Papa Francesco nel ricordo dell’associazionismo cattolico

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Alle ore 9:47 di questa mattina, il card. Kevin Joseph Farrell, camerlengo di Santa Romana Chiesa, ha annunciato la morte di papa Francesco: “Carissimi fratelli e sorelle, con profondo dolore devo annunciare la morte di nostro Santo Padre Francesco. Alle ore 7:35 di questa mattina il Vescovo di Roma, Francesco, è tornato alla casa del Padre. La sua vita tutta intera è stata dedicata al servizio del Signore e della Sua chiesa. Ci ha insegnato a vivere i valori del Vangelo con fedeltà, coraggio ed amore universale, in modo particolare a favore dei più poveri e emarginati. Con immensa gratitudine per il suo esempio di vero discepolo del Signore Gesù, raccomandiamo l’anima di Papa Francesco all’infinito amore misericordioso di Dio Uno e Trino”.

Appena si è diffusa ufficialmente la notizia da tutto il mondo sono giunti messaggi di cordoglio, come quello del presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella: “Accanto al dolore per la morte di Papa Francesco, avverto, come ho detto stamani, un senso di vuoto: il senso della privazione di un punto di riferimento cui guardavo. Ha conquistato il mondo, sin dal primo momento, già con la scelta del nome”.

Ed ha ricordato la sua attenzione particolare ai poveri ed al creato: “Come non ricordare ‘Laudato sì’ sull’equità nell’uso delle risorse naturali? O ‘Fratelli tutti’ sulla unicità della famiglia umana? O la sua costante attenzione alle periferie del mondo, ai poveri, ai più deboli, ai migranti? Certamente anche ricordando i suoi avi emigrati dal Piemonte in Argentina. O la sua preghiera da solo in piazza San Pietro nei giorni del covid? Francesco è stato sempre uomo di speranza convinta contro ogni difficoltà. L’ha trasmessa anche nei giorni della sua malattia offrendo un esempio per tutti i sofferenti”.

Un ricordo particolare per i molti incontri avuti in questi anni: “Ricordo con grande riconoscenza le tante occasioni di incontro.  La sua visita al Quirinale storica, gli incontri non ufficiali, riservati, personali. Su tutto si impone un pensiero. Quel che ha deciso di fare ieri con la benedizione al mondo, e il giro in piazza, tra i fedeli con il suo ultimo richiamo al principio di umanità, come criterio di condotta per ciascuno. Oggi, appare come un saluto alla Chiesa e alle donne e agli uomini di tutto il mondo”.

E dalla Custodia di Terra Santa giunge una nota in cui si unisce “all’intera Chiesa Cattolica e a tutte le persone di buona volontà nel mondo, elevando preghiere di ringraziamento per la vita, la testimonianza e l’instancabile ministero del Santo Padre. La sua profonda umiltà, il coraggioso impegno per la pace e la costante dedizione ai poveri e agli emarginati hanno lasciato un segno indelebile nella Chiesa e nel mondo. Gratitudine per la vicinanza di Papa Francesco alle comunità cristiane della Terra Santa e per la sua profonda preoccupazione per la pace nella Terra di Gesù. I suoi pellegrinaggi, le parole di riconciliazione e il costante appello alla giustizia e al dialogo tra i popoli e le religioni continueranno a ispirarci nella nostra missione”.

Mentre dall’Italia il Centro Studi ‘Scienza & Vita’ esprime il suo dolore e si unisce alla preghiera di suffragio e di speranza di tutta la Chiesa, rendendo grazie a Dio per il dono prezioso di questo Pastore, che con i suoi insegnamenti e la sua testimonianza, durante tutto il suo Pontificato, ci ha sempre indicato la via del rispetto e della promozione della persona umana, con la sua inviolabile dignità:

“La sua costante denuncia del diffondersi progressivo di quella che lui stesso ha definito come ‘cultura dello scarto’, infatti, è stato per noi un continuo richiamo a tenere desta l’attenzione (mediante la riflessione, lo studio e il dialogo aperto) verso tutte quelle condizioni della vita umana, soprattutto quando è segnata da fragilità e sofferenza, che la espongono al rischio di “esclusione” sociale e culturale, e talvolta persino fisica”.

