Il card. Sandri ringrazia papa Francesco per il servizio

“Cristo è Risorto! Con ancora più emozione entro una celebrazione di suffragio quale è quella dei Novendiali, cantiamo l’Alleluia Pasquale, quel canto che è risuonato dalla voce del diacono ‘Nuntio vobis gaudium magnum quod est Alleluia’, anche in questa Basilica che pochi istanti prima della Veglia era stata visitata dal Santo Padre Francesco. In modo pensiamo inconsapevole egli si preparava ad attraversare un altro Mar Rosso, un’altra notte che la Resurrezione di Cristo ci consente di chiamare beata, la notte di cui è detto ‘et nox sicut dies illuminabitur’. Tra pochi giorni, il Cardinale Proto Diacono utilizzerà una formula simile, annunciando alla Chiesa e al mondo il gaudium magnum di avere un nuovo Papa: è a partire dall’esperienza pasquale di Cristo che trova senso il ministero del Successore di Pietro, chiamato in ogni tempo a vivere le parole appena ascoltate nel vangelo”.
L’omelia del card. Leonardo Sandri, vice decano del Collegio cardinalizio, nel quinto giorno dei novendiali è orientata al significato di servizio: “Uno dei titoli che la tradizione attribuisce al Vescovo di Roma infatti è quello di ‘Servus Servorum Dei’, amato da san Gregorio Magno sin da quando era soltanto diacono, a ricordare questa costante verità: la liturgia ce lo ricorda nei segni esteriori, quando nelle celebrazioni più solenni indossiamo sotto la casula la tunicella, ricordo del nostro dover sempre rimanere diaconi, cioè servitori”.
Tale servizio è stato applicato dal papa: “Lo ha vissuto Papa Francesco, scegliendo diversi luoghi di sofferenza e solitudine per compiere la lavanda dei piedi durante la Santa Messa in Coena Domini, ma anche mettendosi in ginocchio e baciando i piedi dei leader del Sud Sudan, implorando il dono della pace, con quello stesso stile per molti ritenuto scandaloso, ma fortemente evangelico, con il quale san Paolo VI il 4 dicembre di cinquant’anni fa in cappella Sistina si mise in ginocchio baciando i piedi di Melitone, Metropolita di Calcedonia.
La tradizione della Chiesa cari confratelli cardinali ci suddivide in tre ordini: vescovi, presbiteri e diaconi, ma tutti siamo chiamati comunque a servire, testimoniando il Vangelo usque ad effusionem sanguinis¸ come abbiamo giurato il giorno della creazione cardinalizia ed è significato dalla porpora che indossiamo, offrendo noi stessi, collegialmente e come singoli, come primi collaboratori del Successore del beato apostolo Pietro”.
Per questo il card. Sandri ha sottolineato il passaggio di Gesù a Gerusalemme: “Dopo il vertice della Trasfigurazione, il cammino verso la realizzazione delle profezie nella Pasqua a Gerusalemme; dopo la Pasqua l’attesa dello Spirito a Pentecoste, con la pienezza del dono dello Spirito l’inizio della Chiesa. Noi viviamo il passaggio tra la conclusione della vita del Successore di Pietro, Papa Francesco e il compimento della promessa affinchè con la nuova effusione dello Spirito la Chiesa di Cristo possa continuare il suo cammino tra gli uomini con un nuovo Pastore…
In qualche modo Papa Francesco lascia questa parola anche al Collegio Cardinalizio, composto di giovani e di più anziani, in cui tutti possano lasciarsi ammaestrare da Dio, intuire il sogno che Egli ha sulla sua Chiesa e cercare di realizzarlo con giovane e rinnovato entusiasmo”.
