Papa Leone XIV ai lasalliani sottolinea l’importanza della scuola

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“Sono molto contento di ricevervi nel terzo centenario della promulgazione della Bolla ‘In apostolicae dignitatis solio’, con cui papa Benedetto XIII approvò il vostro Istituto e la vostra Regola (26 gennaio 1725). Esso coincide anche con il 75° anniversario della proclamazione, da parte di papa Pio XII, di san Giovanni Battista de La Salle come ‘Patrono celeste di tutti gli educatori’. Dopo tre secoli, è bello constatare come la vostra presenza continui a portare con sé la freschezza di una ricca e vasta realtà educativa, con cui ancora, in varie parti del mondo, con entusiasmo, fedeltà e spirito di sacrificio, vi dedicate alla formazione dei giovani”: con queste parole iniziali papa Leone XIV nell’udienza ai ‘fratelli delle scuole cristiane’ ha richiamato l’importanza di vivere la docenza come ‘ministero e missione’ per aiutare i giovani a dare il meglio di sé secondo il disegno di Dio, trasformando le sfide dell’epoca contemporanea in ‘trampolini di lancio’.

Nonostante la storicità, tuttavia i ‘Fratelli delle scuole cristiane’ non hanno perso la loro attualità, evidenziando come la capacità di La Salle di rispondere con creatività alle tante difficoltà della sua epoca: “Gli inizi della vostra opera parlano molto di ‘attualità’. San Giovanni Battista de La Salle cominciò rispondendo alla richiesta di aiuto di un laico, Adriano Nyel, che faticava a tenere in piedi le sue ‘scuole dei poveri’. Il vostro fondatore riconobbe nella sua richiesta di aiuto un segno di Dio, accettò la sfida e si mise al lavoro”.

Tali risposte portarono alla creazione di scuole gratuite: “Così, al di là delle sue stesse intenzioni e aspettative, diede vita a un sistema d’insegnamento nuovo: quello delle Scuole cristiane, gratuite e aperte a chiunque. Tra gli elementi innovativi da lui introdotti in questa rivoluzione pedagogica ricordiamo l’insegnamento rivolto alle classi e non più ai singoli alunni; l’adozione, come lingua didattica, al posto del latino, del francese, accessibile a tutti; le lezioni domenicali, a cui potevano partecipare anche i giovani costretti a lavorare nei giorni feriali; il coinvolgimento delle famiglie nei percorsi scolastici, secondo il principio del ‘triangolo educativo’, valido ancora oggi. Così i problemi, man mano che si presentavano, invece di scoraggiarlo, lo hanno stimolato a cercare risposte creative e a inoltrarsi in sentieri nuovi e spesso inesplorati”.

Per questo papa Leone XIV ha chiesto di aiutare oggi i giovani attraverso i nuovi linguaggi attuali: “I giovani del nostro tempo, come quelli di ogni epoca, sono un vulcano di vita, di energie, di sentimenti, di idee. Lo si vede dalle cose meravigliose che sanno fare, in tanti campi. Hanno però anche loro bisogno di aiuto, per far crescere in armonia tanta ricchezza e per superare ciò che, pur in modo diverso rispetto al passato, ne può ancora impedire il sano sviluppo”.

Quindi è necessario l’abbattimento di alcune ‘barriere’: “Se, ad esempio, nel diciassettesimo secolo l’uso della lingua latina era per molti una barriera comunicativa insuperabile, oggi ci sono altri ostacoli da affrontare. Pensiamo all’isolamento che provocano dilaganti modelli relazionali sempre più improntati a superficialità, individualismo e instabilità affettiva; alla diffusione di schemi di pensiero indeboliti dal relativismo; al prevalere di ritmi e stili di vita in cui non c’è abbastanza posto per l’ascolto, la riflessione e il dialogo, a scuola, in famiglia, a volte tra gli stessi coetanei, con la solitudine che ne deriva”.

Certo, sono sfide impegnative, ma necessarie per incoraggiare i giovani: “Si tratta di sfide impegnative, di cui però anche noi, come san Giovanni Battista de La Salle, possiamo fare altrettanti trampolini di lancio per esplorare vie, elaborare strumenti e adottare linguaggi nuovi, con cui continuare a toccare il cuore degli allievi, aiutandoli e spronandoli ad affrontare con coraggio ogni ostacolo per dare nella vita il meglio di sé, secondo i disegni di Dio. È lodevole, in questo senso, l’attenzione che ponete, nelle vostre scuole, alla formazione dei docenti e alla realizzazione di comunità educanti in cui lo sforzo didattico è arricchito dall’apporto di tutti. Vi incoraggio a continuare su queste strade”.

E’ un invito che riprende il discorso sviluppato da papa Francesco in un’udienza concessa loro nel 2022: “Ma vorrei accennare a un altro aspetto della realtà lasalliana che ritengo importante: la docenza vissuta come ministero e missione, come consacrazione nella Chiesa. san Giovanni Battista de La Salle non ha voluto che fra i maestri delle Scuole cristiane ci fossero sacerdoti, ma solo “fratelli”, perché ogni vostro sforzo fosse indirizzato, con l’aiuto di Dio, all’educazione degli alunni.

Amava dire: ‘Il vostro altare è la cattedra’, promuovendo così nella Chiesa del suo tempo una realtà fino ad allora sconosciuta: quella di insegnanti e catechisti laici investiti, nella comunità, di un vero e proprio ‘ministero’, secondo il principio di evangelizzare educando ed educare evangelizzando”.

Il papa ha concluso l’udienza riprendendo la Costituzione dogmatica ‘Lumen Gentium’ sul valore dell’insegnamento: “Così il carisma della scuola, che voi abbracciate con il quarto voto di insegnamento, oltre che un servizio alla società e una preziosa opera di carità, appare ancora oggi come una delle esplicitazioni più belle ed eloquenti di quel munus sacerdotale, profetico e regale che tutti abbiamo ricevuto nel Battesimo, come sottolineano i documenti del Concilio Vaticano II. Nelle vostre realtà educative, così, i religiosi rendono profeticamente visibile, attraverso la loro consacrazione, la ministerialità battesimale che sprona tutti, ciascuno secondo il suo stato e i suoi compiti, senza differenze”.

(Foto: Santa Sede)

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