Papa Leone XIV invita a custodire la Chiesa

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“Questo nostro primo incontro non è certo il momento per fare discorsi programmatici, ma piuttosto è per me l’occasione di dirvi grazie per il servizio che svolgete, questo servizio che io, per così dire, ‘eredito’ dai miei predecessori. Grazie davvero. Sì, come sapete, io sono arrivato solo due anni fa, quando l’amato Papa Francesco mi ha nominato Prefetto del Dicastero per i Vescovi. Allora ho lasciato la Diocesi di Chiclayo, in Perù, e sono venuto a lavorare qui”: questa mattina papa Leone XIV ha ricevuto gli officiali della Curia Romana ed i dipendenti di Santa Sede, Governatorato e Vicariato di Roma che lo hanno accolto con un lungo applauso.

Nel discorso il papa ha ricordato la sua esperienza di missione in Perù ed il servizio come prefetto del Dicastero per i Vescovi, invitando tutti a custodire ‘la memoria storica’ della Sede Apostolica, perché essa rimane: “I Papi passano, la Curia rimane. Questo vale in ogni Chiesa particolare, per le Curie vescovili. E vale anche per la Curia del Vescovo di Roma.

La Curia è l’istituzione che custodisce e trasmette la memoria storica di una Chiesa, del ministero dei suoi Vescovi. Questo è molto importante. La memoria è un elemento essenziale in un organismo vivente. Non è solo rivolta al passato, ma nutre il presente e orienta al futuro. Senza memoria il cammino si smarrisce, perde il senso del percorso”.

Ed ha spiegato il significato del lavoro nella Curia: “Lavorare nella Curia Romana significa contribuire a tenere viva la memoria della Sede Apostolica, nel senso vitale che ho appena accennato, così che il ministero del Papa possa attuarsi nel migliore dei modi. E per analogia questo si può dire anche dei servizi dello Stato della Città del Vaticano”.

Questa è la missione della Chiesa: “C’è poi un altro aspetto che desidero richiamare, complementare a quello della memoria, cioè la dimensione missionaria della Chiesa, della Curia e di ogni istituzione legata al ministero petrino. Su questo ha insistito molto papa Francesco, che, coerentemente con il progetto enunciato nell’Esortazione apostolica ‘Evangelii gaudium’, ha riformato la Curia Romana nella prospettiva dell’evangelizzazione, con la Costituzione apostolica ‘Praedicate Evangelium’. E questo l’ha fatto ponendosi nella scia dei predecessori, specialmente di san Paolo VI e san Giovanni Paolo II”.

Quindi la missione è insita nel cattolico: “Come penso sappiate, l’esperienza della missione fa parte della mia vita, e non solo in quanto battezzato, come per tutti noi cristiani, ma perché come religioso agostiniano sono stato missionario in Perù, e in mezzo al popolo peruviano è maturata la mia vocazione pastorale. Non potrò mai ringraziare abbastanza il Signore per questo dono!

Poi, la chiamata a servire la Chiesa qui nella Curia Romana è stata una nuova missione, che ho condiviso con voi in questi ultimi due anni. E ancora la continuo e la continuerò, finché Dio vorrà, in questo servizio che mi è stato affidato”.

Ed ha ricordato le sue parole dopo la sua elezione: “Queste parole erano indirizzate alla Chiesa di Roma. E ora le ripeto pensando alla missione di questa Chiesa verso tutte le Chiese e il mondo intero, di servire la comunione, l’unità, nella carità e nella verità. Il Signore ha dato a Pietro e ai suoi successori questo compito, e tutti voi in modi diversi collaborate per questa grande opera. Ciascuno dà il suo contributo svolgendo il proprio lavoro quotidiano con impegno e anche con fede, perché la fede e la preghiera sono come il sale per i cibi, danno sapore”.

Ed ha concluso l’incontro invitando tutti a svolgere la missione con umiltà: “Se dunque dobbiamo tutti cooperare alla grande causa dell’unità e dell’amore, cerchiamo di farlo prima di tutto con il nostro comportamento nelle situazioni di ogni giorno, a partire anche dall’ambiente lavorativo. Ognuno può essere costruttore di unità con gli atteggiamenti verso i colleghi, superando le inevitabili incomprensioni con pazienza, con umiltà, mettendosi nei panni degli altri, evitando i pregiudizi, e anche con una buona dose di umorismo, come ci ha insegnato papa Francesco”.

(Foto: Santa Sede)

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