La coperta corta di Leone XIV

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 31.05.2025 – Aurelio Porfiri] – Credo che tutti possano vedere come per Papa Leone XIV si cerchi di tirarlo chi da una parte, chi dall’altra, tanto che egli sembra – contemporaneamente! – progressista e tradizionalista. Questo è anche comprensibile, perché a tutti piace sentire il Papa dalla propria parte.
Io penso, che tutte le novità che si cercano di trovare in Papa Prevost si riassumono poi in un fatto fondamentale: non è Papa Francesco. Con questo intendo che Papa Bergoglio aveva portato un forte elemento caratteriale nel suo Pontificato, che si estrinsecava in alcune note impuntature, come ad esempio quella verso i tradizionalisti. Papa Francesco se si metteva in testa una cosa era molto difficile che cambiasse idea. Aveva una personalità molto forte e complessa, nel bene e nel male.
Papa Leone sembra più riflessivo e posato, meno incline ad una certa irruenza. Fortunatamente, ha resistito alla tentazione di fare l’emulatore del suo predecessore, imponendo un suo modo particolare di affrontare il Pontificato senza scimmiottare il Papa sudamericano.
Immagino, che anche su temi come il tradizionalismo e la Cina egli vorrà percorrere una strada che non è perfettamente allineata a quella del suo predecessore. Egli sa bene che molti dei temi sollevati dal mondo tradizionalista sono temi reali: il crollo della liturgia, lo sbandamento dottrinale, rimettere Dio al centro. Non è necessario identificarsi con il tradizionalismo per comprendere che questi sono temi veri e che non possono essere elusi.
Inoltre, la questione della Cina, un approccio difeso con testardaggine da Papa Francesco e portato avanti dal suo collaboratore principale, il Cardinale Pietro Parolin (chissà se questo non ha pesato per la sua mancata elezione), ha lasciato e lascia molti perplessi, non solo nel mondo Cattolico, ma anche nel mondo cinese.
Io immagino che Leone XIV dovrà dare un colpo al cerchio e uno alla botte, non mi sembra il tipo da frenate improvvise. Eppure, sono anche certo che vede questi problemi e che cerca di trovare soluzioni adeguate nella situazione in cui si trova. Leone XIII in una Enciclica del 1902, verso la fine del suo Pontificato, chiamata Fin dal principio, diceva parole che ben potrebbero essere riprese dal presente Pontefice:
«Fin dal principio del Nostro Pontificato ponendo Noi mente alle gravi condizioni della società, non tardammo a riconoscere, come uno dei più urgenti doveri dell’apostolico ufficio fosse quello di rivolgere specialissime cure alla educazione del Clero. Vedevamo infatti che ogni Nostro divisamento ad operare nel popolo una restaurazione di vita cristiana sarebbe tornato invano, ove nel ceto ecclesiastico non si serbasse integro e vigoroso lo spirito sacerdotale. Pertanto mai non cessammo, quanto era da Noi, di provvedervi, sia con opportune istituzioni, sia con parecchi documenti diretti a tale intento. Ed ora una particolare sollecitudine verso il Clero d’Italia Ci muove, Venerabili Fratelli, a trattare ancora una volta un argomento di sì grande rilievo. – Belle invero e continue testimonianze esso ne porge di dottrina, di pietà, di zelo; tra le quali Ci piace di additar con lode l’alacrità onde, secondando l’impulso e la direzione dei Vescovi, coopera al movimento cattolico che Ci è sommamente a cuore. Non possiamo tuttavia dissimulare la preoccupazione dell’animo Nostro al vedere come da qualche tempo vada qua e là serpeggiando una cotal brama d’innovazioni inconsulte, così, rispetto alla formazione, come all’azione multiforme dei sacri ministri. Ora è facile avvisare le gravi conseguenze che sarebbero a deplorarsi, ove a siffatte tendenze innovatrici non si apportasse pronto rimedio. Ond’è che a preservare il clero italiano dalle influenze perniciose dei tempi, stimiamo cosa opportuna, Venerabili Fratelli, richiamare in questa Nostra lettera i veri e invariabili principi che debbono regolare l’educazione ecclesiastica e tutto il sacro ministero».
Io credo, che già rispondere a queste preoccupazioni di Leone XIII, ancora attualissime, sarebbe motivo per un grande Pontificato.
Questa riflessione è stata pubblicata oggi dall’autore sul suo sito Traditio, per conoscere tutto su tradizione e tradizionalismo [QUI].