Il Movimento per la Vita ha ripreso le sue parole del Regina Coeli di ieri: “Non vogliamo parlare di morte, ma di Vita, di nuova nascita. Francesco é entrato nella Vita Eterna mentre risplende la luce calda della Santa Pasqua, mostrando così concretamente quanto siamo vere le parole del suo messaggio al mondo di ieri… Un passaggio che richiama le parole di Giovanni Paolo II, a pochi mesi dalla sua nascita al Cielo…

Al primo posto la vita dell’ uomo, sempre! Quello di ieri, dunque, un ‘testamento’ con la consegna di un impegno, un messaggio forte e appassionato, adesso ancora più credibile perché sigillato dall’ingresso del papa nell’Amore Infinito del Padre la mattina presto del giorno in cui la Chiesa rievoca le parole dell’angelo ‘perché piangere? Non é qui, é risorto!’ Non trascurabile anche la prossimità alla festa della Divina Misericordia che si celebra domenica prossima”.

Ed ha ricordato l’incontro dello scorso marzo: “Tutti riferimenti che illuminano il pontificato di Papà Francesco sulla Vita e sulla Misericordia che egli ha saputo magistralmente unire con lo stile semplice, schietto, comprensibile a tutti, attento anche ai ‘lontani’, con il linguaggio di chi vuole che la Chiesa sia in uscita, che privilegi i poveri, gli ultimi, coloro che si trovano nelle periferie, senza mai trascurare i bambini in viaggio verso la nascita e le loro madri, come mostra il suo magistero sulla vita nascente…  

L’8 marzo, in occasione del Giubileo del MpV e del popolo della vita, ci ha detto: ‘c’è ancora e più che mai bisogno di persone di ogni età che si spendano concretamente al servizio della vita umana, soprattutto quando é più fragile e vulnerabile; perché essa è sacra, creata da Dio per un destino grande e bello; e perché una società giusta non si costruisce eliminando i nascituri indesiderati, gli anziani non più autonomi o i malati incurabili’. Grazie, carissimo papa Francesco, noi ci siamo e rinnoviamo il nostro impegno”.

Il presidente dell’associazione ‘Ospitalità Religiosa Italiana’, Fabio Rocchi, lo ha definito il papa dell’ospitalità: “Più volte il Santo Padre aveva stimolato le Case religiose di ospitalità a non trasformarsi in alberghi, aprendo le porte al ristoro dell’anima e non solo del corpo. Da questo invito nel 2015 era nata la nostra Associazione, con lo scopo di affiancare tante comunità religiose e non-profit nel proporsi con un messaggio evangelico universale ed in particolare verso il prossimo in stato di necessità.

Già nel 2016, in occasione del Giubileo straordinario della Misericordia, aveva apprezzato la nostra iniziativa ‘Ospitalità Misericordiosa’ per offrire gratuitamente ai più bisognosi alcuni giorni di vacanza, spronandoci così a proseguire anche negli anni successivi”.

Un particolare ricordo è riservato alla Giornata mondiale dei Bambini: “Per la Giornata Mondiale dei Bambini 2024 avevamo offerto la nostra struttura organizzativa al servizio delle famiglie in arrivo a Roma, coinvolgendo le strutture ricettive religiose ad aprirsi per questa necessità. Dal suo continuo appello all’accoglienza era nata la nostra Carta dei Valori, che vincola l’ospitalità alla Condivisione, alla Familiarità, alla Speranza, all’Amicizia, alla Gentilezza.

Ci resta ora il suo messaggio di Misericordia, germoglio per una realtà che, pur tra mille difficoltà, vuole continuare a rappresentare un’ospitalità lontana dalle logiche commerciali e attenta ai bisogni più profondi di ciascuno”.

