Quanto pesa la mancanza di un quadro giuridico?

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 07.04.2025 – Andrea Gagliarducci] – Papa Francesco è tornato alla Domus Sanctae Marthae da due settimane, dopo più di un mese al Gemelli di Roma. A parte una breve apparizione domenica, al termine della Santa Messa per il Giubileo degli ammalati e del mondo della sanità, il Papa non si è fatto vedere in pubblico dopo la sosta a sorpresa a Santa Maria Maggiore. Le informazioni sulla sua salute giungono due volte alla settimana e raccontano di miglioramenti e del buon umore del Papa.
Tuttavia, non possiamo aspettarci, che il Papa si presenti ogni volta, e anche la sua breve partecipazione alla liturgia di ieri è stata una sorta di sorpresa. Insomma, avremo sempre più a che fare con un Papa invisibile. L’invisibilità del Papa è un fatto nuovo nella storia recente della Chiesa. Papa Giovanni Paolo II, pur malato e quasi incapace di parlare, non ha mai rinunciato a farsi vedere dalle persone. La sua malattia è stata esposta pubblicamente e ha funzionato come una grande testimonianza Cristiana di accettazione del dolore e del cammino verso la vita eterna.
Papa Francesco ha un approccio diverso. Anche l’uso della sedia a rotelle è stato attentamente considerato. Il Papa vuole apparire forte, capace di sopportare una notevole fatica e non vuole rinunciare a nessun contatto con le persone. Il 9 gennaio, già in difficoltà respiratorie, ha incontrato il Corpo Diplomatico. Non ha letto il discorso, ma ha salutato tutti singolarmente senza risparmiarsi. Ha fatto lo stesso il 9 febbraio, quando ha presieduto la celebrazione della Santa Messa per il Giubileo delle Forze Armate, di Polizia e di Sicurezza. Non ha letto l’omelia, ma è rimasto al freddo per due ore e poi ha salutato tutti quelli che ha potuto.
Oggi sappiamo, che quello sforzo ha contribuito all’esacerbazione delle condizioni, che hanno portato alla crisi, che lo ha costretto in ospedale per quasi un mese e mezzo. E sappiamo anche che in quel momento il Papa stava combattendo con una polmonite bilaterale polimicrobica.
Ma le condizioni di Papa Francesco devono anche farci riflettere sul governo della Chiesa. Nessuna decisione può essere presa senza il Papa. In Sede Vacante, i cardinali si riuniscono in una Congregazione generale e decidono solo su alcune questioni pratiche e ordinarie. Ma tutto il resto riguarda il Papa e solo il Papa.
E tuttavia, la vita della Chiesa continua. Con Papa Francesco in ripresa, il Segretario di Stato Cardinale Pietro Parolin ha fatto sapere che solo i dossier più urgenti vengono sottoposti al Papa. Ironicamente, la Segreteria di Stato è tornata alla sua centralità in quella che sembra essere la fine del suo pontificato.
In dodici anni, Papa Francesco non ha mai cambiato la leadership della Segreteria di Stato, ma ne ha sempre più eroso i poteri. La Segreteria di Stato era stata identificata come una sorta di stato profondo all’interno dell’apparato di governo centrale della Chiesa, e Papa Francesco ne era diffidente fin dall’inizio. Papa Francesco non aveva nemmeno incluso il Segretario di Stato nel Consiglio dei Cardinali, originariamente il C8. Parolin ha partecipato alle riunioni ed è entrato nel gabinetto di cucina nel luglio del 2014, più di un anno dopo la sua creazione.
E ancora, la Segreteria di Stato ha perso prima la Presidenza della Commissione cardinalizia dell’Istituto per le Opere di Religione (IOR) ed è stata completamente estromessa dalla Commissione nell’ultimo mandato, ponendo così fine ad una tradizione di collaborazione tra l’istituzione finanziaria centrale della Santa Sede e il suo organo istituzionale. Anche dal punto di vista della comunicazione, la Segreteria di Stato è stata messa da parte. Papa Francesco ha creato il Dicastero per la Comunicazione, che comprende la Direzione della Sala Stampa della Santa Sede, che per anni dipendeva direttamente dal Palazzo Apostolico. Ci troviamo quindi con una struttura che riceve le informazioni dalla Segreteria di Stato, attraverso cui passano tutte le nomine, ma che non dipende più unicamente dalla Segreteria di Stato in termini di comunicazione.
