Come sarà la squadra di Papa Leone XIV?

Papa Leone XIV
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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 02.06.2025 – Andrea Gagliarducci] – Il 13 maggio 2025, quando Papa Leone XIV prese possesso della cattedra di San Giovanni in Laterano, c’era un sacerdote peruviano seduto accanto al Segretario del Papa nella papamobile. Si trattava di Don Bernardito Gil Hernández, Vicario Generale dell’allora Vescovo Prevost di Chiclayo, giunto a Roma per salutare il suo ex vescovo, divenuto Papa.

Leone XIV ha un legame indissolubile con il Perù. Il suo Segretario, Don Edgard Iván Rimaycuna Inga, è originario di Chiclayo, e Prevost è stato il suo mentore. Anche la cuoca del nuovo Papa proveniene dal Perù e preparava i pasti nella Curia degli Agostiniani.

I soggiorni di Robert Prevost in Perù facevano parte di un percorso che lo portò a stringere amicizie leali e a raggiungere un luogo in cui si sentiva a casa e a suo agio. Non è un caso che Leone XIV, apparendo per la prima volta come Papa dalla loggia centrale della Basilica di San Pietro, abbia usato alcune parole in spagnolo, ma non in inglese.

Questo forte legame con il mondo peruviano, tuttavia, dice meno di quanto si possa pensare sulla squadra che il Papa riunirà per assisterlo nel governo della Chiesa. La scelta degli uomini, in questo caso, è fondamentale. Leone XIV è chiamato a occuparsi di molti dossier, e spetta solo a lui decidere le priorità e iniziare a dare forma al suo pontificato.

Come sarà dunque composta la squadra di Leone?

Sembra ovvio che il Cardinale Pietro Parolin rimarrà Segretario di Stato, almeno per un breve periodo, così come non è previsto che l’Arcivescovo Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali, vada da nessuna parte.

La prima nomina cruciale sarà quella del suo successore alla guida del Dicastero per i Vescovi. È improbabile che si tratti dell’attuale Segretario, l’Arcivescovo lIlson de Jesus Montanari, con il quale Leone XIV non aveva buoni rapporti. Anche Montanari era un fedelissimo di Francesco. Il successore di Prevost verrà pescato al di fuori della cerchia degli attuali funzionari curiali.

Poi, ci sarà probabilmente una seconda nomina cruciale: il nuovo Sostituto per gli affari generali della Segreteria di Stato. L’attuale Sostituto – in pratica il capo di gabinetto del Papa – è l’Arcivescovo venezuelano Edgard Peña Parra. Non è ancora in età pensionabile e non dovrebbe correre il rischio immediato di ritrovarsi completamente senza lavoro. È probabile che il Papa scelga, per un incarico così impegnativo e a così stretto contatto con il pontefice, una persona più in sintonia con il suo superiore di quanto Peña Parra sembri esserlo, una persona di cui il Papa si fida ciecamente.

È stato menzionato il nome del Vescovo Luis Marín di San Martín, O.S.A., uno dei Sottosegretari del Sinodo dei Vescovi e Agostiniano come Leone XIV. Tuttavia, non pare probabile che il Vescovo Marín cambierà ruolo e, soprattutto, non sembra che il Papa voglia fare una “scortesia” a uno dei suoi fratelli, mettendolo in una posizione complessa e difficile da gestire. Il Papa potrebbe invece attingere al bacino dei Nunzi Apostolici. Un nome che potrebbe essere preso in considerazione è quello dell’Arcivescovo Petar Rajić, attuale Nunzio Apostolico in Italia, un Canadese di origine Croata, che negli ultimi anni ha dimostrato di essere equilibrato.