Anche mons. Yoannis Lazhi Gaid, già suo segretario e presidente dell’associazione Bambino Gesù del Cairo e della Fondazione della Fratellanza Umana, ha espresso il suo ricordo: “Ho avuto l’immenso privilegio di camminare al Suo fianco, di essere testimone della Sua dedizione senza riserve, della Sua abnegazione sconfinata, della Sua generosità ineguagliabile nel servire Cristo, la Sua Chiesa, l’umanità intera. Ho visto la Sua anima ardere per la pace, la misericordia, la Fratellanza Umana, il dialogo, per ogni angolo di questo mondo”.

Ed ha ricordato il suo servizio instancabile alla Chiesa: “Il Suo servizio petrino, un faro di luce nella notte, ha inciso un segno indelebile nei nostri cuori. Ricordo ogni istante condiviso, ogni conversazione illuminata dalla Sua saggezza, ogni momento in cui, con la Sua sola presenza, ha saputo infondere serenità nelle tempeste più violente. La Sua intelligenza, il Suo spirito di servizio, sono stati un dono inestimabile per la Chiesa, per noi, per tutti coloro che hanno avuto l’onore di conoscerLa”.

Un particolare ricordo è stato offerto dal pellegrinaggio Macerata-Loreto: “In un momento di profondo dolore per la perdita di papa Francesco, ci uniamo in preghiera, grati per il dono del suo pontificato. Noi amici del Pellegrinaggio Macerata-Loreto, con il cuore colmo di riconoscenza, ci affidiamo alla certezza che continuerà ad accompagnarci dal Cielo”.

Altro ricordo particolare è stato espresso dal presidente di ‘Rondine – Cittadella della Pace’, Franco Vaccari: “E’ morto un rondinese, così mi ha scritto stamani uno dei 300 ex studenti di Rondine da uno dei lati tragici delle tante guerre in cui siamo impegnati da quasi trent’anni. E questo annuncio-commento spontaneo rimbalza e riecheggia dall’altro lato della guerra e delle guerre, trovando conferma. Papa Francesco lo sentiamo uno di noi. Papa Francesco, una testimonianza quotidiana che ci ha sorretto e incoraggiato, nel nostro trentennale impegno per dissolvere l’idea del ‘nemico’ e riaprire relazioni, fiducia e speranza”.

Per il presidente papa Francesco è stata “una voce, un riferimento autorevole per tutti gli impegnati a tessere relazioni, a far avanzare la pace e arretrare la guerra. Una vicinanza costante alle vittime di ogni guerra, coinvolto con la stessa forza con tutte le persone, tutti i popoli e con il loro dolore.

Una Parola con cui confrontarsi necessariamente, impossibile da evitare: per la coscienza di ciascuno, oltre le appartenenze, per la politica e le istituzioni che devono servire il bene comune. Un vero leader globale che ha saputo leggere la conflittualità di un mondo che rischia di andare in frantumi e instancabilmente si è speso per il dialogo e la pace.

Ma papa Francesco non ci ha lasciati; per tutti vale la sua eredita feconda, per chi crede nella vita eterna, annunciata nella Pasqua, lui vive e ci attende operoso in quel luogo finalmente senza confini al quale vogliamo prefigurare il nostro mondo”.

Anche il l preside della Facoltà Teologica del Triveneto, don Maurizio Girolami, ha espresso gratitudine verso l’opera svolta dal papa in anni segnati da grandi difficoltà: “Per dodici anni ha guidato come successore di Pietro la barca di Pietro in mezzo a vicende sociali ed ecclesiali di grande difficoltà: la pandemia, le guerre, il crescente fenomeno migratorio, gli abusi del clero, l’indebolimento della vita cristiana nel mondo occidentale.

