Il Papa alle Chiese d’ Oriente: i nostri sacerdoti chiedono trasparenza e sobrietà di vita

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“Attraverso i vostri volti vedo le vostre Chiese”. Papa Francesco ha accolto così i Pastori delle Chiese orientali che da ieri sono riuniti a Roma per la loro assemblea plenaria: “che il Signore Gesù ha affidato a ciascuno di voi, e invoco lo Spirito Santo, affinché ci suggerisca quanto insieme dobbiamo imparare e mettere in pratica per servire con fedeltà il Signore, la sua Chiesa e l’umanità intera.”

Papa Francesco dedica la mattinata di giovedì 21 novembre all’incontro con i soli Patriarchi ed Arcivescovi Maggiori, come avvenne nel settembre 2009 con il Pontefice emerito Benedetto XVI. Ciascun Presule interviene sul tema: “La situazione dei cristiani orientali”, con riferimento a tre aree: il Medio Oriente, l’Europa Orientale e l’India, e le rispettive comunità della diaspora. Il Papa riceve a fine mattina tutti i Membri della Plenaria, rivolgendo loro un discorso e al termine accoglie per il pranzo i Patriarchi e gli Arcivescovi Maggiori.

Papa Francesco a ricordato nel saluto reso pubblico “quanto l’amato Benedetto XVI afferma circa la figura del Capo di una Chiesa nell’Esortazione post-sinodale Ecclesia in Medio Oriente: voi siete – cito – «i custodi vigilanti della comunione e i servitori dell’unità ecclesiale» (n. 40).”

Una unità da realizzare perché la nostra testimonianza sia credibile e per questo “ siamo chiamati a ricercare sempre «la giustizia, la pietà, la fede, la carità, la pazienza e la mitezza» (ibid.; cfr 1 Tm 6,11); ad uno stile di vita sobrio a immagine di Cristo, che si è spogliato per arricchirci con la sua povertà (cfr 2 Cor 8,9); allo zelo instancabile e a quella carità, fraterna e paterna insieme, che i Vescovi, i presbiteri e i fedeli, specie se vivono soli ed emarginati, attendono da noi.”

Il pensiero del Papa è andato ai “nostri sacerdoti bisognosi di comprensione e sostegno, anche a livello personale. Essi hanno diritto di ricevere il nostro buon esempio nelle cose che riguardano Dio, come in ogni altra attività ecclesiale. Ci chiedono trasparenza nella gestione dei beni e sollecitudine verso ogni debolezza e necessità. Il tutto, nella più convinta applicazione di quella autentica prassi sinodale, che è distintiva delle Chiese d’Oriente.”

Domenica 24 novembre, Solennità di Cristo Re e Signore dell’Universo, durante la Celebrazione Eucaristica conclusiva dell’Anno della Fede, i Capi e Padri delle Chiese Orientali Cattoliche si uniranno al Santo Padre nella Concelebrazione, come già avvenne lo scorso 19 marzo, in occasione dell’Inizio del Ministero di Pastore Universale. Un segno della volontà di vivere in profonda comunione col Successore di Pietro la missione affidata dal Concilio alle loro Chiese: testimoniare con generosità la fede per favorire l’unità dei cristiani, specie orientali.

Il tema della Sessione Plenaria del Dicastero che prosegue i lavori da oggi a domenica è : “Le Chiese Orientali Cattoliche a 50 anni dal Concilio Ecumenico Vaticano II”.  Una occasione per  riflettere sulla preziosa eredità del Concilio Ecumenico Vaticano II circa l’Oriente cristiano, con particolare riferimento al decreto Orientalium Ecclesiarum, e la sua recezione nel Magistero successivo, con la promulgazione del Codice dei Canoni delle Chiese Orientali (1990), la Lettera Apostolica Orientale Lumen del Beato Giovanni Paolo II e l’Esortazione Apostolica Post-Sinodale Ecclesia in Medio Oriente, firmata in Libano da Benedetto XVI nel 2012. Seguendo i dettati conciliari, si potrà così verificare la crescente sensibilità della Chiesa universale a favore degli Orientali cattolici, considerando, soprattutto, il fenomeno migratorio, che ci ha portati in ogni continente. Verrà presentata l’Attività del Dicastero, con attenzione a tre aspetti: la liturgia, la formazione delle diverse componenti della comunità ecclesiale, il sostegno alla missione pastorale, educativa ed assistenziale delle Chiese.

 

 

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