Papa Francesco è tornato a Casa Santa Marta dopo il breve saluto dal balconcino del Gemelli

Papa in macchina
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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 23.03.2025 – Vik van Brantegem] – Poco dopo le ore 12.00 di oggi 23 marzo 2025, dopo la lettura del testo dell’Angelus, Papa Francesco si è affacciato in sedia a rotelle dal balconcino al quinto piano del Policlinico Gemelli, per salutare brevemente con poche parole («Grazie a tutti. Vedo una Signora con i fiori gialli, che brava!») la folla radunata nel piazzale sottostante e impartire una benedizione silenziosa. Poi, verso le ore 13.00 ha fatto ritorno in Vaticano, dimesso dopo il suo quarto ricovero iniziato lo scorso 14 febbraio, il più lungo del pontificato, con la prescrizione di almeno due mesi di convalescenza protetta a Casa Santa Marta. La polmonite bilaterale, motivo del ricovero, sembra essere risolta, ma rimangono altre infezioni polimicrobiche. L’indicazione dei medici è di non incontrare gruppi di persone o di assumersi impegni gravosi. Però, il vaticanista di la Repubblica, Iacopo Scaramuzzi, riferisce un timore: «Papa Francesco torna a casa: ha insistito lui, i timori in Curia che non si limiti. I miglioramenti clinici dell’ultima settimana, la bilancia tra benefici e rischi se l’ospedalizzazione si fosse prolungata e la decisione di tornare in Vaticano ed essere presente con i fedeli per Pasqua».

Il testo preparato dal Santo Padre Francesco per l’Angelus di questa III Domenica di Quaresima letta nella diretta di Vatican Media

«Cari fratelli e sorelle, buona domenica!
La parabola che troviamo nel Vangelo di oggi ci parla della pazienza di Dio, che ci sprona a fare della nostra vita un tempo di conversione. Gesù usa l’immagine di un fico sterile, che non ha portato i frutti sperati e che, tuttavia, il contadino non vuole tagliare: vuole concimarlo ancora per vedere «se porterà frutti per l’avvenire» (Lc 13,9). Questo contadino paziente è il Signore, che lavora con premura il terreno della nostra vita e attende fiducioso il nostro ritorno a Lui.
In questo lungo tempo di ricovero, ho avuto modo di sperimentare la pazienza del Signore, che vedo anche riflessa nella premura instancabile dei medici e degli operatori sanitari, così come nelle attenzioni e nelle speranze dei familiari degli ammalati. Questa pazienza fiduciosa, ancorata all’amore di Dio che non viene meno, è davvero necessaria alla nostra vita, soprattutto per affrontare le situazioni più difficili e dolorose.
Mi ha addolorato la ripresa di pesanti bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza, con tanti morti e feriti. Chiedo che tacciano subito le armi; e si abbia il coraggio di riprendere il dialogo, perché siano liberati tutti gli ostaggi e si arrivi a un cessate il fuoco definitivo. Nella Striscia la situazione umanitaria è di nuovo gravissima ed esige l’impegno urgente delle parti belligeranti e della comunità internazionale.
Sono lieto invece che l’Armenia e l’Azerbajgian abbiano concordato il testo definitivo dell’Accordo di pace. Auspico che esso sia firmato quanto prima e possa così contribuire a stabilire una pace duratura nel Caucaso meridionale.
Con tanta pazienza e perseveranza state continuando a pregare per me: vi ringrazio tanto!
Anch’io prego per voi. E insieme imploriamo che si ponga fine alle guerre e si faccia pace, specialmente nella martoriata Ucraina, in Palestina, Israele, Libano, Myanmar, Sudan, Repubblica Democratica del Congo.
La Vergine Maria ci custodisca e continui ad accompagnarci nel cammino verso la Pasqua».

