La pace come filo rosso del pontificato di San Giovanni Paolo II: «L’umanità non ha un futuro se non attraverso la pace»

San Giovanni Paolo II
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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 21.03.2025 – Jan van Elzen] – A vent’anni dalla morte la voce di Giovanni Paolo II continua a risuonare nel nostro tempo, Oggi, 21 marzo 2025 è uscito il libro Giovanni Paolo II. Quinto non uccidere. La pace secondo Karol Wojtyła (TS Edizioni 2025, 304 pagine [QUI]).

Il tema della pace ha attraversato come un filo rosso ininterrotto tutto il pontificato di San Giovanni Paolo II: «L’umanità non ha un futuro se non attraverso la pace che è “il” problema centrale del nostro tempo». In questo libro sono raccolti tutti gli scritti contro la guerra, le omelie, le interviste, i passaggi più significativi delle encicliche e delle lettere apostoliche, gli accorati appelli all’umanità di un Papa indimenticato, che ha condannato ogni gesto di violenza e ogni forma di sopraffazione.

Si legge nella premessa: «La pace è stata una delle pietre miliari del pontificato di Giovanni Paolo II, una bussola che ha orientato il suo ministero e il suo instancabile impegno verso la comunità internazionale. Quinto non uccidere. La pace secondo Karol Woįtyła non è solo una raccolta di discorsi e riflessioni del papa polacco, ma un viaggio attraverso la sua visione del mondo, radicata in una profonda fede nella dignità umana e nella sacralità della vita».

«Non uccidere» non è solo il quinto comandamento, ma il monito che Karol Wojtyła non si è stancato di ripetere in tutte le latitudini della Terra, perché l’umanità non ha un futuro se non attraverso la pace.

Sin dall’inizio del pontificato, Giovanni Paolo II elevò la propria voce contro le guerre, le ingiustizie e le violazioni dei diritti fondamentali, ergendosi a difensore della pace come condizione imprescindibile per lo sviluppo integrale dei popoli. Non si è trattato di un semplice pacifismo teorico, ma di una concreta chiamata alla responsabilità, rivolta ai governanti e ai popoli di ogni angolo della terra. Nel celebre discorso alle Nazioni Unite del 1979, il Papa esortava: «Mai più la guerra, mai più l’odio e la violenza come strumenti per risolvere le controversie internazionali!».

Questo viaggio nelle parole del Papa polacco è anche un viaggio nella Storia del Novecento. In un’epoca segnata da conflitti regionali, terrorismo, crisi umanitarie e minacce alla sicurezza globale, i testi di San Giovanni Paolo II risuonano con una straordinaria forza storica. Questa antologia offre una selezione di messaggi, encicliche, omelie e interventi che testimoniano la coerenza del Papa nell’affermazione della pace come valore universale, ma anche come impegno personale e collettivo. Dai messaggi per la Giornata Mondiale della Pace alle lettere indirizzate ai leader delle nazioni in tempo di guerra, emergono parole che scuotono le coscienze e invitano a una conversione profonda».

In ogni pagina risuona il «Grande Appello di Assisi» ai rappresentanti delle religioni e delle diverse Chiese e comunioni cristiane mondiali: «Non c’è pace senza giustizia, non c’è giustizia senza perdono».

Attraverso queste pagine, il lettore potrà riscoprire il valore profondo di un comandamento che continua a essere una bussola per l’umanità smarrita. «Non uccidere» diventa così un richiamo universale alla custodia della vita, alla difesa dei più deboli e alla promozione di una cultura della pace che possa resistere alle tentazioni della violenza e della vendetta. In un mondo che sembra talvolta smarrire il senso della speranza, Giovanni Paolo II ci ricorda che la pace è possibile. È un dono, ma anche una responsabilità che richiede impegno, sacrificio e, soprattutto, fede nell’uomo e in Dio.

L’Autore

Papa Giovanni Paolo II – Karol Wojtyła (Wadowice, 18 maggio 1920 – Città del Vaticano, 2 aprile 2005). Papa dal 16 ottobre 1978 al 2 aprile 2005, fu il primo Pontefice polacco della Chiesa Cattolica. Il suo ruolo fu determinante nel crollo del blocco comunista sovietico, viaggiò in 129 Paesi e promosse il dialogo interreligioso. Difensore della dignità umana, lasciò un’impronta profonda sulla dottrina e la geopolitica. Beatificato nel 2011 da Papa Benedetto XVI, fu canonizzato nel 2014 da Papa Francesco durante una cerimonia storica che vide la presenza anche del Papa emerito Benedetto XVI.