Il cambio del Corpo Diplomatico rappresenta un’ulteriore sfida per Leone XIV. Nei prossimi giorni sarà chiamato a scegliere il nuovo Nunzio Apostolico negli Stati Uniti (il Cardinal Pierre ha compiuto 79 anni), il nuovo Nunzio Apostolico in Siria (il Cardinale Zenari ne ha quasi 80), nonché a ricoprire altre posizioni vacanti tra gli “ambasciatori” del Papa. Tuttavia, la sua vera sfida potrebbe essere quella di riformare l’Accademia Ecclesiastica, la scuola del Corpo Diplomatico della Santa Sede, affinché torni a essere un’istituzione in grado di formare diplomatici di alta qualità.

La riforma dell’Accademia Ecclesiastica sarebbe un duro colpo per il precedente pontificato, considerando che l’ultima revisione è stata effettuata durante la malattia di Papa Francesco, meno di due mesi fa. Toccare la “scuola dei Nunzi” avrebbe, quindi, un significato simbolico significativo per il pontificato di Leone XIV, oltre a un potenziale impatto generazionale sulla Santa Sede.

Curiosamente, nella dichiarazione in cui conferma donec aliter provideatur (finché non si provveda diversamente) tutti i capi dicastero il cui mandato era scaduto con la vacanza della sede romana, Leone fa riferimento anche ai segretari. E così non solo le posizioni dei numeri 1 sono in bilico, ma anche quelle dei numeri 2, in quello che si prevede sarà un totale rovesciamento degli equilibri della Curia.

Leone XIV non compirà mosse avventate, perché non è nella sua natura. Tuttavia, vale la pena notare la fretta con cui alcuni ai margini della Chiesa, apparentemente desiderano vedere Leone attuare le riforme. Il Vescovo di Charlotte, negli Stati Uniti, ha fatto notizia con il suo brutale piano per l’attuazione della Traditionis custodes nella sua diocesi, vietando di fatto la Messa latina tradizionale. Il piano è stato bloccato, per ora, ma il danno alla credibilità del Vescovo Michael Thomas Martin, O.F.M.Conv., sulla scena statunitense, così come alla sua reputazione a Roma e agli occhi del suo clero e dei suoi fedeli, è ormai fatto.

C’è anche la possibilità di un’accelerazione sul fronte dell’Accordo Cina-Santa Sede. Si prevede che i colloqui si svolgeranno nelle prossime settimane in Vaticano, e si vocifera che la Santa Sede intenda rendere l’accordo permanente e pubblicarne alcuni aspetti.

Ora, è ovvio che la Cina voglia che l’accordo sia permanente e pubblicato. Tuttavia, è altrettanto evidente che una tale accelerazione, con un nuovo Papa appena insediato, rappresenterebbe un affronto diretto a Leone XIV, che potrebbe anche decidere di rallentare le relazioni con la Cina.

Inoltre, la questione cinese è stata decisiva anche nell’incanalare i voti dei cardinali in Conclave verso il Cardinal Prévost. I cardinali asiatici non potevano accettare un candidato come il Cardinal Erdö, la cui nazione, l’Ungheria, è considerata vicina alla Cina. Per lo stesso motivo, non potevano votare per il Cardinal Parolin, che era uno dei sostenitori dell’accordo con la Cina.

Lo stesso Cardinal Parolin si è preoccupato di far sapere che i vescovi nominati dalla Cina in Sede Vacante erano stati pre-approvati dalla Santa Sede. Questa è una buona notizia, ma resta il fatto che in Sede Vacante le nomine non vengono pubblicate perché non c’è un Papa che le approvi.

Insomma, Leone XIV ha molto su cui riflettere. Per ora, può rivolgersi direttamente alla sua cerchia di amici fidati in Perù. Continua a sentirsi Agostiniano e si può giurare che farà altri tiri dalla mensa agostiniana. Forse chiamerà i suoi confratelli Agostiniani per colmare alcune cruciali posti episcopali vacanti. Allo stesso tempo, il Papa deve costruire una squadra solida e leale. Il futuro del pontificato dipenderà in gran parte dalle sue scelte.

Questo articolo nella nostra traduzione italiana è stato pubblicato dall’autore in inglese sul suo blog Monday Vatican [QUI].

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