Milleseicento e quarantadue giorni

Il grande imbroglio
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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 24.03.2025 – Vik van Brantegem] – Condividiamo di seguito dalla pagina Facebook di Andrea Paganini 24 settembre 2020-24 marzo 2025 [QUI], la riproposta di un suo vecchio post, modificato solo per la quantità del tempo trascorso. Inoltre, riportiamo da Il Messaggero un resoconto della Presentazione al Senato, di cui abbiamo riferito [QUI], del libro di Mario Nenni: «Il caso Becciu. (In)giustizia in Vaticano, il libro di Mario Nenni sul cardinale “azzoppato perché correva da Papa”. Il giornalista: “Non è un testo contro Papa Francesco, mi ha scritto una lettera di ringraziamento. Per un processo simile bisogna risalire al 1500”».

La locuzione latina: «Tempus edax rerum» (Ovidio, Metamorfosi, XV, 234), che tradotta letteralmente significa: «Il tempo che tutto divora», sottolinea il potere corrosivo del tempo ma, al tempo stesso, il suo potere rivelatore. L’aforismo: «Il tempo è un galantuomo, rimette a posto tutte le cose», attribuito a Voltaire, lascia intendere che lo scorrere del tempo è per sua natura giusto, o così ci piace pensarlo. Il detto popolare implica, che il tempo è per sua natura super partes e corretto, che ci crediamo o meno. Molti pensatori hanno avuto espressioni e modi di dire legati al tempo che passa, però quella di associare il tempo ad un gentiluomo indulgente e corretto è certamente la più longeva. Il detto intende evidenziare come il trascorrere del tempo abbia il potere di rendere manifesta la verità, di sistemare le cose, di ripari i torti, di medicare le ferite e di rendere giustizia. L’idea di base è che il tempo sia un giudice imparziale, che riporta alla luce fatti e circostanze che erano stati nascosti, non tenuti presenti o mal interpretati.

Tuttavia, lasciare trascorrere il tempo in modo passivo, soprattutto non “usandolo” correttamente, non è certamente un atteggiamento positivo. «Il tempo è relativo, il suo unico valore è dato da ciò che noi facciamo mentre sta passando», disse Albert Einstein. Quindi, mentre il tempo passava, noi non siamo stati in silenzio, non stiamo in silenzio e non staremo in silenzio sul nel caso Becciu, finché la giustizia e la verità non verranno ristabilite.

Le menti malvagie, che hanno ordito il grande imbroglio di cui è vittima non solo il Cardinal Becciu, innocente, ma il Papa stesso, la Santa Sede e la Chiesa tutta, tengano presente l’annotazione di Marziale (Epigrammi, V, 20): «Pereunt et imputantur» (Passano [i giorni] e saranno addebitati).

24 settembre 2020-24 marzo 2025

Quattro anni e mezzo. Cinquantaquattro mesi. Cinquantaquattro volte trenta giorni di ventiquattro ore, e qualcosa di più.  Cosa sono quattro anni e mezzo nella vita di una persona? Chi sa cosa significano 1642 giorni?

Da quattro anni e mezzo – dal 24 settembre 2020 – il Card. Becciu è messo alla gogna. Mondialmente. E sempre più chiaramente si capisce che è messo alla gogna da perfetto innocente, anzi perché ha dato la sua vita seguendo il Vangelo, per la Chiesa e – con fedeltà impressionante – per il Papa.

Un’ingiustizia inaudita! Orbene, se c’è qualcosa che io non sopporto, è l’ingiustizia.

Io constato che il Card. Becciu, nonostante il dolore immenso, non ha fatto nulla per sottrarsi al giudizio del tribunale e, anzi, vuole che sia fatta luce fino in fondo e che la verità sia resa manifesta. Qualcosa vorrà dire, no?

Io sono sempre più convinto che il Card. Becciu sia la vittima innocente di una colossale montatura tramata ad arte da menti malvagie, per far male alla Chiesa e per far cadere il Papa in una trappola: una diabolica polpetta avvelenata.

Chi più di Becciu assomiglia a Gesù crocifisso e abbandonato, vittima innocente di malvagie calunnie? Eppure lui percorre la sua via crucis fino in fondo, senza ribellarsi, accettando la volontà di Dio con dignità e fiduciosa serenità. E pregando per il Papa.

Voglio andare fino in fondo anch’io, a questa via. Voglio accompagnarlo, per quel poco che posso, come un minuscolo cireneo. Quattro anni e mezzo. Ma quant’è lunga, ancora, la via crucis? Che finisca presto!

Io tengo aggiornata la rassegna stampa [QUI], certo che la verità ci farà liberi. Tutti.

E intanto Gagliarducci – uno dei pochissimi vaticanisti seri – rileva: «Al di fuori dell’istituzione che lavora con e per il Papa, c’è un mondo parallelo di persone di cui il Papa si fida che portano il Papa a prendere decisioni al di fuori dei canali istituzionali. (…) Ci sono sempre stati degli sciacalli attorno al Papa, come attorno a qualsiasi figura di potere. Tuttavia, gli sciacalli del passato consideravano ancora l’importanza e l’equilibrio dell’Istituzione che servivano. Ora, sembra che l’Istituzione stessa sia in bilico» [QUI].

Andrea Paganini

“Il caso Becciu. (In)giustizia in Vaticano”, il libro di Mario Nenni sul cardinale «azzoppato perché correva da Papa»
Il giornalista: «Non è un testo contro Papa Francesco, mi ha scritto una lettera di ringraziamento. Per un processo simile bisogna risalire al 1500»
Il Messaggero, 21 marzo 2025

«Leggendo e studiando le carte mi sono convinto che Angelo Becciu è stato la vera vittima, è stato un processo pieno di misteri, anomalie, per cui il libro è su una linea dichiaratamente innocentista, ma non per pregiudizio iniziale». Lo afferma Mario Nanni, giornalista e scrittore, a proposito del suo libro Il Caso Becciu. (In)giustizia in Vaticano, presentato alla sala Zuccari del Senato, che ricostruisce le vicende relative al cosiddetto processo di Londra, sui fondi riservati della Santa Sede investiti in operazioni immobiliari nella capitale inglese.

Il libro

«La verità processuale – ha spiegato Nanni – vede Angelo Becciu condannato a 5 anni e mezzo, ne avevano chiesti 7. Però i processi sappiamo come sono, si possono ribaltare, ci sarà l’appello, vedremo quando, perché in Vaticano non si sa mai quando, ma ci sarà un secondo round e si vedrà se le argomentazioni dei bravi avvocati che hanno smontato completamente l’impianto accusatorio saranno finalmente riconosciute, perché cambieranno i giudici, Pignatone non sarà più presidente, il promotore di giustizia non so se sarà lo stesso».

«Il libro non è contro il Papa – ha aggiunto Nanni – anzi, non per vanagloria rendo noto che mi ha scritto una lettera di ringraziamento».

La storia

All’osservazione che quello che ha visto protagonista il Cardinale Angelo Becciu sia stato definito unanimemente il processo del secolo, Nanni ha risposto: «Più che del secolo, dei secoli perché per ritrovare un processo del genere bisogna risalire al 1500, 5 secoli fa, e questo già dà l’idea della stranezza, che cosa c’è dietro? Che cosa c’è sotto? Perché lo hanno fatto se le accuse sono risibili? Io scrivo senza paura che hanno cercato di azzopparlo perché lui era in corsa per il papato, quindi è stato vittima di una specie di complotto, non ne ho le prove ma, come dice Pasolini, “io so ma non ho le prove”, ci sono tanti indizi che portano a questa conclusione».

Indice – Caso 60SA [QUI]