Per questo ‘sogno’ Pax Christi ha ringraziato papa Francesco: “Ti diciamo … GRAZIE! per aver indicato a questa Chiesa, nei tuoi 12 anni di servizio come Pietro, le strade della luce della fede, della gioia del Vangelo, della lode a Dio-Creatore, della bellezza della fraternità, della gioia dell’amore nuziale, dell’amore di Cristo per noi e di aver spalancato le porte della Speranza!
Ti diciamo …GRAZIE! per aver quasi spinto questa Chiesa sulle strade non facili dell’incontro con il mondo, mettendola in guardia dal cedere alla mondanità materiale o spirituale, con uno sguardo di amore per gli ultimi, per i poveri, per gli scartati, per gli emarginati, per i sofferenti e, come ospedale da campo, ad accogliere e a prendersene cura con dolcezza e tenerezza.
Ti diciamo …GRAZIE! per aver provocato questa Chiesa ad incamminarsi ‘sui sentieri di Isaia’ e a scalare il monte delle Beatitudini con le vette della mitezza, della nonviolenza e dell’artigianato della pace. Hai denunciato l’ipocrisia, la stupidità e la violenza di una politica e di una economia che ‘aliene da razionalità’ producono e vendono armi che generano guerre, morti, devastazioni e criminali profitti”.
Un ringraziamento per l’accoglienza e l’incoraggiamento: “Ti diciamo …un ultimo GRAZIE! per quell’indimenticabile 12 gennaio 2019 quando ci hai accolti, incontrati, come Consiglio Nazionale di Pax Christi, e incoraggiati a continuare ad essere educatori e costruttori di pace. Ti ascoltammo con molta attenzione e ci confidasti la tua ostinazione nel condannare le armi nucleari, (‘anche se non mi ascoltano’) ricordandoci che non solo l’uso ma anche il possesso è immorale!”
Anche l’ong Aifo ha ringraziato il papa perché ha riportato al centro le periferie: “Ha scritto quattro encicliche, tutte importanti, nella ‘Laudato sì’ ci chiama alla responsabilità verso il creato, ma nella “Fratelli tutti” ci ha concretamente mostrato il suo pensiero, che incarna l’amore di Dio per l’uomo.
E’ il Papa della pace, del dialogo con tutti, in particolare con i non credenti, e con tutte le religioni, un dialogo improntato sull’umanità, sul rifiuto della forza e delle armi, sulla condanna costante della guerra, del terrore, della disumanità di atti che purtroppo continuano ad uccidere e ad offendere la dignità dell’essere persona. Ci ha lasciato come ha sempre vissuto, ieri era fra la gente, con la sua voce flebile e tutta la sua sofferenza, senza risparmiarsi, senza pensare a sé stesso, ma al bisogno di tutti di saperlo tra noi”.
A proposito del prossimo conclave il presidente dell’associazione Ospitalità Religiosa Italiana, Fabio Rocchi, ha monitorato la situazione della città di Roma, in attesa del conclave: “In questi giorni di preparazione all’elezione del nuovo pontefice, non ci sono solo cardinali e media a centrare la loro attenzione sul Vaticano.
L’Associazione Ospitalità Religiosa Italiana, che promuove le case religiose e non-profit di ospitalità, sta infatti registrando un picco di richieste di accoglienze su Roma con arrivi il 7 maggio, giorno previsto per le prime ‘fumate’ dalla Cappella Sistina. Dal portale ospitalitareligiosa.it transitano ogni giorno centinaia di richieste e la data fatidica spicca su tutte le altre.
Il dato consente anche di capire l’orientamento dei pellegrini, che ‘scommettono’ su di un Conclave abbastanza breve, con una durata media della permanenza in città di 2/3 giorni. Ma c’è chi si sta già organizzando anche per il dopo-Conclave. Una grande quantità di richieste si concentra sulle settimane successive, nelle quali evidentemente i pellegrini già programmano di venire a Roma per “conoscere” da subito il nuovo Papa. Due dati, quindi, che consentono di percepire il positivo clima di attesa tra i fedeli”.
(Foto: Santa Sede)