La strategia per il dopo

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 21.04.2025 – Andrea Gagliarducci] – A parte il Prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali, il Cardinale Claudio Gugerotti, non c’era un singolo cardinale elettore o qualcuno con un ruolo particolarmente importante in Vaticano tra i sostituti papali durante la Settimana Santa. Quando i Papi sono malati o altrimenti indisposti, la prassi standard nella Settimana Santa e a Pasqua è quella di affidare specifici atti liturgici a cardinali con qualche legame formale con la celebrazione.
Secondo questa logica, la Messa Crismale del Giovedì Santo, durante la quale l’olio crismale che la diocesi userà viene benedetto durante la celebrazione, dovrebbe essere affidata al Vicario del Papa per la Diocesi di Roma. La liturgia del Venerdì Santo al Penitenziere Maggiore. Le Messe della Veglia Pasquale e della Domenica di Pasqua dovrebbero essere affidate al Cardinale Segretario di Stato. E la lettura dell’Urbi et Orbi al Decano del Collegio Cardinalizio.
Tuttavia, Papa Francesco ha affidato al Cardinale Baldassarre Reina, Vicario per la diocesi di Roma, l’incarico di guidare la tradizionale Via Crucis al Colosseo. Eppure la liturgia penitenziale del Venerdì Santo è affidata al Cardinale Claudio Gugerotti, Prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali. Il legame è che il Venerdì Santo è anche il giorno della Colletta per la Terra Santa, che dipende dal Dicastero. Ma è un legame labile. E pare che il cerimoniere del Papa avesse già assegnato il Cardinale Angelo De Donatis, Penitenziere maggiore, solo per poi cambiare idea all’ultimo minuto. Per la Messa Crismale, Papa Francesco ha chiamato il Cardinale Domenico Calcagno, in pensione e praticamente invisibile da almeno cinque anni, che in passato ha ricoperto il ruolo di Presidente dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (la “banca centrale” del Vaticano) ma non ha incarichi che siano in ultima analisi legati alla benedizione degli olii sacri. Per la Veglia pasquale, Papa Francesco ha scelto il Cardinale Giovan Battista Re, Decano del Collegio cardinalizio.
Infine, per la Messa di Pasqua, Papa Francesco ha richiamato al suo servizio nientemeno che il Cardinale Angelo Comastri, Arciprete emerito della Basilica di San Pietro. Le sue omelie e le sue Messe sono state molto apprezzate durante il periodo del Covid, e si dice che proprio questo abbia convinto il Papa a procedere rapidamente con la successione, affidandone l’incarico al Cardinale Mauro Gambetti, OFM Conv.
Il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato di Sua Santità, era vistosamente assente dall’elenco delle celebrazioni. Questo sembra un segno di grande importanza. Parolin viene spesso menzionato quando si parla di successione a Papa Francesco. Non è necessariamente che i cardinali, una volta entrati in conclave, vogliano votare per Parolin. Ma Parolin è il tipo di persona che cercano: un normalizzatore, una persona che non compie epurazioni clamorose, che prosegue moderatamente sulla strada di Francesco mantenendo dritta la barra della dottrina. A controindicazione, si dice che Parolin non avrebbe agito con forza per correggere alcuni limiti del pontificato, in particolare sul piano giuridico. E, tra l’altro, il fatto che Parolin abbia accettato di seguire la linea del Papa anche quando non era (o non sembrava essere) completamente d’accordo con il Santo Padre – ad esempio, costituendosi parte civile nel processo Becciu, o accettando l’accordo con la Cina sulla nomina dei vescovi nonostante i suoi limiti – non è visto come un punto a suo favore.
Durante la recente lunga degenza di Papa Francesco, tuttavia, Parolin è emerso come figura di riferimento. È stato l’unico a vedere il Papa – insieme al Sostituto per gli affari generali della Segreteria di Stato, l’Arcivescovo Edgar Peña Parra. Ha anche rilasciato dichiarazioni sui dossier che sarebbero stati sottoposti al Papa e ha promosso una riforma dell’Accademia Ecclesiastica – la scuola dei diplomatici vaticani – che proietta l’istituzione tra gli istituti universitari e la ristabilisce sotto il controllo della Segreteria di Stato. Papa Francesco aveva impedito ai cardinali di nominare Parolin Decano del Collegio cardinalizio, confermando il Cardinal Re alla scadenza. Ciò violava le regole del mandato quinquennale da lui stesso promulgato e, di fatto, impediva ai cardinali di fare una scelta che sarebbe stata loro.
Dopo il ritorno dalla convalescenza, il Papa riprese rapidamente gli incontri di tabella, almeno quelli necessari – incontrò il Cardinale Marcello Semeraro per dare il via libera ad alcuni decreti sulle cause dei santi – e si fece vedere ogni volta che poteva, gettando nel panico i medici che desideravano una convalescenza protetta. Iniziò a rimettere le cose in carreggiata.
Ora, le celebrazioni pasquali possono sembrare marginali, ma hanno un significato simbolico molto forte. Papa Francesco non è esente dal fascino dei simboli. Solo che cancella i simboli precedenti e ne usa di nuovi di sua creazione, oppure raschiando via il vecchio significato e sovrascrivendolo, come un palinsesto.
Così, proprio come accadde per i funerali del Papa emerito Benedetto XVI, quando Papa Francesco ha improvvisamente modificato diverse delle cose precedentemente concordate – rifiutandosi di andare a rendere omaggio al Papa emerito nelle Grotte Vaticane, ad esempio, ma limitandosi a una benedizione del corpo al termine della Messa – e ha anche modificato la lista dei cardinali per le celebrazioni pasquali. Alcuni potrebbero pensare che il Papa veda Gugerotti come candidato alla successione, ma probabilmente non è questo il segnale. Il Papa ha invece voluto ribadire che nessuno può manovrare per la sua successione e che lui è sempre al centro di ogni decisione.
Certo, si può dubitare della lucidità del Papa, considerata la situazione a cui si è trovato sottoposto. Molti ipotizzano che Papa Francesco non possa più prendere tutte le decisioni da solo e che sia, quindi, manipolato. In alcuni casi, questo è probabilmente vero, come lo era anche quando il Papa era al culmine della sua forza.
Tuttavia, questi piccoli segnali non vanno sottovalutati. Ci dicono che Papa Francesco, in fondo, vuole anche lui essere parte della discussione sulla sua successione. O, più in generale, che voglia abbreviare qualsiasi discussione sulla questione. Tuttavia, il Papa non vuole rimanere fuori dai giochi. Esce, si fa vedere e si fa strada tra il pubblico. È per lo più invisibile, ma cerca di essere il più visibile possibile.
Questo articolo nella nostra traduzione italiana è stato pubblicato dall’autore in inglese sul suo blog Monday Vatican [QUI].
Indice – Caso 60SA [QUI]