Il suo magistero, incentrato sull’annuncio del vangelo di Gesù, ha dato concreto volto a tante istanze della visione pastorale del Concilio Vaticano II, bussola ancora attualissima per la vita della Chiesa nel mondo contemporaneo. L’attenzione alle persone nella loro singolarità, dimostrata in tanti momenti con telefonate, saluti, lettere, e lo sguardo geopolitico sul mondo hanno caratterizzato l’instancabile attività di papa Francesco, che ha trovato nella preghiera il suo alimento quotidiano e la forza per andare avanti”.

Anche la presidenza nazionale dell’Azione Cattolica Italiana ha ricordato la ‘potenza’ del suo pontificato: “Il suo pontificato ha segnato profondamente la nostra epoca, portando avanti il sogno di una Chiesa vicina ai poveri, attenta ai più fragili, capace di dialogo e di misericordia. Un Pontefice che ha incarnato la semplicità e l’umiltà evangelica, che ha saputo parlare al cuore delle persone, specialmente dei giovani e dei laici impegnati nel servizio ecclesiale e sociale.

Fin dall’inizio del suo ministero petrino, papa Francesco ha mostrato un affetto particolare per l’Azione cattolica, incoraggiandoci a vivere con gioia e responsabilità il nostro impegno nella Chiesa e nel mondo”.

Molti sono stati gli incontri: “Indimenticabili restano le nostre udienze e gli incontri con lui, a partire dal suo primo incontro con i ragazzi dell’Acr, il 20 dicembre del 2013, per lo scambio di auguri natalizi, in quello che diventerà un abbraccio consueto, e dal discorso del 3 maggio 2014, in aula Paolo VI, ai partecipanti alla XV assemblea dell’Ac, segnato da quel ‘non siate statue da museo’ e dall’invito a rinnovare la scelta missionaria dell’associazione; a essere una ‘Chiesa in uscita’ impegnata a incontrare l’uomo dovunque si trovi, lì dove soffre, lì dove spera, lì dove ama e crede, lì dove sono i suoi sogni più profondi, le domande più vere, i desideri del suo cuore.

Invito ampliato dal discorso in occasione dell’incontro nazionale in piazza san Pietro per i 150 anni dell’Azione cattolica, quando spronò i ragazzi, i giovani e gli adulti di Ac ad essere ‘Passione cattolica’ e a camminare insieme, senza paura delle sfide del tempo presente”.

Il suo magistero è prezioso: “Il magistero di Papa Francesco lascia un’eredità preziosa. I suoi gesti e le sue parole hanno segnato una svolta nel modo di vivere la missione evangelizzatrice della Chiesa, spingendo tutti i fedeli a Cristo ad andare incontro agli ultimi, agli emarginati, a quanti vivono nelle periferie esistenziali, sociali ed economiche del mondo.

La sua insistenza sulla sinodalità della Chiesa ha avviato un processo di rinnovamento ecclesiale, rendendo sempre più centrale il cammino condiviso, il discernimento comunitario e l’ascolto reciproco. Ha ribadito l’importanza di un laicato attivo e corresponsabile, chiamato a essere lievito nella società e nella Chiesa.

Papa Francesco ha rilanciato con forza il messaggio della ‘Laudato sì’ e della ‘Fratelli tutti’, indicando la cura del Creato e la fraternità universale come pilastri di una testimonianza cristiana autentica e necessaria nel nostro tempo. Il suo magistero ha fatto emergere con rinnovato vigore il legame inscindibile tra fede e giustizia sociale, tra spiritualità e impegno concreto per la pace e la dignità di ogni essere umano.

Il suo amore per i poveri, il suo invito alla misericordia e al perdono, la sua attenzione ai giovani e alle famiglie, la sua dedizione per il dialogo interreligioso e l’unità dei cristiani rimarranno punti di riferimento essenziali per la Chiesa del futuro”.

