Papa Francesco conclude l’ Anno della Fede, opportunità offerta da Benedetto XVI di riscoprire il cammino verso Dio

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Sotto un cielo plumbeo e gelido il Papa ha celebrato in Piazza San Pietro la conclusione dell’Anno della Fede. Una cerimonia solenne cui hanno partecipato anche i Patriarchi orientali cattolici e migliaia di fedeli. A pochi passi dall’altare anche il reliquiario che contiene 9 frammenti d’osso attribuiti a San Pietro. La cassetta in bronzo reca la scritta Ex ossibus quae in Arcibasilicae Vaticanae hypogeo inventa Beati Petri Apostoli esse putantur (“Dalle ossa rinvenute nell’ipogeo della Basilica Vaticana, che sono ritenute del Beato Pietro Apostolo”. Per la prima volta vengono esposti da quando negli anni ’60 si immaginò che fossero dell’ Apostolo e sono parte di un gruppo di 150 frammenti che sono in cassette di plexigas vicino alla Tomba dell’Apostolo nel cuore della Basilica vaticana.
 Il Papa ha voluto subito, nella sua omelia, ringraziare Benedetto XVI “al quale va ora il nostro pensiero pieno di affetto e riconoscenza” per la iniziativa con la quale “ci ha offerto l’opportunità di riscoprire la bellezza di quel cammino di fede che ha avuto inizio nel giorno del nostro Battesimo, che ci ha resi figli di Dio e fratelli nella Chiesa. Un cammino che ha come meta finale l’incontro pieno con Dio, e durante il quale lo Spirito Santo ci purifica, ci eleva, ci santifica, per farci entrare nella felicità a cui anela il nostro cuore.” Poi un saluto alla Chiese d’ Oriente “che hanno confessato il nome di Cristo con una esemplare fedeltà, spesso pagata a caro prezzo” e ai cristiani “che vivono nella Terra Santa, in Siria e in tutto l’Oriente, al fine di ottenere per tutti il dono della pace e della concordia.” Nella spiegazione delle lettura bibliche il Papa ha parlato della regalità di Cristo che è centro della creazione, del popolo, della storia. Gesù è centro della creazione, “quando si perde questo centro, perché lo si sostituisce con qualcosa d’altro, ne derivano soltanto dei danni, per l’ambiente attorno a noi e per l’uomo stesso.” Dio è centro del Popolo di Dio: “Attraverso la ricerca della figura ideale del re, quegli uomini cercavano Dio stesso: un Dio che si facesse vicino, che accettasse di accompagnarsi al cammino dell’uomo, che si facesse loro fratello.”

Così il Papa afferma che Cristo “ è il “fratello” intorno al quale si costituisce il popolo, che si prende cura del suo popolo, di tutti noi, a costo della sua vita. In Lui noi siamo uno; uniti a Lui, condividiamo un solo cammino, un solo destino. In Lui noi abbiamo l’identità come popolo.” E Cristo è centro della storia di ogni uomo: “A Lui possiamo riferire le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce di cui è intessuta la nostra vita.” E al buon ladrone Gesù parla di perdono, non di condanna; “e quando l’uomo trova il coraggio di chiedere questo perdono, il Signore non lascia mai cadere una simile richiesta.” Ed ha aggiunto “ Ci farà bene in questa giornata pensare alla nostra storia e dire: ricordati di me Gesù che sei nel tuo Regno!”

Il Papa conclude: “ la grazia di Dio è sempre più abbondante della preghiera che l’ha domandata. Il Signore dona sempre di più di quanto gli si domanda: gli chiedi di ricordarsi di te, e ti porta nel suo Regno! Gesù è proprio il centro dei nostri desideri di gioia e di salvezza. Chiediamo al Signore di ricordarsi di noi, certi che, per la sua misericordia, potremo condividere la sua gloria in paradiso.”

Al termine della Celebrazione, il Santo Padre ha consegnato la sua Esortazione Apostolica Evangelii gaudium a 36 rappresentanti del Popolo di Dio provenienti da 18 diversi Paesi: un vescovo, un sacerdote e un diacono scelti tra i più giovani ad essere ordinati; religiosi e religiose quindi alcuni rappresentanti di ogni evento di questo Anno della fede: dei cresimati, un seminarista e una novizia, una famiglia, dei catechisti, un non vedente – a cui il Papa consegna la sua Lettera in Cd-rom tale da essere riprodotta in forma auditiva – dei giovani, esponenti delle confraternite, dei movimenti, e infine due artisti e due rappresentanti dei media. Il testo di fatto è ancora riservato e nessuno lo conosce, è considerato in embargo fino a mertedì 26 novembre quando sarà presentato ufficialmente alla stampa. Si parla di un testo corposo di circa 250 pagine.

Prima dell’inizio della Santa Messa, è stata effettuata una raccolta di offerte da destinare alle popolazioni delle Filippine recentemente colpite da una grave calamità naturale. E prima dell’ Angelus il Papa ha salutato i partecipanti al Congresso nazionale della Misericordia, la comunità ucraina, che ricorda l’80° anniversario dell’Holodomor, la “grande fame” provocata dal regime sovietico che causò milioni vittime. Poi un pensiero per i missionari “che, nel corso dei secoli, hanno annunciato il Vangelo e sparso il seme della fede in tante parti del mondo; tra questi il Beato Junípero Serra, missionario francescano spagnolo, di cui ricorre il terzo centenario della nascita.”  E il Papa ha rivolto un grazie a coloro che hanno lavorato per l’ Anno della Fede. E ha chiesto la protezione di Maria “specialmente per i nostri fratelli e le nostre sorelle che sono perseguitati a motivo della loro fede, sono tanti.”

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