Kaladich: la scuola cattolica è risorsa per l’Italia

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⁠“La FIDAE compie 80 anni, e li compie nel cuore della Chiesa. In tutti questi anni, abbiamo camminato in fedeltà al Vangelo e in ascolto del magistero dei papi, mettendo sempre l’educazione al servizio della persona, della comunità, e del bene comune. Con papa Francesco, il nostro cammino ha trovato nuove ispirazioni. ‘Laudato sì’ ci ha aperto gli occhi sulla responsabilità educativa verso il creato: oggi, ogni scuola deve essere anche un luogo dove si impara a custodire la terra, a vivere in armonia con l’ambiente e con gli altri. E con ‘Fratelli tutti’, abbiamo riscoperto la nostra missione di educare alla fraternità, alla cultura dell’incontro, al dialogo tra le differenze”:  così si è espressa la presidente nazionale della Fidae (federazione degli istituti di attività educative), Virginia Kaladich, nel ricordare papa Francesco.

In tale ricordo la presidente nazionale ha evidenziato il compito delle scuole cattoliche nell’educazione alla pace: “Le scuole cattoliche sono, e devono essere, palestre di pace e di accoglienza, soprattutto in un tempo segnato da divisioni e paure. La Fidae, in sintonia con il ‘Patto Educativo Globale’ voluto dal papa, vuole continuare a generare alleanze, costruire reti, creare contesti dove ogni bambino e ogni ragazzo possa crescere sentendosi amato, accompagnato, chiamato a fare la differenza. Ottant’anni sono un traguardo importante, ma per noi sono soprattutto un punto di ripartenza. Con fiducia, con gioia e con responsabilità, continuiamo a credere che l’educazione sia il seme più fecondo per trasformare il mondo”.

Per questo il tema del convegno per festeggiare gli 80 anni di fondazione si intitolava ‘La scuola cattolica: un tesoro in vasi d’argilla. Una risorsa per il Paese, una sfida per il futuro’ la presidente ha sottolineato il valore della scuola cattolica: “Oggi diciamo di nuovo e con forza che coloro che abitano la scuola paritaria cattolica (alunni, genitori, insegnanti, dirigenti, collaboratori) non sono cittadini di serie B ma hanno diritto di cittadinanza nel sistema pubblico di istruzione…

Persistono luoghi comuni difficili da sfatare sulle scuole paritarie, per esempio si fa ancora confusione tra i nostri istituti e le scuole private, che sono ben diverse e che non hanno ricevuto lo status che le riconosce scuole pubbliche, e dove, non a caso, si registrano i famosi recuperi di più anni in uno.

Generalizzare e mettere tutte le scuole paritarie sotto la stessa etichetta rischia di danneggiare un intero settore che, nel rispetto della legge 62 del 2000, contribuisce alla libertà di scelta educativa delle famiglie e alla crescita culturale e sociale del Paese… L’immagine dei vasi d’argilla sintetizza bene la delicatezza del momento che vivono le nostre scuole. La scuola cattolica è messa a dura prova dalle difficoltà economiche in cui versa. E’ un tesoro che rischia di andare perduto”.

A 25 anni dall’istituzione della legge sulla parità scolastica si arriverà ad una piena attuazione di tale legge?

“E’ la nostra speranza, e certamente sarebbe stato bello arrivare a questo anniversario con qualcosa in più, ma invece siamo ancora fermi, e la piena attuazione di quella legge rimane un obiettivo da raggiungere. Certo, ci sono stati dei progressi, ma la strada purtroppo è ancora lunga. Soprattutto a livello culturale, non si è ancora compreso pienamente quale sia il valore delle scuole paritarie cattoliche e quanto sia importante garantire un diritto costituzionale fondamentale come quello della libertà di scelta educativa per tutte le famiglie.

In riferimento alla scuola paritaria cattolica, mi piace ricordare quanto il presidente della FIDAE, p. Antonio Perrone, affermava nel 1998 (mentre si lavorava alla legge di Parità): ‘la parità scolastica non è solo una questione di fede, ma di cittadinanza. Le scuole cattoliche non sono scuole ‘per ricchi’, ma sono nate con la missione di servire le fasce deboli della società. Tuttavia, questa missione rischia di essere compromessa senza un adeguato sostegno finanziario da parte dello Stato. La scuola cattolica ha il diritto di essere paritaria, poiché fornisce un’istruzione senza discriminazioni, come sancito dalla Costituzione italiana’. Parole che possiamo ripetere anche oggi!”

Cosa comporterebbe per lo Stato il riconoscimento delle scuole paritarie?

