Gli avvocati difensori nel processo vaticano: “No alla distorsione della verità”

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 01.05.2025 – Ivo Pincara] – Gli avvocati difensori – Massimo Bassi, Gian Domenico Caiazza, Cataldo Intrieri, Maria Concetta Marzo, Ester Molinaro, Luigi Panella, Claudio Urciuoli, Francesco Verri, Fabio Viglione, Mario Zanchetti e Andrea Zappalà – nel processo vaticano sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato denunciano in un Comunicato Stampa denunciano una «mancanza di trasparenza e correttezza procedurale da parte del Promotore di Giustizia, Alessandro Diddi, in relazione alla recente pubblicazione da parte della stampa di chat e messaggi inediti ritenuti rilevanti per il processo». In parole semplici: il Promotore è un bugiardo seriale, che mente sapendo di mentire, confidando nei giornalisti compiacenti e l’opinione pubblica disinteressata, distratta, malinformata. La registrazione del TG1 delle ore 20.00 del 29 aprile 2025 (Diddi al 7’ 24) [QUI].

«Pur nella diversità delle singole posizioni processuali assistite, riteniamo doveroso intervenire per rispetto della Verità e dei valori essenziali delle regole di diritto in relazione alle recenti rivelazioni di documenti inediti ed ai commenti che ne sono conseguiti.

Chiediamo al Promotore di Giustizia, Prof. Alessandro Diddi, di indicare alle difese degli imputati dove, all’interno degli atti del processo, si possa rintracciare il materiale recentemente diffuso dalla stampa come dallo stesso asserito con sicurezza.

Il Promotore di Giustizia, Prof. Alessandro Diddi, ha dichiarato durante l’intervista andata in onda nella giornata del 29 aprile al TG1 delle 20.00 che gli audio e le chat pubblicate dalla stampa negli ultimi giorni costituirebbero “circostanze già note” e che, peraltro, avrebbe fatto emergere egli stesso durante l’istruttoria dibattimentale.

In realtà, l’unica documentazione che è stata acquisita agli atti del processo — in quanto depositata dal Promotore all’udienza del 30.11.2022, in occasione dell’esame di Monsignor Alberto Perlasca — sono 8 messaggi WhatsApp (alcuni di essi anche con parti omissate) su un totale di 126 che la Dott.ssa Genoveffa Ciferri, amica di Monsignor Perlasca, ha inviato all’utenza telefonica del Promotore tra il 26.11.2022 e il 29.11.2022.

Invio, dovuto, come affermato dalla Ciferri, al fatto che Perlasca «…oggi, sotto l’incalzare delle difese ha fatto, suo malgrado, la figura del testimone non credibile». (Primo messaggio, 26.11.2022, ore 3.21)

Dei 126 messaggi totali inviati dalla Dott.ssa Ciferri, durante il processo il Promotore ha reso consultabili alle difese delle parti e agli imputati solamente 8 messaggi, omissando i restanti 118 per asserite ragioni istruttorie, affermando che in relazione a questi ultimi aveva aperto un nuovo procedimento (n. 50/2022), del quale non si ha notizia.

La richiesta avanzata dai difensori degli imputati per la rimozione degli omissis sui 118 messaggi è stata rigettata dal Tribunale vaticano, all’udienza del 1.12.2022, che ha ritenuto trattarsi di un «potere rimesso alla esclusiva valutazione e responsabilità dell’Ufficio del Promotore».

Altrettanto non rispondente al vero è quanto dichiarato dal Promotore di Giustizia durante l’intervista alla trasmissione de “Le Iene” andata in onda il 29 aprile, secondo cui egli avrebbe bloccato la chat WhatsApp con la Dott.ssa Ciferri quando si è “svegliato”, lasciando intendere che l’interruzione della ricezione dei messaggi sia avvenuta immediatamente.

In realtà, la chat è stata bloccata dopo quattro giorni nel corso dei quali altri messaggi sono stati ricevuti, incluso un messaggio vocale di oltre 22 minuti in cui la Dott.ssa Ciferri delineava un interessante scenario riguardo ai consigli forniti a Monsignor Perlasca dal suo difensore in merito a quanto sarebbe dovuto accadere durante la successiva udienza del 30.11.2022.

Va inoltre evidenziato che, oltre alla chat tra il Promotore e la Dott.ssa Ciferri, esiste una chat WhatsApp tra la Dott.ssa Ciferri e la Dott.ssa Francesca Immacolata Chaouqui costituita da oltre 3225 pagine di messaggi scambiati tra le stesse tra il 9.8.2020 e il 4.6.2024 e una ulteriore chat tra la Dott.ssa Ciferri e Monsignor Peña Parra che, benché siano state offerte all’Ufficio del Promotore di Giustizia nel corso delle indagini del fascicolo relativo alle chat omissate, sarebbero state dallo stesso rifiutate».

Indice – Caso 60SA [QUI]

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