Papa Francesco: l’incontro con Gesù svela la vita

Papa Francesco
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“Cari fratelli e sorelle, dopo aver meditato sull’incontro di Gesù con Nicodemo, il quale era andato a cercare Gesù, oggi riflettiamo su quei momenti in cui sembra proprio che Lui ci stesse aspettando proprio lì, in quell’incrocio della nostra vita. Sono incontri che ci sorprendono, e all’inizio forse siamo anche un po’ diffidenti: cerchiamo di essere prudenti e di capire che cosa sta succedendo”: in questa seconda catechesi, annullata per la convalescenza a Casa Santa Marta dopo il ricovero di oltre un mese al Policlinico Gemelli per una infezione polimicrobica e una polmonite bilaterale, dedicata a ‘La vita di Gesù. Gli incontri’ il papa si è soffermato sul colloquio fra Cristo e la samaritana.

In questo incontro tra Gesù e la samaritana il papa ha sottolineato l’esperienza fatta da questa donna: “Lei non si aspettava di trovare un uomo al pozzo a mezzogiorno, anzi sperava di non trovare proprio nessuno. In effetti, va a prendere l’acqua al pozzo in un’ora insolita, quando è molto caldo. Forse questa donna si vergogna della sua vita, forse si è sentita giudicata, condannata, non compresa, e per questo si è isolata, ha rotto i rapporti con tutti”.

Tale presenza non è stata casuale, ma scelta proprio da Gesù: “Per andare in Galilea dalla Giudea, Gesù avrebbe potuto scegliere un’altra strada e non attraversare la Samaria. Sarebbe stato anche più sicuro, visti i rapporti tesi tra giudei e samaritani. Lui invece vuole passare da lì e si ferma a quel pozzo proprio a quell’ora! Gesù ci attende e si fa trovare proprio quando pensiamo che per noi non ci sia più speranza. Il pozzo, nel Medio Oriente antico, è un luogo di incontro, dove a volte si combinano matrimoni, è un luogo di fidanzamento. Gesù vuole aiutare questa donna a capire dove cercare la risposta vera al suo desiderio di essere amata”.

E’ un tentativo di dialogo attraverso un desiderio: “Il tema del desiderio è fondamentale per capire questo incontro. Gesù è il primo a esprimere il suo desiderio: ‘Dammi da bere!’. Pur di aprire un dialogo, Gesù si fa vedere debole, così mette l’altra persona a suo agio, fa in modo che non si spaventi. La sete è spesso, anche nella Bibbia, l’immagine del desiderio. Ma Gesù qui ha sete prima di tutto della salvezza di quella donna”.

Inoltre il papa ha sottolineato che nel racconto evangelico l’incontro avviene a mezzogiorno: “Se Nicodemo era andato da Gesù di notte, qui Gesù incontra la donna samaritana a mezzogiorno, il momento in cui c’è più luce. E’ infatti un momento di rivelazione. Gesù si fa conoscere da lei come il Messia e inoltre fa luce sulla sua vita. La aiuta a rileggere in modo nuovo la sua storia, che è complicata e dolorosa: ha avuto cinque mariti e adesso sta con un sesto che non è marito. Il numero sei non è casuale, ma indica di solito imperfezione. Forse è un’allusione al settimo sposo, quello che finalmente potrà saziare il desiderio di questa donna di essere amata veramente. E quello sposo può essere solo Gesù”.

Da tale confidenza il discorso si sposta sulla questione religiosa: “Questo capita a volte anche a noi mentre preghiamo: nel momento in cui Dio sta toccando la nostra vita coi suoi problemi, ci perdiamo a volte in riflessioni che ci danno l’illusione di una preghiera riuscita. In realtà, abbiamo alzato delle barriere di protezione. Il Signore però è sempre più grande, e a quella donna samaritana, alla quale secondo gli schemi culturali non avrebbe dovuto neppure rivolgere la parola, regala la rivelazione più alta: le parla del Padre, che va adorato in spirito e verità… E’ come una dichiarazione d’amore: Colui che aspetti sono io; Colui che può rispondere finalmente al tuo desiderio di essere amata”.

E dall’esperienza di un incontro nasce la missione: “A quel punto la donna corre a chiamare la gente del villaggio, perché è proprio dall’esperienza di sentirsi amati che scaturisce la missione. E quale annuncio potrà mai aver portato se non la sua esperienza di essere capita, accolta, perdonata? E’ un’immagine che dovrebbe farci riflettere sulla nostra ricerca di nuovi modi per evangelizzare”.

Da questo incontro con Gesù nasce la riconciliazione che rigenera la vita: “Il passato non è più un peso; lei è riconciliata. Ed è così anche per noi: per andare ad annunciare il Vangelo, abbiamo bisogno prima di deporre il peso della nostra storia ai piedi del Signore, consegnare a Lui il peso del nostro passato. Solo persone riconciliate possono portare il Vangelo. Cari fratelli e care sorelle, non perdiamo la speranza! Anche se la nostra storia ci appare pesante, complicata, forse addirittura rovinata, abbiamo sempre la possibilità di consegnarla a Dio e di ricominciare il nostro cammino. Dio è misericordia e ci attende sempre!”

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