La Chiesa sul caso Eluana Englaro. E’ “Eutanasia”: mobilitazione, ma anche silenzio e preghiera

Per il Vaticano e tutto il mondo cattolico non c’è altro termine da usare. Quella su Eluana Englaro è “eutanasia”. Lo spiega all’Ansa in cardinale Lozano Barragan, ministro della Sanità Vaticano. “Non si può uccidere una persona così”, spiega il porporato. ”Quando sta accadendo – aggiunge – è un atto di antiumanesimo”. Il porporato riprende le parole pronunciate dal al Papa domenica scorsa: l’eutanasia è ”una falsa soluzione al dramma della sofferenza”. ”Quello che vogliono fare, dobbiamo dirlo con realismo – spiega – è aggiungere alle sue sofferenze la morte per sete e fame, una cosa inconcepibile”.
Compatto il mondo delle associazioni cattoliche, che fanno eco alle parole del Segretario generale della Cei, monsignor Mariano Crociata. Nella sua prima conferenza stampa nel nuovo ruolo, presentando il documento finale del Consiglio episcopale permanente, il neo-segratario, parla di “forza della preghiera” per un ripensamento finale. ”E’ a tutti evidente – ha detto il presule – che qualsiasi azione volta ad interrompere l’alimentazione e l’idratazione si configurerebbe, al di là delle intenzioni, come un atto di eutanasia”. ”Per parte nostra – ha aggiunto – osiamo ancora sperare nella forza della preghiera, che vince le resistenze più nascoste, e siamo vicini alla famiglia, così duramente provata, e alle suore di Lecco, che hanno amorevolmente assistito Eluana Englaro fino a ieri”. Ad avviso di monsingor Crociata, ”questo e’ il momento di tacere e pregare”.
”Visitando i degenti della clinica Beato Luigi Talamoni ho potuto incontrare Eluana e constatare di persona come le sue condizioni fisiche generali fossero buone e come vivesse senza l’ausilio di alcun macchinario”, ha affermato il cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano. “Occorre quindi stare dalla parte della vita – scrive il cardinale di Milano in una lettera alle Suore Misericordine che hanno curato Eluana – in ogni stadio di sviluppo e in ogni condizione di esistenza. Occorre stare dalla parte degli ultimi, i più fragili e incapaci di farsi valere nei loro diritti: i diritti dei deboli non possono nè devono essere ‘diritti deboli’ e, dall’altra parte, i pur comprensibili desideri ed emozioni non possono pretendere di diventare diritti”.
”Vorrei – conclude Tettamanzi denunciando la strumentalizzazione del caso Englaro – che il clamore attorno ad Eluana cessasse e si aprisse lo spazio della preghiera, della riflessione. E’ necessario anzitutto un rispetto sincero per le persone coinvolte”.
Campane a morto per tre giorni e coroncina del rosario: questa la scelta del vescovo di San marino Montefelttro, monsignor Luigi Negri. ”Di fronte a questa vicenda così terribile e così sostanzialmente diabolica”, scrive il vescovo è stato disposto che ”per i prossimi tre giorni, le Chiese della Diocesi, al calare del Vespero, suonino a morto per un congruo periodo di tempo”.
Anche il vescovo di Udine, città che ha accolto Eluana per l’ultimo viaggio, ha preso una posizione netta. “In quest’ora, dopo sentenze e dibattiti – spiega in una nota monsignor Pietro Brollo – ribadisco, a scanso di qualsiasi confusione e malinteso senso di rispetto, che l’unico dovere che ha la società nei confronti di Eluana è quello di aiutarla a vivere”. “”La vita – continua – non e’ qualche cosa da gettare, ma qualche cosa di estremamente importante”.
Mobilitato anche il mondo delle associazioni cattoliche. Per i medici cattolici dell’AMCI, c’è il diritto all’obiezione di coscienza. “Il tutto ci è stato presentato, da molti mezzi di informazione, quasi come una sorta di liberazione: un atto di umanità – spiega il presidente Franco Balzaretti al Sir -. Personalmente non credo che un medico possa mai sospendere l’alimentazione e l’idratazione a questa giovane donna che, oltretutto, è bene ricordarlo, non è un malato terminale, ma si trova in stato vegetativo persistente; e quindi con ancora alcuni margini, anche se estremamente ridotti, di possibile recupero”.
Per l’Azione Cattolica, è il periodo della preghiera e della riflessione. “Accompagniamo nel silenzio e, ancora una volta, nella preghiera, gli ultimi giorni di Eluana”. “Con grande umiltà, e profonda discrezione – scrive in una nota la presidenza nazionale – osiamo portare nel nostro cuore la speranza che le persone che circonderanno Eluana in questi giorni possano scorgere in lei la forza misteriosa della vita, percettibile anche in un corpo martoriato, e ripensare alle proprie decisioni. Il silenzio, dunque, perché esso è il terreno fertile nel quale Dio può parlare all’uomo, e perché tutto quanto era da dire è stato già detto: la morte ricercata o indotta, come ripetuto anche nell’Angelus di domenica scorsa da Benedetto XVI, non è la risposta al dramma della sofferenza; l’idratazione e l’alimentazione – spiega l’Ac – non possono essere considerati accanimento terapeutico; il drammatico confine tra la vita e la morte ha bisogno di una legge chiara e inequivocabile che salvaguardi la vita stessa, che ottenga il più ampio consenso possibile, che soprattutto sottragga la delicata materia alle scelte dei singoli.
Saranno questi i punti da cui ripartire: l`Azione cattolica insisterà in modo diretto su questi principi e obiettivi, proponendo nel contempo un profondo sforzo educativo per la promozione e valorizzazione della vita in tutti i suoi diversi aspetti”. “La speranza dei cristiani – conclude l’Azione Cattolica – è nel Dio che è il Signore della vita, e che ha dato un senso alla sofferenza dell’uomo sconfiggendo per sempre la morte. E’ la speranza che vorremmo comunicare a chiunque, oggi, deve affrontare il dolore”.
Un “accorato appello” è rivolto dall’Associazione “Comunità Papa Giovanni XXIII” mentre la “passione” di Eluana Englaro “sembra volgere al termine”. “Il dramma finale però non si è ancora concluso” si legge in una nota del responsabile Paolo Ramonda, per questo l’associazione chiede a tutti “preghiere perché siano illuminate le menti di coloro che vogliono spegnere la vita di Eluana a tutti i costi” e invita ad usare “tutti i mezzi di comunicazione, oggi tecnologicamente possibili, per esprimere profondo dissenso da questo gesto”. Alle 16.30 di oggi, l’associazione promuove dinanzi alla clinica “La Quiete” di Udine un pellegrinaggio “per dimostrare con la presenza fisica sino in fondo il diritto di Eluana a vivere, diritto peraltro mai negato dalla scienza medica, ma sostenuto purtroppo la sentenze inappellabili”.
Di qui la richiesta di partecipazione “a quanti ne avranno la possibilità”. “Non piangiamo solo per Eluana ma per le tante ‘eluane’ che potrebbero fare la stessa fine perché questo evento non sarà senza epocali conseguenze” conclude la nota riferendosi al diritto all’eutanasia “non sancito da alcuna legge ma che per qualche inconcepibile iter potrebbe avere una sua attuazione come sta accadendo per la sentenza di morte di Eluana”.
Intanto anche ‘Famiglia Cristiana’ avverte: guai se le strutture sanitarie, pubbliche e private, si trasformano in luoghi dove si procura la morte. Su Facebook, il popolare social network di internet, invece, veglie di preghiera “on line” e gruppi di discussione sul caso.