Papa Leone XIV: il rosario è accompagnamento nella vita

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“Cari fratelli e sorelle, con gioia mi unisco a voi in questa Veglia di preghiera a conclusione del Mese di Maggio. E’ un gesto di fede con cui in modo semplice e devoto ci riuniamo sotto il manto materno di Maria. Quest’anno, poi, esso richiama alcuni aspetti importanti del Giubileo che stiamo celebrando: la lode, il cammino, la speranza e, soprattutto, la fede meditata e manifestata coralmente”: stasera a conclusione del mese di maggio papa Leone XIV si è recato al termine della recita del Rosario presso la Grotta di Lourdes nei Giardini Vaticani.

Nel breve discorso papa Leone XIV ha richiamato la meditazione di papa san Giovanni Paolo II sul rosario: “Ed in effetti, meditando i Misteri gaudiosi, durante il cammino percorso, siete entrati e avete sostato, come in pellegrinaggio, in tanti luoghi della vita di Gesù: nella casa di Nazaret contemplando l’Annunciazione, in quella di Zaccaria contemplando la Visitazione, che oggi abbiamo celebrato, nella grotta di Betlemme contemplando il Natale, nel Tempio di Gerusalemme contemplando la presentazione e poi il ritrovamento di Gesù”.

Il rosario è un accompagnamento nella vita quotidiana: “Vi hanno accompagnato, nell’Ave Maria ripetuta con fede, le parole dell’Angelo alla Madre di Dio: ‘Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te’, e quelle di Elisabetta che la accoglie con gioia: ‘Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!’ I vostri passi, così, sono stati scanditi dalla Parola di Dio, che ne ha segnato, con il suo ritmo, il procedere, le soste e le partenze, proprio come per il popolo d’Israele nel deserto, in viaggio verso la Terra promessa”.

Con un richiamo a sant’Agostino il papa ha invitato a lodare Dio con la ‘lingua’ e la vita: “Guardiamo, allora, alla nostra esistenza come a un cammino alla sequela di Gesù, da percorrere, come abbiamo fatto stasera, insieme a Maria. E chiediamo al Signore di saperlo lodare ogni giorno, ‘con la vita e con la lingua, col cuore e con le labbra, con la voce e con la condotta’, evitando le stonature: la lingua intonata con la vita e le labbra con la coscienza”.

In mattinata papa Leone XIV aveva inviato un messaggio alla Conferenza dei vescovi di Francia in occasione del 100^ anniversario della canonizzazione di san Giovanni Eudes, san Giovanni Maria Vianney e santa Teresa del Bambin Gesù: “Elevandoli alla gloria degli altari, il mio predecessore Pio XI desiderava presentarli al Popolo di Dio come maestri da ascoltare, come modelli da imitare e come potenti intercessori da pregare e invocare.

L’ampiezza delle sfide che, un secolo dopo, si presentano alla Chiesa in Francia, e la pertinenza sempre più attuale delle sue tre figure di santità ad affrontarle, mi spingono a invitarvi a dare un rilievo particolare a questo anniversario”.

Nel messaggio il papa si è soffermato sul ‘ritratto’ spirituale dei tre santi, come ha scritto papa Francesco nell’enciclica ‘Dilexit Nos’: “Non potrebbe esserci programma di evangelizzazione e di missione più bello e più semplice per il vostro Paese: far scoprire a ognuno l’amore di tenerezza e di predilezione che Gesù nutre per lui, al punto di trasformarne la vita. Ed, in tal senso, i nostri tre santi sono davvero dei maestri, di cui vi invito a far conoscere e apprezzare incessantemente la vita e la dottrina al Popolo di Dio”.

Nel messaggio ha tratteggiato il culto dei tre santi al Sacro Cuore di Gesù: “San Giovanni Eudes non è forse stato il primo ad aver celebrato il culto liturgico dei Cuori di Gesù e di Maria? San Giovanni Maria Vianney non è stato forse un parroco appassionatamente dedito al suo ministero che affermava: “Il sacerdozio è l’amore del cuore di Gesù”? E infine, santa Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo non è forse il grande Dottore ‘in scientia amoris’ di cui il nostro mondo ha bisogno, lei che ‘respirava’ il nome di Gesù in ogni istante della sua vita, con spontaneità e freschezza, e che insegnò ai più piccoli una via ‘tutta facile’ per accedervi?”

E’ stato un invito a ringraziare Dio per questi doni santi: “Celebrare il centenario della canonizzazione di questi tre santi è anzitutto un invito a rendere grazie al Signore per le meraviglie che ha compiuto in questa terra di Francia durante i lunghi secoli di evangelizzazione e di vita cristiana.

I santi non appaiono spontaneamente, ma, attraverso la grazia, sorgono in seno a comunità cristiane vive che hanno saputo trasmettere loro la fede, accendere nel loro cuore l’amore di Gesù e il desiderio di seguirlo. Questa eredità cristiana vi appartiene ancora, impregna ancora profondamente la vostra cultura e resta viva in molti cuori”.

Infine papa Leone XIV ha invitato la Chiesa francese ha lodare le ‘meraviglie’ di Dio: “Dio può, con l’aiuto dei santi che vi ha donato e che voi celebrate, rinnovare le meraviglie che ha compiuto in passato. Santa Teresa non sarà forse la Patrona delle missioni nelle terre stesse che l’hanno vista nascere? San Giovanni Maria Vianney e san Giovanni Eudes non sapranno forse parlare alla coscienza di tanti giovani della bontà, della grandezza e della fecondità del sacerdozio, suscitando in loro il desiderio entusiasta, e dando loro il coraggio di rispondere generosamente alla chiamata, proprio mentre la mancanza di vocazioni si fa dolorosamente sentire nelle vostre diocesi e i sacerdoti sono sempre più messi duramente alla prova? Colgo l’occasione per ringraziare dal profondo del cuore tutti i sacerdoti di Francia per il loro impegno coraggioso e perseverante, e desidero esprimere loro il mio paterno affetto”.

(Foto: Santa Sede)

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