Il papa per la quaresima 2009 spiega il significato del digiuno cristiano

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E’ un invito a soddisfare la fame di Dio con il digiuno del corpo quello del papa nel messaggio per la Quaresima del 2009. Una esortazione a riscoprire il valore e le ragioni profonde del digiuno cristiano. Non una pratica moralistica, con il cuore lontano da Dio, e tanto meno “una misura terapeutica per la cura del proprio corpo”, come impone una certa cultura “segnata dalla ricerca del benessere materiale”.


Per Benedetto XVI digiunare “è in primo luogo una ‘terapia’ per curare tutto ciò che impedisce loro di conformare se stessi alla volontà di Dio”. Una pratica ascetica che diventa “un’arma spirituale per lottare contro ogni eventuale attaccamento disordinato a noi stessi. Privarsi volontariamente del piacere del cibo e di altri beni materiali – sottolinea Benedetto XVI – aiuta il discepolo di Cristo a controllare gli appetiti della natura indebolita dalla colpa d’origine, i cui effetti negativi investono l’intera personalità umana”.

Il digiuno diventa così una forma di mortificazione del proprio egoismo che, nutrita di preghiera e seguita dall’elemosina, apre il cuore all’amore di Dio e del prossimo. Infatti, il digiuno non è fine sé stesso: è scegliere “liberamente di privarci di qualcosa per aiutare gli altri”. Di qui l’appello alle parrocchie e alle comunità ecclesiali a “mantenere vivo” l’atteggiamento di “accoglienza e di attenzione verso i fratelli” promuovendo “speciali collette” in Quaresima, per dare ai poveri quanto è stato messo da parte grazie al digiuno. Nella conferenza stampa di presentazione del messaggio è intervenuta il direttore esecutivo del World food programme (Wfp), Josette Sheeran. “Il richiamo e l’incoraggiamento del Santo Padre al digiuno volontario, ha detto ai giornalisti, ci aiutano a ricordare che la fame e’ in marcia ovunque. Essere al servizio degli affamati e’ un richiamo morale che unisce i popoli di tutte le fedi”.

Analogamente, il Cardinale Cordes ha ricordato come “Non possiamo semplicemente arrenderci alla miseria degli uomini: per quanto possiamo, dobbiamo opporvi rimedio”. Nel suo intervento, Sheeran ha ricordato che: “Dal 2007, 115 milioni di persone hanno ingrossato le fila degli affamati portando a quasi un miliardo quanti non hanno abbastanza cibo.” Ed ha spiegato che “Non si tratta della disponibilita’ di cibo. Il problema – ha aggiunto Sheeran -, riguarda la distribuzione ma anche l’avidita’, la discriminazione, le guerre e altre tragedie”. Il direttore esecutivo del Wfp ha poi ricordato gli interventi dell’agenzia delle Nazioni Unite per l’assistenza alimentare in Darfur, a Gaza, l’aiuto all’autosviluppo alle donne del Senegal, l’acquisto di cibo per i propri programmi, per oltre 1 miliardo di dollari, direttamente dai paesi in via di sviluppo e i programmi di alimentazione scolastica rivolti a 20 milioni di bambini poveri. “L’assistenza umanitaria non e’ possibile senza l’intervento di buoni samaritani che aiutano le persone in bisogno”, ha detto Sheeran ricordando la campagna del Wfp “Fill the Cup” per la fornitura di pasti a scuola per i bambini affamati: un euro a settimana puo’ salvare la vita di un bambino. Quest’anno il Wfp stima di assistere circa 100 milioni di persone in 77 paesi. La sede generale dell’agenzia e’ a Roma e Josette Sheeran e’ stata nominata direttore esecutivo nell’aprile 2007.

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