. Dopo il Conclave, quasi nessuno nella Chiesa è rimasto deluso, nemmeno coloro che sostenevano un altro candidato. Il Cardinal Parolin, il principale rivale, ha baciato l’anello del Pescatore del nuovo Papa Leone XIV il giorno dopo l’elezione. Nel frattempo, nella politica laica, Rafał Trzaskowski ha impiegato 24 ore per sfornare un tweet di congratulazioni. In questa combinazione contrastante, è chiarissimo quanto la saggezza della Chiesa manchi profondamente nel nostro spazio pubblico. Una saggezza che edifica, non che divide. Che dona pace, non isteria. Che conduce all’eternità, non a un trionfo momentaneo. Ecco perché oggi più che mai sono convinto che la fede e l’insegnamento della Chiesa siano un fondamento molto migliore per la vita comune rispetto alle risse democratiche. È la Chiesa che dà un vero senso di permanenza e di significato. E questa saggezza manca gravemente nella vita pubblica odierna; purtroppo, anche a causa dei vescovi, che in larga misura se ne ritirano.

151.11.48.50