Papa Leone XIV: farsi pescatori di famiglie

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“Sono lieto che, all’indomani della celebrazione del Giubileo delle Famiglie, dei Bambini, dei Nonni e degli Anziani, un gruppo di esperti si sia riunito presso il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita a riflettere sul tema: ‘Evangelizzare con le famiglie di oggi e di domani. Sfide ecclesiologiche e pastorali’. Tale tema ben esprime la preoccupazione materna della Chiesa per le famiglie cristiane presenti in tutto il mondo: membra vive del Corpo mistico di Cristo e primo nucleo ecclesiale a cui il Signore affida la trasmissione della fede e del Vangelo, specialmente alle nuove generazioni”.

In un messaggio inviato ad un seminario del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, in programma fino a domani, papa Leone XIV ha invitato a farsi ‘pescatori di famiglie’ per offrire loro l’incontro con la tenerezza di Dio attraverso la testimonianza della grazia del matrimonio, riprendendo le ‘Confessioni’ di sant’Agostino: “La domanda profonda d’infinito scritta nel cuore di ogni uomo conferisce ai padri e alle madri il compito di rendere i propri figli consapevoli della paternità di Dio”.

E’ stato un invito ad accogliere le ‘sfide’ del mondo: “Il nostro è un tempo caratterizzato da una crescente ricerca di spiritualità, riscontrabile soprattutto nei giovani, desiderosi di relazioni autentiche e di maestri di vita. Proprio per questo è importante che la comunità cristiana sappia gettare lo sguardo lontano, facendosi custode, davanti alle sfide del mondo, dell’anelito di fede che alberga nel cuore di ognuno”.

Il papa ha invitato a raggiungere le famiglie ‘lontane’: “Ed è particolarmente urgente, in questo sforzo, rivolgere un’attenzione speciale a quelle famiglie che, per vari motivi, sono spiritualmente più lontane: a quelle che non si sentono coinvolte, che si dicono non interessate, oppure che si sentono escluse dai percorsi comuni, ma nondimeno vorrebbero essere in qualche modo parte di una comunità, in cui crescere e con cui camminare. Quante persone, oggi, ignorano l’invito all’incontro con Dio!”

Quindi è un invito a non ‘privatizzare’ la fede: “Così, pur con sani e santi desideri, mentre cercano sinceramente dei punti di appoggio per salire i sentieri belli della vita e della gioia piena, molti finiscono coll’affidarsi a falsi appigli che, non reggendo il peso delle loro istanze più profonde, li lasciano scivolare di nuovo verso il basso, allontanandoli da Dio e rendendoli naufraghi in un mare di sollecitazioni mondane”.

Perciò il papa ha chiesto di gettare comunque le ‘reti’: “Tra loro ci sono papà e mamme, bambini, giovani e adolescenti, a volte alienati da modelli di vita illusori, dove non c’è spazio per la fede, alla cui diffusione contribuisce non poco l’uso distorto di mezzi in sé potenzialmente buoni, come i social, ma dannosi quando fatti veicolo di messaggi ingannevoli.

Ebbene, ciò che muove la Chiesa nel suo sforzo pastorale e missionario, è proprio il desiderio di andare a ‘pescare’ questa umanità, per salvarla dalle acque del male e della morte attraverso l’incontro con Cristo”.

Riprendendo gli insegnamenti di papa san Giovanni Paolo II e di papa Francesco, papa Leone XIV ha sottolineato che la fede è risposta a uno sguardo d’amore, come affermava sant’Agostino: “Quante volte, in un passato forse non molto lontano, ci siamo dimenticati di questa verità e abbiamo presentato la vita cristiana principalmente come un insieme di precetti da rispettare, sostituendo all’esperienza meravigliosa dell’incontro con Gesù, Dio che si dona a noi, una religione moralistica, pesante, poco attraente e, per certi versi, irrealizzabile nella concretezza del quotidiano”.

Ed il compito dei vescovi è gettare le ‘reti’: “In questo contesto tocca prima di tutto ai vescovi, successori degli Apostoli e Pastori del gregge di Cristo, gettare la rete in mare facendosi ‘pescatori di famiglie’. Anche i laici, però, sono chiamati a lasciarsi coinvolgere in tale missione, divenendo, accanto ai Ministri ordinati, ‘pescatori’ di coppie, di giovani, di bambini, di donne e uomini di ogni età e condizione, affinché tutti possano incontrare Colui che solo può salvare”.

Quindi come afferma l’esortazione apostolica ‘Amoris Laetitia’ occorre ‘promuovere l’incontro con la tenerezza di Dio’: “Non si tratta di dare, a domande impegnative, risposte affrettate, quanto piuttosto di farsi vicini alle persone, di ascoltarle, cercando di comprendere con loro come affrontare le difficoltà, pronti anche ad aprirsi, quando necessario, a nuovi criteri di valutazione e a diverse modalità di azione, perché ogni generazione è diversa dall’altra e presenta sfide, sogni e interrogativi propri.

Ma, in mezzo a tanti cambiamenti, Gesù Cristo rimane ‘lo stesso ieri e oggi e per sempre’. Perciò, se vogliamo aiutare le famiglie a vivere cammini gioiosi di comunione e ad essere semi di fede le une per le altre, è necessario che prima di tutto coltiviamo e rinnoviamo la nostra identità di credenti”.

(Foto: Santa Sede)