Curiosità mondane, che si dimenticano della Fede e della Verità

Basilica di San Pietro
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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 08.05.2025 – Roberto Bonaventura] – Con raccapriccio e dolore si scorge un mondo attratto in maniera morbosa da tutto ciò che accade entro le mura del Vaticano. Non per anelito di Fede, né per sete di Verità, ma per quella curiosità mondana che un tempo si riservava all’incoronazione dei re, al cambio delle guardie, ai cerimoniali da osservare come spettacoli. Del Vaticano — del suo cuore pulsante e sofferente — non importa nulla. Importano solo lo I.O.R., gli abusi sbattuti in prima pagina, i prelati che si pensa mangino a sbafo, i papi che scelgono stanze d’albergo, le presunte trame da romanzo.

Eccoli, tutti incollati al comignolo, a fissare il cielo come se la fumata avesse qualcosa di magico. Si mettono a discettare, a prevedere, a suggerire, senza sapere nulla, proprio nulla, del mistero che stanno sfiorando con la loro inscienza soprannaturale.

Sanno tutto del Conclave, e ignorano la Fede. Parlano con sicurezza da salotto, ma non saprebbero nemmeno come confessarsi bene. Hanno parole per ogni notizia sciorinata da telegiornali e programmi d’intrattenimento, ma non una stilla di timore per l’anima propria.

E, sotto la scorza dell’ironia e del disinteresse, covano un desiderio inconfessato: che arrivi un Papa disposto a contraddire Cristo. Un Papa che cancelli le parole scomode del Vangelo, addolcisca l’intransigenza della Croce, diluisca il senso del peccato. Perché quel Cristo, che tanto disattendono, lo temono nel midollo dell’anima: sanno che Egli ha parlato — e non ritratterà — e che ogni uomo dovrà renderGli conto delle proprie azioni. E allora sì, preferirebbero rendere conto, un giorno, a un uomo accomodante piuttosto che affrontare lo sguardo eterno e ineludibile del Giudice dei vivi e dei morti.

Nel frattempo la vita, donata per conoscere, amare, servire Dio e goderLo in Cielo, si consuma. E loro restano lì, davanti agli schermi, spettatori adoranti di un reality pseudo-spirituale che non ha alcun Cielo da offrire, se non quello finto, illuminato dai riflettori. Ma il vero Cielo — il Cielo dei Troni, delle Dominazioni, del fuoco d’Amore che non si spegne — resta lì, in attesa. E quando le telecamere si spegneranno, e le voci si faranno silenzio, ogni anima dovrà attraversare l’ultima soglia. Lì non ci saranno più telecronache, né commenti, né cardinali da intervistare. Ci sarà soltanto un Volto, il Volto. E allora ogni ginocchio si piegherà, vale per i papi come per ogni essere umano che ha ricevuto la Grazia di nascere, ma al quale è affidata la possibilità di non trasformare questo dono irripetibile in un’eterna disgrazia.