ReArm Europe: l’ultima follia di Ursula von der Leyen

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 19.03.2025 – Vik van Brantegem] – Condividiamo dal sito Stilum Curiae dell’amico e collega Marco Tosatti un contributo [QUI], che parte da un post su X di Marcello Foa, sulla domanda su dove Ursula von der Leyen pensa di andare a trovare i soldi per il suo piano folle di ReArm Europe. “Ma hanno capito cosa è il progetto irrealistico ReArm che presuppone per l’Europa la dotazione di migliaia di testate atomiche, missili ipersonici intercontinentali, droni, ecc.?”

Caro dottor Tosatti, le scrivo due righe serie. Non posso firmarmi però, e lei ne capisce perfettamente le ragioni, data la mia posizione istituzionale. Conto sulla sua riservatezza pertanto, ma anche sul fatto che possa pubblicare il mio commento che segue, riferito all’allegato qui sotto (di Marcello Foa, eccellente intellettuale, già Presidente RAI), peraltro apparso su tutti i giornali europei.
Inizio, facendo una domanda semplice semplice per introdurre la riflessione sulla forzata Unione Europea: “Si può pensare (prendendo come esempio una fattoria dove si allevano animali), nell’intento di generare una razza comune, di unificare un pollaio con un ovile con una conigliaia e con un porcile? polli con pecore, con conigli e con maiali? (Sperando prima o poi di farne una razza unica).
E tutto questo con un solo obiettivo dichiarato minacciosamente: unificare l’allevamento per difenderlo da una guerra immaginata contro orsi e lupi? Ma in più non volendo più contare sulla difesa dell’allevamento da parte dello stesso fattore-allevatore, che inoltre è dotato di fucile? Se io fossi un orso o un lupo, dopo questa evidente provocazione stupida, anticiperei il mio attacco alla fattoria prima che la difesa venga preparata. No?
Ma alla Commissione europea hanno letto Orwell? Ma hanno capito cosa è il progetto irrealistico ReArm che presuppone per l’Europa la dotazione di migliaia di testate atomiche, missili ipersonici intercontinentali, droni, ecc?
No, non possono averlo condiviso perché utopistico. Pertanto detto progetto non è altro che l’ultima demenziale forzatura di una unificazione europea, stavolta unendo polli, conigli e maiali contro il “lupo” immaginario. Moravia scrisse che saper inventare un nemico comune è l’unica strada per unire i diversi interessi. Fosse anche questo nemico comune i soliti Marziani. Ma pare evidente a qualsiasi persona di buon senso che l’attenzione di Putin sull’Ucraina non è assimilabile ad una attenzione bellica verso l’Europa. A Putin non credo interessino il Colosseo o la Tour Eiffel.
Eppure Brussel vuole evitare, con questa mossa, che ogni singola nazione europea faccia accordi bilaterali con Trump, perché se ciò fosse l’Italia recupererebbe vantaggi competitivi enormi che erano già stati limitati e poi persino soffocati con l’entrata nell’Euro e infine ridotti allo stremo con l’austerity ispirata dalla Germania nel 2011 (Governo Monti).
Il richiamo al manifesto di Ventotene, sulla Unione Europea (che snatura completamente il progetto dei Padri fondatori dell’Europa) significa solo che Brussel ha avuto la visione e la scusa per cancellare le identità nazionali definite, con disprezzo, sovraniste. Può essere concepibile una Europa fatta di Europa Est, Europa Ovest, dove quella Ovest è fatta di paesi nordici, Francia, Germania, Italia e Spagna, tutti con valori religiosi e morali diversi (calvinisti, protestanti, cattolici e laici nella Costituzione) che impattano con ogni legge comunitaria il comportamento etico?
Ma anche tutti questi paesi con vantaggi e svantaggi economici completamente diversi? Brussel, che ha fallito la sua missione e svalorizzato i singoli paesi (e semi-distrutto l’Italia), e sente mancarle il terreno sotto i piedi, pretende di imporsi con lo spettro della invasione sovietica, ma persino contro gli Usa e la Cina. Con una difesa europea che, tra l’altro non potrà essere guidata che dalla Francia, unico paese che dopo la II Guerra Mondiale ha investito in tecnologia di Difesa.
Un cenno ora alla signora von der Leyen, apparente promotrice dalla geniale idea. Qui a Brussel ho sentito un detto, ricorrente da qualche tempo, quando qualcuno dice o fa una cosa mal concepita (chiamiamola così…), si dice detta o fatta “alla vonderleyen”…
Ursula Albrecht (maritata von der Leyen) è figlia d’arte, di un ministro. Senza dubbio è una persona perbene e di classe, ma è anche una persona che lascia spazio a facili riflessioni. Ha avuto un certo travaglio per trovare la sua identità professionale. Ha iniziato l’università per diventare archeologa, poi economista, infine medico (è laureata in medicina), per poi sfociare alla politica grazie alla Merkel.
È donna. Ma ha avuto avventure controverse che ad altri sarebbero costate carriera e altro. È stata accusata di plagio nella sua tesi di dottorato (da più accademici tedeschi) anche se l’Università di Hannover, pur riconoscendo il plagio, non ha revocato la laurea (suscitando perplessità…).
È stata indagata dalla Corte dei Conti federale tedesca per aver commissariato dubbie consulenze per appalti, ricevendo anche una denuncia penale da un deputato di opposizione. È stata implicata nello scandalo PFIZERGATE (con interrogazioni al Parlamento europeo) per conflitto di interessi (il marito ha rapporti con Pfizer). Tutto questo, e altro, lo trovate nel suo curriculum su Wikipedia. Ecco, ci vuole preparare a essere condannati o persino cancellati dalla storia.
Eppure anche in Italia ha i suoi “fans” che la sostengono.
Propongo di ringraziarli per l’attenzione.
Suo amico e lettore.
Marcello Foa @MarcelloFoa: «“Mobilitare i risparmi” con “molto coraggio”. Chissà cosa vuole dirci davvero la signora von der Leyen, ho il timore che voglia mascherare un’indicibile intenzione. Ad esempio prelievi forzosi sui conti correnti? Obbligo di sottoscrizione di obbligazioni statali ReArm Europe?» [QUI]