Una testimonianza degli Alleati dell’Eucaristia. La richiesta di poter inginocchiarsi davanti a Cristo, come Cristo si è inginocchiato davanti ai Suoi

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 22.05.2025 – Veronica Cireneo] – Cari fratelli nella fede, questa è la testimonianza dell’amico Enrico che ci scrive da Pordenone, per farci partecipi di una sua profonda riflessione spirituale e del conseguente invio di una lettera al suo parroco, redatta davanti al Tabernacolo. Chiede al sacerdote che venga ripristinato l’inginocchiatoio per permettere, a chi lo desideri, la genuflessione al momento della Comunione. Lo scrivente autorizza l’utilizzo della sua lettera, da parte di chiunque si trovasse nella stessa necessità, suggerendo loro di adattarla un po’ al proprio contesto specifico. Buona lettura.
Caro padre
ci dia la possibilità di inginocchiarci davanti a Cristo
come Cristo si inginocchiò davanti ai Suoi
Siano lodati Gesù e Maria e sempre vicini ai Preziosissimi Cuori.
Carissimi fratelli Alleati dell’Eucarestia, il Giovedì Santo della Pasqua appena trascorsa, quando ero in adorazione davanti al Santissimo Sacramento, prendendo spunto da questo articolo di Veronica Cireneo [QUI], ho scritto, ed inviato, al mio parroco una lettera dove chiedevo l’inginocchiatoio per i fedeli che vogliono ricevere genuflessi la Santa Comunione.
Certo che come Alleati dell’Eucarestia siamo in molti a sentire la nostalgia spirituale delle balaustre, condivido con voi la lettera inviata, perché chi lo desidera possa, con le dovute modifiche e adattamenti del caso, utilizzarla a piacimento e inviarla al proprio parroco. Questa che segue è la mia lettera.
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Carissimo don D., sono Enrico M., un suo umile parrocchiano, e ora mi trovo in adorazione davanti al Santissimo Sacramento.
Non so perché proprio ora, ma sento nel cuore il desiderio di condividere, con Lei, pensieri e riflessioni che da molto tempo mi toccano profondamente.
Gesù, nella sua vita terrena, ha conosciuto il significato profondo dell’abbassarsi. Non ha disdegnato di chinarsi davanti ai piedi impolverati dei discepoli, per lavarli con l’acqua e l’amore.
Non ha esitato a inginocchiarsi nel Getsemani: prostrato con la faccia a terra, pregava, accettando la Volontà del Padre nell’intimità più dolorosa e vera.
Se il Figlio di Dio ha scelto la via dell’umiliazione, quanto più noi, creature fragili e amate, dovremmo trovare nel “piegarci” il senso stesso della nostra fede…!
Inginocchiarsi non è un atto di sottomissione sterile, ma il riconoscimento che Qualcuno ci supera infinitamente in Santità, in Misericordia, in Tenerezza.
È confessare con tutto il nostro essere che siamo mendicanti di Grazia e che, nel Pane spezzato davanti a noi, si cela la Presenza Reale, Viva, Sostanziale, Palpitante di Nostro Signore Gesù Cristo.

“Per questo Dio l’ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra”.
Ogni ginocchio si pieghi. Il nostro ginocchio si pieghi!
Viviamo in un tempo, invece, in cui molte persone hanno abbandonato la Fede e la Croce e l’ergersi, più che il genuflettersi, sembra l’unica postura accettabile: ergersi in difesa delle proprie opinioni, ergersi per i propri diritti, per i propri desideri… ergersi sempre spavaldi e superbi davanti a Dio!
Eppure, è inginocchiandoci che ritroviamo la verità su noi stessi. Il gesto dell’inginocchiarsi è silenzioso, ma non è vuoto: è colmo di adorazione!
È proprio nel silenzio della genuflessione che l’anima riprende il respiro, perché ci siamo fatti piccoli, poveri, umiliati e aperti all’amore di Gesù.
Quando Pietro vide Gesù compiere la pesca miracolosa, cadde ai suoi piedi, dicendo: “Allontanati da me, Signore, perché sono un peccatore”. Eppure, proprio in quel momento, il Signore lo chiamò a seguirlo. C’è un mistero in questo.
Quando ci riconosciamo indegni, quando ci inginocchiamo, allora possiamo ricevere la chiamata più alta, e allora, inginocchiarsi diventa una preghiera: muta, ma potentissima. Diventa una dichiarazione di amore!
Non è nostalgia del passato, ma profezia del futuro. Per questo con il cuore in mano, se possibile, padre, le chiedo di sistemare ai piedi dell’Altare, un piccolo inginocchiatoio, visto che nessuna legge della Chiesa lo vieta, in modo da permettere alle persone che lo desiderino di poter ricevere genuflesse il Corpo e Sangue Preziosissimo di Nostro Signore, nel momento della distribuzione eucaristica.
Chiedo anche, padre, che una volta tornati ai posti, ci venga lasciato un tempo maggiore di silenzio per adorarLo, sentirLo nel proprio cuore e anima, parlarGli, lasciarLo parlare e amarLo.
Ecco padre, mi sentivo di scriverle tutto ciò e affidare a Lei, che per la Sua anima prego sempre, questa mia volontà. Grazie di cuore, se vorrà venire incontro a questa nostra fondamentale necessità spirituale. Siano lodati Gesù e Maria.
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Ave Maria, fratelli Alleati dell’Eucarestia! Un forte abbraccio a tutti voi e a presto!
Enrico M., Pordenone
21 maggio 2025