“E’ chiaro che l’impegno da parte dello Stato dovrebbe essere significativo, perché significherebbe equiparare realmente tutte le scuole, indipendentemente dalla loro natura, affinché possano offrire un’educazione di qualità, senza distinzioni. E questo, va precisato, non comporterebbe alcun onere aggiuntivo: il costo di uno studente che frequenta la scuola statale è già compreso nei diritti basilari da garantire a ogni cittadino, per cui non cambierebbe nulla. I soldi che non escono dalle casse statali per uno studente che sceglie di frequentare una scuola paritaria, che rispetti naturalmente tutti gli standard qualitativi stabiliti a livello centrale, potrebbero essere impiegati per un sostegno finanziario sicuro alle scuole paritarie, per migliorare le strutture scolastiche e per implementare anche l’accessibilità”.

Per quale motivo la Fidae ha proposto l’istituzione di una giornata nazionale per la libertà di una scelta educativa?

“La proposta di una giornata nazionale per la libertà di scelta educativa nasce dalla consapevolezza che la possibilità di scegliere il percorso educativo per i propri figli è un diritto fondamentale delle famiglie. La scuola deve essere un luogo di libertà, di pluralità di idee e di identità culturale e religiosa. La Fidae ha quindi ritenuto importante proporre una giornata che celebri questo diritto, sensibilizzando l’opinione pubblica e le istituzioni sull’importanza di tutelare il pluralismo scolastico. La libertà educativa è un pilastro della democrazia, e la scuola cattolica rappresenta una delle espressioni di tale pluralismo, arricchendo il panorama educativo italiano”.

Non si potrebbe correre il rischio di uno ‘smantellamento’ della scuola pubblica?

“E’ importante chiarire che dal 2000, con la legge sulla Parità, siamo nel sistema pubblico integrato, che comprende sia la scuola statale che quella non statale. Anche la scuola paritaria è considerata scuola pubblica. Purtroppo, questo è un pensiero diffuso in molte forze politiche o tra singoli parlamentari, che contrastano puntualmente qualsiasi provvedimento che riguardi le nostre scuole, come se supportarle significasse, in qualche modo, non aiutare l’intero sistema scolastico. L’obiettivo non è sostituire, ma integrare e arricchire l’offerta educativa.

La scuola pubblica statale è un pilastro fondamentale del nostro sistema educativo, ma la presenza delle scuole paritarie è altrettanto importante per garantire una pluralità di scelte e per sostenere le famiglie che desiderano un’educazione con un preciso orientamento valoriale e pedagogico. Certo, alcune ‘mele marce’ tra gli istituti paritari non aiutano, soprattutto sul piano comunicativo, perché come sappiamo, fa più notizia un albero che cade rispetto a un’intera foresta che cresce.

A questo proposito, anche le parole del ministro Valditara, a seguito dell’approvazione di un decreto per contrastare i cosiddetti ‘diplomifici’, ci trovano pienamente d’accordo. Siamo favorevoli al principio dell’accuratezza dei controlli per il rilascio della parità, perché sappiamo che questi sono finalizzati a garantire una scuola di qualità. Tuttavia, anche a fronte di questo nuovo decreto, chiediamo che venga data piena attuazione alla legge 62/2000, affinché le scuole paritarie cattoliche non si trovino a dover assolvere solo una serie di pratiche burocratiche aggiuntive, sottraendo tempo e risorse alla didattica”.

Per quale motivo la scuola cattolica è un ‘tesoro in vasi d’argilla’?

“La scuola cattolica è un ‘tesoro in vasi d’argilla’ perché, pur rappresentando un patrimonio inestimabile per la nostra società, è spesso fragile e vulnerabile nella sua realtà quotidiana. Essa offre un’educazione di qualità, basata su valori umani e cristiani, ma affronta costantemente sfide economiche e normative che ne minano la stabilità.

Nonostante le difficoltà, le scuole cattoliche continuano a svolgere un ruolo fondamentale nella formazione dei giovani, offrendo una visione integrale della persona che va oltre il semplice apprendimento accademico. Il ‘vaso d’argilla’ è, quindi, un simbolo della delicatezza e della grandezza di questo tesoro che, se ben sostenuto, può continuare a brillare e a formare generazioni di cittadini consapevoli e responsabili”.

In quale modo la scuola può essere portatrice di speranza?

“La scuola è il luogo dove si formano i giovani e dove si pongono le basi per il futuro di una nazione. Può essere portatrice di speranza quando si apre alla diversità, quando non si limita a trasmettere nozioni, ma educa alla vita, alla solidarietà, alla cittadinanza attiva e al rispetto reciproco.

La scuola è portatrice di speranza quando riesce a far crescere nei giovani una visione positiva del futuro, quando li stimola a credere nelle loro potenzialità e a impegnarsi per costruire una società migliore. In particolare, la scuola cattolica, che pone al centro la persona e la sua relazione con Dio e con gli altri, è un luogo in cui la speranza può fiorire, anche nelle difficoltà. E’ un luogo dove si insegna a guardare oltre il presente e a immaginare un futuro di bene per tutti”.

(Foto: Fidae)

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