Il Papa al Quirinale, tra storia e novità

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Come si poteva immaginare l’arrivo di Papa Francesco al Quirinale non è stato particolarmente solenne. Niente scorta dei corazzieri, solo un paio di moto per accogliere il Papa, l’ auto targata SCV 00919 che ormai abbiamo imparato a conoscere.

Nel cortile del palazzo che fu residenza dei Pontefici fino al 1850, perché Pio IX decise di non rientravi dopo il fallimento della Repubblica romana il suo ritorno a Roma, c’erano i corazzieri a cavallo. La scelta protocollare porta il Papa ad entrare da una porta laterale del cortile, come era successo anche per altre visite di Giovanni Paolo II ad esempio. Il presidente Napolitano ha accolto con semplicità e cordialità Papa Francesco, spiegando le particolarità del palazzo, e mostrandogli la bandiera del Vaticano che sventola sul pennone centrale a fianco alla bandiera italiana.

Poi passo dopo passo, nel corridoio sotto la loggia della benedizioni da cui si affacciò Giovanni XXIII, il Papa e il Presidente attraversano le sale meno conosciute ma bellissime, fino a quelle più note legate alla attività istituzionale del Presidente della Repubblica.

I saluti ufficiali delle delegazioni, quella vaticana è guidata dal  Sostituto della Segreteria di Stato, l’arcivescovo Becciu, e poi il colloquio privato tra i due capi di stato, Francesco e Napolitano.

Dopo il colloquio privato l’incontro pubblico, lo scambio dei doni non solo quelli più formali, come la stampa del Pianesi che dona il Presidente, e i due bassorilievi che raffigurano San Martino donati dal Papa.

Il momento più intenso è quando Napolitano spiega immagine dopo immagine al Papa il Codice porpureo di Rossano, un codice che testimonia la presenza greca in Calabria perché gli studiosi ritengono che sia arrivato nella penisola intorno al 636. L’origine è ovviamente più antica e di provenienza palestinese.

Un oggetto che ha attirato l’attenzione del Papa che poi ha proseguito la vista secondo il protocollo ufficiale arrivando alla Cappella dell’ Annunziata per una sosta di preghiera davanti alla immagine di Maria che cuce. La Cappella voluta da Paolo V e chiamata cappella segreta è uno scrigno di arte.

Al fianco del Presidente la signora Clio elegantissima con un fiore e una sciarpa grigia. Nel Salone delle Feste poi i discorsi ufficiali davanti ai rappresentanti del mondo della cultura e della solidarietà invitati espressamente dal Quirinale in omaggio a Papa Francesco.

Ricco di passione laica quello del Presidente che punta sul dialogo e sulla separazione netta, che arriva quasi alla ricerca di lontananza, tra Chiesa ed istituzioni politiche, paterno quello del Papa che sottolinea gli aspetti emotivi della vita italiana e delle vicende sociali che Francesco ha voluto conoscere.

Dalla sala stampa allestita al piano terra i giornalisti seguono con attenzione. I fotografi attendono la foto migliore, la stretta di mano più lunga, lo sguardo e il sorriso più intenso.

La visita è lunga ma finisce con una gesto che il Papa ama particolarmente. Un saluto a circa 200 bambini figli di dipendenti del Quirinale. E alla fine il Papa che sembrava un po’ intimidito dalla solennità del momento, si scioglie e torna al suo solito stile caloroso e coinvolgente e improvvisa, e in parte legge,  un commosso saluto  per i dipendenti.  I bambini seduti a terra con i disegni fatti per il Papa fanno corona e il Papa ricorda la necessità dei più deboli e li incoraggia a non perdersi d’animo nelle difficoltà.

 

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