Per questo il presidente della Fondazione Migrantes e della Commissione episcopale per le migrazioni (CEMi), mons. Gian Carlo Perego, ha ricordato il suo messaggio ‘Urbi et Orbi’ di ieri: “Fino all’ultimo giorno della sua vita papa Francesco ha avuto nel suo cuore e nella sua mente il ricordo dei migranti. Da figlio di emigranti ha compreso nella sua vita cosa significa lasciare tutto e partire, soprattutto se costretti dalla fame, dalle guerre e dalle persecuzioni. Il suo impegno e il suo magistero per la tutela della dignità dei migranti ci accompagneranno nel lavoro quotidiano”.

Mentre il presidente nazionale delle Acli, Emiliano Manfredonia, lo ha definito ‘papa delle Acli’: “Ci ha esortato a non stancarci di chiedere la pace. Tutte cose che avevamo in comune con lui. E’ stato proprio un Papa delle Acli. Noi aclisti conserveremo indelebile il ricordo delle due udienze che ha voluto dedicarci, nel 2015 e nel 2024, ed in particolare in quest’ultima, avvenuta per l’ottantesimo anniversario della nostra associazione, ci ha lasciato la descrizione di un diverso stile della nostra azione quotidiana, che sia insieme ‘popolare, sinodale, democratico, pacifico e cristiano’ in modo da ‘crescere nella familiarità con il Signore e nello spirito del Vangelo, perché esso possa permeare tutto ciò che facciamo e la nostra azione abbia lo stile di Cristo e lo renda presente nel mondo’.

Ci lascia all’indomani della Pasqua che ha voluto ardentemente celebrare, ci lascia con l’estremo appello alla pace, che nasce dal disarmo dei cuori, delle parole, delle mani: sappiamolo raccogliere, lo sappiano raccogliere anche i potenti del mondo… E nello stesso tempo preghiamo perché i sentieri che lui ha aperto continuino ad essere battuti con coraggio e dedizione, sapendo, come Francesco ci ha insegnato, che è più importante avviare processi che occupare spazi”.

Anche il presidente della fraternità di Comunione e Liberazione, Davide Prosperi, ha ricordato la testimonianza di fede del papa: “E’ questo il cuore del suo messaggio: riscoprire il volto amoroso del Signore, che sempre ci precede, sempre ci perdona, sempre ci invita a lasciarci accogliere nelle Sue braccia, che sono le braccia della Chiesa…E’ questo il cuore del suo messaggio: riscoprire il volto amoroso del Signore, che sempre ci precede, sempre ci perdona, sempre ci invita a lasciarci accogliere nelle Sue braccia, che sono le braccia della Chiesa”.

Quello del presidente è un ricordo anche personale: “In un rapporto personale sinceramente affettuoso, papa Francesco mi ha sempre dimostrato grande stima e attenzione per il nostro movimento. Continueremo sulla strada che ci ha indicato, perché il movimento sia sempre fedele al dono dello Spirito per servire la gloria di Cristo nel mondo che è la Chiesa, Suo corpo vivente. Siamo infinitamente riconoscenti al Santo Padre per il servizio che ha reso al Signore, alla Chiesa e all’umanità intera in questo periodo complesso della storia”.

La Comunità di Sant’Egidio ha ricordato la sua prima visita a Trastevere nel 2014: “Per oltre 12 anni ci ha guidato e orientato in un tempo difficile, attraversato da rapide trasformazioni e grandi incertezze, che lui stesso chiamava ‘cambiamento d’epoca’. Con le sue parole e i suoi gesti è stato un punto di riferimento decisivo non solo per la Chiesa ma per il mondo intero, come durante la pandemia…

Ricordiamo con affetto i tanti incontri che ha avuto con la nostra Comunità, come vescovo di Roma e come padre di tutti, la sua vicinanza al progetto dei corridoi umanitari e il suo incoraggiamento a proseguire nella fedeltà alle ‘3 P’ con le quali ha ribattezzato la Comunità di Sant’Egidio:preghiera, poveri, pace”.

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