Il breve saluto del personale e dei vertici dell’Università Cattolica e del Policlinico Gemelli

Questa mattina, prima di affacciarsi per un breve saluto e per impartire una benedizione, Papa Francesco ha salutato brevemente il personale e i vertici dell’Università Cattolica e del Policlinico Gemelli: il Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Prof.ssa Elena Beccalli; il Presidente della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, Dott. Daniele Franco; inoltre il Preside della Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica, Prof. Antonio Gasbarrini; il Vicepresidente della Fondazione Policlinico Gemelli, Dott. Giuseppe Fioroni; il Direttore Generale della Fondazione Policlinico A. Gemelli IRCCS, Prof. Marco Elefanti; il Prof. Sergio Alfieri, Direttore del Dipartimento di Scienze Medico-Chirurgiche del Policlinico e Responsabile dell’equipe medica del Gemelli; il Direttore sanitario della Fondazione Policlinico Gemelli, Dott. Andrea Cambieri. e l’Assistente Ecclesiastico Generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Mons. Claudio Giuliodori, Vescovo emerito di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia.

Comunicato del Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e del Presidente della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS in occasione della dimissione di Papa Francesco

«In occasione della dimissione del Santo Padre, la famiglia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCSS desiderano rivolgere a Papa Francesco un sentito augurio per la Sua convalescenza. Nel contempo, Lo ringraziano per l’incomparabile testimonianza offerta durante il periodo di degenza.
Molte persone malate si sono rispecchiate in una sofferenza che Papa Francesco ha voluto condividere e non nascondere, a conferma della profonda umanità che contraddistingue tutto il Suo Magistero. Se davvero la Chiesa è chiamata a essere ospedale da campo, come ha detto Papa Francesco, il Policlinico Gemelli e la Facoltà di Medicina e Chirurgia ad esso collegata non possono che rallegrarsi per aver potuto dare il proprio contributo alla guarigione del Santo Padre.
Dal ricovero iniziato il 14 febbraio scorso, i medici e gli infermieri hanno espresso in maniera esemplare la loro professionalità, dedizione ed umanità, nel segno di quella vocazione alla cura appassionatamente descritta dallo stesso Papa Francesco. A loro va il più sentito e sincero ringraziamento per aver prestato cure di elevatissima qualità, come fanno quotidianamente con tutti i pazienti loro affidati.
È con questi sentimenti di gioia e filiale devozione che le comunità del Policlinico e dell’Ateneo esprimono la loro riconoscenza a Papa Francesco e assicurandoGli la vicinanza e il sostegno nella preghiera» (Elena Beccalli, Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e Daniele Franco, Presidente della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCSS).

La breve sosta alla basilica di Santa Maria Maggiore e le rose gialle

Prima di far rientro a Casa Santa Marta, il Papa è andato alla basilica papale di Santa Maria Maggiore. È solito fare una visita alla basilica prima e dopo ogni Viaggio Apostolico, per ritirarsi qualche attimo in preghiera davanti all’icona, da lui molto venerata, della Salus Populi Romani.

La vaticanista dell’agenzia Sir, M. Michela Nicolais, riferisce che il corteo papale era arrivata già in prossimità della Porta del Perugino, accanto alla residenza papale di Casa Santa Marta, ma «con una sterzata improvvisa e fuori programma – forse voluta proprio da Papa Francesco stesso – è tornata su via di Porta Cavalleggeri ha imboccato il tunnel per dirigersi alla basilica papale».

«Facevo brunch all’Homebaked con due amici quando il corteo di Papa Francesco e tonnellate di sicurezza ci sono passati davanti! Diretti a est su via di Porta Cavalleggeri, hanno attraversato il tunnel verso il fiume invece di entrare in Vaticano. Circa 20 minuti dopo l’intero corteo è passato di nuovo, attraverso il tunnel, questa volta diretto verso l’ingresso del Perugino in Vaticano, che è adiacente alla residenza di Santa Marta… e di fronte a casa mia! Erano passati circa 20 minuti e ho detto che sarebbe stato abbastanza tempo per arrivare a Santa Maria Maggiore e tornare… e, come previsto, Papa Francesco ha dato un mazzo di fiori al Cardinale Makrickas da mettere davanti alla sua amata immagine della Salus Populi Romani. Il Papa visita questa immagine mariana prima e dopo ogni viaggio. Questo fantastico video [QUI] è della mia amica Teresa, perché il mio telefono si è bloccato sulla home page di EWTN e non ho potuto fare video o foto» (Joan Lewis).

