“Ora che la guerra è persa, la vergogna di questa tragedia annunciata ricade su chi ha illuso e ingannato il poveretto a suon di menzogne”

Copertina editoriale
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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 23.02.2025 – Jan van Elzen] – Proponiamo alla riflessione l’Editoriale Difendiamo Zelensky del Direttore de il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, pubblicato oggi [QUI].

Nel testo preparato dal Santo Padre Francesco per l’Angelus di questa VII Domenica del Tempo Ordinario si legge tra altro: «Si compie domani il terzo anniversario della guerra su larga scala contro l’Ucraina: una ricorrenza dolorosa e vergognosa per l’intera umanità!»

“Comico scadente e dittatore senza elezioni”, “Ha fatto sparire metà dei fondi”. “Leviamogli la paghetta”. “La guerra è colpa sua”. “Ai negoziati non serve perché non sa trattare”. “Si nutre dei cadaveri dei suoi soldati”. “Esiliamolo in Francia”.

L’avevamo previsto dal primo giorno: il sostegno a Zelensky sarebbe finito allo scadere degli sporchi interessi USA, poi sarebbe toccato a noi “pacifinti putiniani” difendere il presidente ucraino scaricato da tutti.

Ora – basta leggere quel che dicono Trump, Musk&C. e non dicono più i nani europei – il momento è arrivato. Quindi lo diciamo papale papale: Zelensky non è il primo, ma l’ultimo colpevole di questa guerra insensata che non doveva iniziare e poteva finire due mesi dopo l’invasione russa a condizioni molto più vantaggiose per Kiev di quelle che subirà ora.

Certo, non è un presidente democratico: è il leader di una delle democrature dell’Est Europa, dalla Russia all’Ungheria, che salvano l’apparenza con le elezioni, ma nella sostanza perpetuano oligarchie corrotte difficilmente scalabili e scalzabili. Ha messo fuorilegge gli 11 partiti di opposizione, ha imposto un solo canale tv governativo, s’è tenuto milizie nazionaliste e neonaziste, ha lasciato che i suoi Servizi praticassero il terrorismo anche contro gli alleati. S’è lasciato ricattare dagli squadroni della morte finanziati e armati dalla Nato, gli stessi che avevano trasformato Maidan 2014 in un golpe sanguinoso per piazzare l’oligarca corrotto Poroshenko al posto del presidente neutralista Yanukovic; e sotto le loro minacce e la spinta USA-UK ha tradito gli accordi di Minsk, negando al Donbass la tregua e l’autonomia. Fino a gennaio ’22, quando Macron e Scholz tentarono invano di strappargli il sì a Minsk e il no alla NATO per scongiurare l’invasione.

Ma fece tutto ciò perché Biden, in linea con Clinton, Bush e Obama, aveva scelto Kiev come testa d’ariete per provocare la Russia, attirarla in guerra, batterla, smembrarla e stravincere la Guerra fredda. Biden lo illuse sulla NATO e sulla vittoria militare (senza le truppe) contro la prima potenza nucleare. E l’Ue, prima ostile a quel folle piano, iniziò a pendere dalle labbra di Rimbambiden grazie al quartetto Ursula-Macron-Scholz-Draghi (e poi Meloni). Che non mosse un dito quando Johnson sabotò i negoziati di Istanbul a un passo dalla firma, convincendo Zelensky che la scelta migliore fosse “combattere fino alla vittoria”. E quando lui vietò per decreto i negoziati. Ora che la guerra è persa e la Nato è sparita dall’orizzonte, prendersela con l’anello più debole è troppo comodo e vile.

La vergogna di questa tragedia annunciata ricade su chi ha illuso e ingannato Kiev a suon di menzogne. Non sul poveretto che se le è bevute tutte.

Marco Travaglio