Papa Francesco, insomma, ha sempre governato senza una Segreteria di Stato, utilizzando i suoi canali personali per le questioni diplomatiche e i suoi contatti per le decisioni chiave. Oggi, la Segreteria di Stato è tornata ad essere l’organismo a cui tutti fanno riferimento. È normale. In una confusione di poteri e decisioni, si guarda all’Istituzione. Il punto è, che il governo rimane debole se l’Istituzione si indebolisce. In queste circostanze, vediamo esplodere con forza la drammaticità del pontificato di Papa Francesco.
Per anni, il Papa ha lavorato ad una riforma della Curia, che avrebbe dovuto essere un cambio di mentalità. Tuttavia, questa riforma, studiata con l’aiuto di costosi consulenti esterni, non si è preoccupata tanto della mentalità delle strutture. L’idea, molto funzionalista, è che ristrutturare le cose produrrebbe una nuova mentalità. Che una netta divisione dei poteri sradicherebbe la corruzione. L’apertura a nuove forme di governo, come la sinodalità o ruoli di responsabilità per le donne, porterebbe a un mondo nuovo.
Ma le riforme sono fatte dalle persone, non dalle strutture. Strutture terribili possono fare un lavoro eccellente grazie alla qualità delle persone che lavorano al loro interno. È anche vero che strutture eccellenti possono migliorare il lavoro di persone mediocri. Gli elementi cattivi troveranno sempre un modo per rovinare il lavoro di persone buone e persino eccellenti, dati abbastanza spazio e tempo.
Nella visione delle cose di Papa Francesco, era lo slancio missionario della Chiesa che aveva bisogno di essere rinvigorito, e lui cercava questo più di una riforma delle strutture, molte delle quali ha semplicemente distrutto e altre che ha eluso o sostanzialmente disattivato. Se ci dovesse essere una questione legale, riguardava il Papa stesso, il suo ruolo, il suo potere, le deleghe che poteva dare personalmente.
La rinuncia di Papa Benedetto XVI non solo ha creato la figura del Papa emerito, su cui Papa Francesco non era mai intervenuto durante i nove anni di convivenza. Ha anche evidenziato la possibilità che un Papa rinuncia e, quindi, la necessità di capire a quali condizioni il Papa dovrebbe rinunciare o chi dovrebbe governare nel caso di un Papa malato da tempo.
Oggi, ci si può ammalare e rimanere in vita per molto tempo. Pio VI ha continuato ad essere Papa anche in esilio. Ma cosa succede quando il Papa c’è, è lucido, ma non può, per ragioni oggettive, verificare tutto? Questa è la questione della sede impedita e del governo della Chiesa nel caso di un Papa, che può essere invisibile per un qualsiasi numero di ragioni.
La questione della legittimità del governo supplente rimarrà finché persisterà l’assenza di una legge chiara (o di una chiara espressione della volontà del Papa). Niente di nuovo sotto il sole. È successo anche con Papa Giovanni Paolo II. È vero. E Papa Benedetto XVI ha voluto evitare una situazione del genere, quindi ha rinunciato. Ma proprio perché è già successo, sarebbe stato bene iniziare a dare un quadro giuridico a tutta la faccenda.
Papa Francesco ha invece puntato tutto su sé stesso, agendo sulle Istituzioni e non sui compiti, enfatizzando la sua leadership a scapito del governo. Oggi, si ritrova a gestire una situazione che probabilmente non era quella che aveva immaginato, semplicemente perché non ha pensato di fornire una vera e propria struttura di governo. Quindi, il pontificato invisibile ci mostra una cosa: la Chiesa non può essere senza un leader, anche se quel leader è presente solo attraverso la legge. Alla fine, qualcuno assumerà il ruolo perché è necessaria l’unità. Forse questa fase del pontificato è la fine della parentesi della Chiesa come “ospedale da campo”. Perché, se continuiamo a vivere in emergenza, non progettiamo il futuro. Un grande paradosso di questo pontificato è che la Chiesa in uscita ora rischia di rannicchiarsi su sé stessa, e il Papa non può fare a meno di stare a guardare.
Questo articolo nella nostra traduzione italiana è stato pubblicato dall’autore in inglese sul suo blog Monday Vatican [QUI].
La Cronistoria del ricovero del Santo Padre Francesco al Gemelli dal 14 febbraio 2025 e della convalescenza al Domus Sanctae Marthae dal 23 marzo 2025 [QUI].