La Sala Stampa della Santa Sede ha comunicato: «Prima di rientrare a Casa Santa Marta, dopo la sua uscita dall’ospedale, Papa Francesco è andato a Santa Maria Maggiore e ha consegnato a Sua Eminenza il Cardinale Makrickas dei fiori da porre davanti all’icona della Vergine Salus Populi Romani. Al termine ha fatto rientro in Vaticano» [QUI il video del Corteo Papale di Vatican Media].

Il corteo papale si è fermata all’ingresso laterale della basilica e il Papa ha chiesto che il mazzo di fiori, preso in consegna dalla gendarmeria, venisse deposto dall’Arciprete Coadiutore, Cardinale Rolandas Makrickas davanti all’icona della Vergine Salus Populi Romani.

Il mazzo di fiori, che Papa Francesco ha fatto deporre nella basilica papale di Santa Maria Maggiore, sono le rose gialle che la Signora 79enne Carmela Vittoria Mancuso ha portato in dono al Santo Padre in occasione delle dimissioni dal Policlinico Gemelli, alla quale il Papa si ero rivolto nel suo breve saluto dal balconcino. La Signora Mancuso ha spiegato: «Questo dei fiori a Papa Francesco è un rituale che facciamo da anni. Erano rose gialle, le abbiamo consegnate alla gendarmeria per darle al Pontefice. Sono a Roma da 6 anni. A tutte le Udienze mi sono presentata con i fiori per il Santo Padre: dalla prima volta, ho visto la meraviglia e il sorriso nei suoi occhi. “Sono per me?” mi chiese. E da quel momento glieli porto sempre. Sventolando questo mazzo di rose gialle volevo salutarlo, rallegrare il suo sguardo dopo la convalescenza. Non sapevo se si sarebbe ripreso. E sapere che mi ha guardato è una emozione che non so spiegare con le parole. Non sono degna. Volevo salutarlo anche a nome dei malati e dei bambini che sono qui in questo ospedale ma in tutto il mondo».

Dopo la breve sosta a Santa Maria Maggiore, Papa Francesco è arrivato a Casa Santa Marta, entrando in Vaticano dalla Porta del Perugino intorno alle ore 13.00.  Prima di entrare il Corteo Papale si è fermata brevemente per il consueto saluto alle forze dell’ordine. Nel tragitto dal Policlinico Gemelli fino al Vaticano, il Santo Padre aveva i naselli per la respirazione con l’ossigeno e non è mai uscito dalla macchina.

Il Papa, al suo rientro a Casa Santa Marta, è stato accolto dal Cardinale Giovanni Battista Re, Decano del Collegio cardinalizio.

Postscriptum

«La storia della Chiesa è straordinaria perché sempre immensamente sorprendente, non c’è uno dei 266 Papi la cui vicenda umana sia noiosa o ignorabile. Si parte con un tizio che rinnega Cristo ma poi fonda la Sua chiesa finendo crocifisso a testa in giù, si passa da una marea di Papi martiri che fanno analoga fine, poi collezioniamo Papi gaudenti, Papi bellicosi, Papi fiji letteralmente o metaforicamente de ‘na mignotta, Papi santi e Papi buoni, Papi vili e Papi mecenati, Papi che hanno fatto la storia e Papi che l’hanno subita, Papi intellettuali e Papi beceri, Papi italiani e Papi stranieri, rari gli stranieri. E adesso dopo duemila anni sperimenteremo anche il Papa muto. Fotografia perfetta di quel che questo tempo richiede, forse davvero solo tanto silenzio che interrompa un’inutile mondiale logorrea. Un capo muto è una prorompente immagine, un invito come sempre a essere rivoluzione, a stupire il mondo. Mi inginocchio e ringrazio il Signore per questo ennesimo messaggio che arriva ovunque senza più dire una parola mentre ovunque risuonano solo parole vuote» (Mario Adinolfi).

Servizio fotografico di ANSA, Vatican Media, L’Osservatore Romano, Catholic Press Photo e Sala Stampa della Santa Sede.

  • La Cronistoria del ricovero del Santo Padre Francesco al Gemelli dal 14 febbraio 2025 [QUI]
  • Il Cardinal Sandri parla del ritorno in Vaticano di Papa Francesco nel 38° giorno di ricovero al Gemelli [QUI]