Mariano Crociata, segretario generale della Cei trasferito alla diocesi di Latina
Martedì 19 novembre il Papa ha nominato Vescovo di Latina-Terracina-Sezze-Priverno S.E. Mons. Mariano Crociata, finora Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana.
L’annuncio è stato dato dal Cardinale Presidente nel corso di un breve momento con collaboratori e dipendenti della CEI. Il Card. Angelo Bagnasco ha ringraziato a nome di tutta la Chiesa italiana per l’esempio di fede, di fedeltà e di intelligente obbedienza con cui Mons. Crociata ha svolto il suo servizio.
“Questo era un ufficio che non mi sarei mai immaginato di ricoprire; da ciò ho imparato che si può essere chiamati anche a cose impensate” ha chiosato il Segretario Generale, aggiungendo: “In questo compito, mi è stata a cuore e ho condiviso con voi la preoccupazione non solo per l’immagine pubblica della Chiesa in Italia, ma soprattutto per la vita delle nostre diocesi, dei Vescovi, dei preti, delle comunità, di tutti i credenti e di quanti in qualche modo stanno a osservare e cercano qualcosa per la loro esistenza e la loro segreta speranza; perciò, in questi anni intensi e talora faticosi, abbiamo operato con l’avvertenza sempre viva della responsabilità consegnata alla mia e alla nostra presenza, alle decisioni da prendere, agli adempimenti portati a esecuzione, alle parole dette e scritte”.
“Quelli che viviamo sono tempi di grandi cambiamenti per la Chiesa – ha continuato Mons. Crociata –: la figura di papa Francesco ha impresso un’accelerazione e una nuova direzione a un processo già in atto, mostrando come la Chiesa può essere soggetto di una trasformazione che conosce molteplici fattori di tipo culturale, sociale ed economico. Si tratta di un processo complesso, che vede accostati l’entusiasmo delle folle che si raccolgono attorno al Papa e la fedeltà quotidiana, talora affaticata, delle nostre comunità e, ultimamente, della nostra fede. È in questo clima che dobbiamo raccogliere l’invito del Papa a far crescere la partecipazione e la condivisione, il calore delle relazioni e la cordialità nella dedizione, una comunicazione di fede che, senza sminuire il senso dell’istituzione ma orientandola al suo fine specifico, sia attenta alla persona e alla sua situazione, come da alcuni anni – con la cura dell’educare e la ricerca dell’umano rigenerato dalla fede – stiamo imparando a fare”.